Utente:Zanekost/Sandbox/Bollettino d'Arte

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Bollettino d'Arte
StatoBandiera dell'Italia Italia
Linguaitaliano
Periodicitàvariabile
Generestoria e conservazione dell'arte
FondatoreCorrado Ricci
Fondazione1907
SedeRoma
Sito web[1]
 

Il Bollettino d'Arte è una rivista settoriale fondata nel 1907 dalla Direzione Generale dell'Amministrazione di Antichità e Belle Arti e, passando per il controllo dei successivi dicasteri, è oggi pubblicata dal Ministero per i Beni e le attività culturali.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La rivista, dal titolo completo di Bollettino d’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione : Notizie dei Musei delle Gallerie e dei Monumenti , vide la luce nel gennaio 2007 su iniziativa di Corrado Ricci, direttore generale dell'Amministrazione di Antichità e Belle Arti. Era stata concepita l'anno precedente come una più organica continuazione delle Gallerie Nazionali Italiane, una rivista fondata da Adolfo Venturi dedicata al riordino, allora in corso, dei musei nazionali. Ne erano stata pubblicati soltanto cinque numeri dal 1894 al 1902[1].

Il bollettino era annunciato dal ministro per la Pubblica Istruzione Luigi Rava come una rassegna mensile di[2]

«Acquisti e restauri di opere di antichità e d'arte e di monumenti, doni, esposizioni di stampe e di disegni, riordinamenti totali e parziali delle raccolte, in una parola tutto quello che può interessare il pubblico patrimonio di arte e di storia artistica, sarà materia della nuova pubblicazione, La quale dovrà raccogliere anche tutte quelle notizie che si riferiscono all'azione di tutela che l'Amministrazione delle Antichità e delle Belle Arti esercita sulle collezioni, sui singoli oggetti archeologici ed artistici e sugli edifci di interesse monumentale appartenenti a corpi morali o a privati»

Il ministro teneva anche a sottolineare il divieto della pubblicazione indipendente delle stesse notizie se prima non erano state inviate al Ministero e pubblicate sul Bollettino.

La pubblicazione mantenne una periodicità mensile, ad eccezione di qualche numero doppio e la contrazione a numeri tripli durante il primo conflitto mondiale, nelle prime tre serie fino a quando la testata venne soppiantata dal bimestrale Le Arti tra il 1938 e il 1943. Le pubblicazioni con la IV serie dell'originaria testata ripresero nel 1948 nella cadenza trimestrale che si mantenne anche nelle serie successive V e Vi e si conserva ancora oggi nella VII serie iniziata nel 2007. Fin dagli inizi i fascicoli vennero stampati in ottavo con diverse illustrazioni ebbero una copertina fissa fino alla quinta serie.

Prima serie: 1907-1920[modifica | modifica wikitesto]

Nella prima serie, pubblicata dall'editore Ettore Calzone di Roma, non era indicato un direttore ufficiale, veniva invece indicato Arduino Colasanti come "redattore responsabile", Presumibilmente la funzione direttiva era intesa nelle persone dei direttori generale dell'amministrazione: dapprima Corrado Ricci cui subentrò nel 1919 il Colasanti.

Nel primo anno i numeri consistevano di almeno 32 pagine con qualche tavola fuori testo. Dal secondo l'editore cambiò la copertina con una di ispirazione rinascimentale ornata di candelabre e vignette richiamanti l'arte e programmò un aumento della paginatura 40-48 pagine[3], aumento non sempre mantenuto. Inoltre le pagine non vennero più numerate per fascicolo ma per annata.Dal 1914 ad ogni numero fu associato il supplemento Cronaca delle Belle Arti di 8 pagine sempre numerate annualmente ma separatamente dai fascicoli.

Il devastante terremoto del gennaio 1915 obbligò al redazione a una pausa per raccogliete le informazioni sui danni per poi pubblicare un fascicolo triplo ad aprile. L'anno successivo, con l'Italia ormai in guerra si optò per la produzione di soli sei numeri doppi di circa 96 pagine, un raddoppio che interessava anche le Cronache.

Uscite poi irregolari nel 1917 con due numeri doppi di circa 50 pp e due tripli uno di circa 64 pp e l'ultima uscita dell'anno monografica e dedicata agli interventi di protezione dai danni di guerra a monumenti e opre d'arte 180 pp.

Nel 1918 tre fascicoli quadrupli: il primo di 64 pp, il secondo di 120 pp di cui 90 dedicate ad uno studio di Mario Salmi su Bernardino Zaccagni e l’Architettura del Rinascimento a Parma, nell'ulima uscita vengono riprese le relazioni sulla protezione delle opere d'arte


1919-1920 tre uscite quadruple per 180 pp complessive nel 1919 e 232 nel 1920 compresa un ulteriore relazione sui provvedimenti per le protezione dai danni di guerra in Lombardia

primo anno 204,4x294,4

40 pagg + dal 1914 i supplementi Cronaca delle Belle Arti di 8 pagg

l'editore Calzone dal primo numero secondo anno cambia la copertina

mansile ma dopo l'inizio del primo conflitto mondiale 6 uscite nel 1916, 4 nel 1917, e 3 annue fino al 1920 (settembre-dicembre) 203,6x293,2

Seconda serie: luglio 1921 - giugno 1931[modifica | modifica wikitesto]

da luglio 1921 (annualità da luglio a giugno)

casa editrice Bestetti e Tuminelli (Milano-Roma) nuova copertina con la piccola xilografia della testa della dea Bellona illustrata con gusto secessionista da Guido Marussig

direttore Arduino Colasanti fino a tutto il 1927 sostituito dalla prima uscita del 1928 da Roberto Paribeni fino al giugno 1933

cadenza mensile variabili 48 pp ca. compresa la cronaca (inserito nella paginazione del fascicolo) a seconda della necessità

I=586 II=576/48 III=576/48 IV=576/48 V=576/48 VI=576/48 VII=624/52 VIII=576/48 IX=576/48 X=576/48

Terza serie: luglio 1931 - ottobre 1938[modifica | modifica wikitesto]

48 pagine

dal 1933 anche indice analitico dell'annata

Paribeni sottolinea una maggiore collaborazione con contributori esterni

Direttore Roberto Paribeni fino al giugno 1933

Direttori Francesco Pellati + Luigi Serra (fino al 1936 redattore capo)

Le Arti: novembre 1938 - dicembre 1943[modifica | modifica wikitesto]

Quarta serie: 1948-1964[modifica | modifica wikitesto]

direzione Guglielmo De Angelis d'Ossat

circa 96 pp (- 1964 110 pp) con indici annata

+ volume speciale La Ricostruzione del Patrimonio Artistico Italiano del 1950

Quinta serie: 1965-1976[modifica | modifica wikitesto]

Sesta serie: 1979-2008[modifica | modifica wikitesto]

+27 supplementi

Settima serie: 2009–[modifica | modifica wikitesto]

direttori che si sono succeduti Francesco Scoppola, Caterina Bon Valsassina, Federica Galloni, Luigi La Rocca

disponibilii online a dicembre tutti i fascicoli fino al numero 89-90 di gennaio aprile 1995 e alcuni abstract dal 111 di gennaio febbraio 2000 al 145 luglio-settembre 2008 e quelli della settima serie

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Valente 2017, pp. 151-152.
  2. ^ Luigi Rava, Bollettino delle Belle Arti, circolare del 2 ottobre 1906, pubblicata in BdA, numero 1, p. 2, 1907.
  3. ^ Ettore Calzone in BdA, n. 12, p. 39.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bollettino d'Arte, su Beni Culturali. URL consultato il 20 dicembre 2022.
  • Elisabetta Diana Valente, Maria Vittoria Brugnoli per il «Bollettino d’Arte», in Enzo Borsellino e Federica Papi (a cura di), Maria Vittoria Brugnoli : storica dell'arte, funzionaria dell'amministrazione dei Beni culturali e docente universitaria, Roma, Roma Tre-Press, 2017, pp. 151-162.