Utente:Stefano Gallo/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Dario Vettori[modifica | modifica wikitesto]

Dario Vettori (1903-1973) è stato un liutaio e musicista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Firenzuola, ha prima esercitato come suonatore ambulante e poi come violista nel Quartetto Benelli, con il fratello Vasco Vettori e i fratelli Emilio e Vasco Benelli. All'età di trenta anni si è dedicato professionalmente alla liuteria, iniziata da autodidatta e proseguita con il maestro Primo Contavalli, di cui fu "allievo prediletto"[1]. Si è in seguito perfezionato con Giuseppe Ornati, conosciuto nel 1937 in occasione del bicentenario Stradivariano[2], che frequentò poi negli anni '50. Strinse un legame importante con Fernando Ferroni, conosciuto a Firenze nel 1940, da cui acquistò degli strumenti tra cui una copia della viola "medicea"[3].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Tratti caratteristici della scuola cremonese sono evidenti nella sua tecnica, che si è tuttavia evoluta con uno stile completamente personale. Si distinguono tre fasi della sua produzione, contraddistinte da tratti stilistici diversi; riconoscibile la scuola romagnola nel primo, con l'influenza di Contavalli, e la scuola cremonese nel secondo, con l'insegnamento di Ornati. Nel terzo periodo emerge uno stile personale, evidente nella fattura decisa delle chiocciole, con una spirale profonda. Conosciuto con il soprannome di "liutaio della montagna"[4], ha vinto tre medaglie d'oro alla mostra di Genova-Pegli nelle edizioni del 1956, 1958 e 1960, una medaglia d'argento alla mostra di Firenze, una d'oro ad Ancona nel 1957 e sempre medaglia d'oro nel 1965 a Cremona, in occasione della prima mostra mercato nazionale degli strumenti ad arco moderni, nel Palazzo dell'Arte[5]. È stato membro dell'ANLAI dal 1966[6]e alla fine della sua carriera aveva fabbricato 156 violini, 37 viole, 2 violoncelli, 2 quartetti[7].

Alla sua morte, avvenuta il 12giugno 1973, i figli Carlo e Paolo Vettori hanno continuato l'attività del padre.[8]

Avendo ricoperto la carica di direttore della banda musicale di Firenzuola, la scuola di musica del paese è stata a lui intitolata[9].

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

René Vannes, Dictionnaire Universel des Luthiers, t. 1, préface de Giovanni Iviglia, Les Amis de la Musique, Bruxelles 1951.

Marlin Brinser, Dictionary of Twentieth Century Italian Violin Makers, American Graphic, Irvington - N.J. 1978.

Claude Lebet, Dictionnaire Universel des Luthiers, t. 3, préface d'Étienne Vatelot, Les Amis de la Musique, Bruelles 1985.

Alessandro Fedi, Il Liutaio della Montagna, in «Montagna Oggi», a. XLIV, n. 6, novembre-dicembre 1998.

Liuteria in Toscana. I liutai del Novecento. Violin-Making in Tuscany. Violin-Makers of the 20th Century, cremonabooks, Cremona 2004.

Carlo Vettori, I Quartetti della Liuteria Italiana, Arte liutaria, Firenze 2006.

Gualtiero Nicolini, Liutai italiani di ieri e di oggi. Dall'Ottocento ai giorni nostri, Edizioni LAC, Cremona 1991

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Alessandro Fedi, Il Liutaio della Montagna, in Montagna Oggi, a. XLIV, n. 6, novembre-dicembre 1998, p. 15.
  2. ^ Liuteria in Toscana. I liutai del Novecento. Violin-Making in Tuscany. Violin-Makers of the 20th Century, cremonabooks, Cremona 2004.
  3. ^ Carlo Vettori, I Quartetti della Liuteria Italiana, Arte liutaria, Firenze 2006 p. 146.
  4. ^ Claude Lebet, Dictionnaire Universel des Luthiers, t. 3, préface d'Étienne Vatelot, Les Amis de la Musique, Bruelles 1985, p. 73.
  5. ^ Marlin Brinser, Dictionary of Twentieth Century Italian Violin Makers, American Graphic, Irvington - N.J. 1978 p. 92..
  6. ^ Marlin Brinser, Dictionary of Twentieth Century Italian Violin Makers, American Graphic, Irvington - N.J. 1978 p. 92..
  7. ^ Claude Lebet, Dictionnaire Universel des Luthiers, t. 3, préface d'Étienne Vatelot, Les Amis de la Musique, Bruelles 1985, p. 73..
  8. ^ Claude Lebet, Dictionnaire Universel des Luthiers, t. 3, préface d'Étienne Vatelot, Les Amis de la Musique, Bruelles 1985, p. 73..
  9. ^ Carlo Vettori, I Quartetti della Liuteria Italiana, Arte liutaria, Firenze 2006, p. 162..