Utente:Vorticus/Sandbox

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La batteria Moretti-Pellegrino-Lanza è una cosca malavitosa o batteria o clan mafioso della Società Foggiana che opera principalmente nella città di Foggia.

La batteria malavitosa Moretti-Pellegrino-Lanza si forma nei primi anni di attività della Società Foggiana, organizzazione criminale nata ufficialmente negli anni '70 come emanazione della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, ma autonomizzatasi rapidamente. La malavita foggiana in quegli anni è nelle mani di Giosuè Rizzi e Giuseppe Iannelli cui si associano successivamente Gerardo Agnelli, detto il Professore. Con loro c'è Rocco Moretti, detto il Porco, considerato uno degli uomini fidati di Rizzi. Il gruppo è dedito alla commissione di rapine, estorsioni, traffico di stupefacenti, controllo delle bische clandestine e riciclaggio. Nel maggio 1986, all'indomani dei 4 omicidi della "Strage del Bacardi", Giosuè Rizzi, detto il Papa di Foggia, viene arrestato e sottoposto ad una lunghissima detenzione a causa della condanna a 30 anni che lo tratterrà in carcere tra il 1998 e il 2009. Giuseppe Iannelli (1952-1987), detto Pino il Pugliese, è accusato di due omicidi, quello di un orefice, Giovanni Finelli, avvenuto a Foggia nel dicembre 1975 durante un tentativo di rapina e quello di Giuseppe D'Imperio, uno sfruttatore foggiano ucciso in un ristorante a Torino nel maggio 1976. Viene arrestato a Viareggio assieme a Vincenzo Parisi con addosso banconote del riscatto di 600 milioni di lire pagato per il sequestro dell'imprenditore Giuseppe Navone, vice-presidente del Torino Calcio[1]. Iannelli è condannato a due ergastoli e muore sgozzato in carcere a Bari nell'aprile 1987. Per gli inquirenti tuttavia è un suicidio. Gerardo Agnelli viene ucciso nel 1990 con sette colpi di pistola davanti alla sua concessionaria di automobili, in via Onorato, sparati dal killer che prima di allontanarsi a bordo di una moto lo finisce con tre proiettili sparati a bruciapelo alla nuca.[2] L'omicidio Agnelli rimane senza colpevoli per moltissimi anni, ma dopo 26 anni, nel 2016 c'è una svolta. Secondo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ad ordinarne la morte, per bloccarne l'ascesa ai vertici della criminalità foggiana, è stato proprio l'alleato Rocco Moretti che si è servito di Vincenzo Antonio Pellegrino, detto Capantica, come esecutore materiale. Ad entrambi, divenuti i boss di riferimento della batteria a partire dal 1990, verrà notificato un provvedimento restrittivo mentre si trovano in carcere per altri reati.

Categoria:Criminalità in Puglia