Utente:Simopac/Sandbox

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Performing media è un’espressione che indica una progettazione culturale, attraverso le proprietà dei media interattivi, ipertestuali e connettivi, all’interno di un campo di ricerca che nasce nell'ambito delle

prime interazioni, negli anni Ottanta, tra la performance art, la danza e i media (la radiofonia sperimentale e il videoteatro) per svilupparsi poi come condizione abilitante della cyberperformance[1] in relazione all’arte pubblica, all'interaction design e alla cittadinanza attiva.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni '80 in Italia, ancor più che altrove, il teatro di ricerca legato ai media (il video e la radiofonia in particolare) ha sviluppato un'ibridazione di linguaggi, tra quelli performativi e quelli multimediali, che oggi riguarda sempre più la condizione antropologica data dallo sviluppo delle tecnologie digitali e interattive.

I nuovi media interattivi, mobili e personalizzati, determinano un rapporto uomo-macchina, sempre più simbiotico, reso fluido dalla semplicità d’uso e dalla sollecitazione percettiva e sensoriale delle soluzioni evolute dell’interaction design dove l’interfaccia aptica esplicita con un gesto un’estensione del corpo.

Le tecnologie interattive diventano così performanti in via direttamente proporzionale alla performance delle nostre azioni. Questo sta creando un nuovo paradigma per ciò che definiamo cultura: il rapporto tra uomo e mondo non è solo mediato da tecnologie ma comporta un’integrazione sensibile. Secondo il principio delle psico-tecnologie ne stiamo incorporando alcune qualità, di cui indichiamo le tre principali: l’ipertestualità, che sta riqualificando i processi cognitivi emancipati dalla meccanicità lineare e logico-conseguenziale; l’interattività che sta reinventando le condizioni della prossemica; la connettività che sta potenziando la natura delle relazioni sociali.

Per quanto il Performing media (termine coniato da Carlo Infante nel 2001 per l’istituzione di una serie di cattedre universitarie a contratto, all'Accademia di Belle Arti a Macerata[2] e poi all'Università di Lecce) sia inscritto in un percorso che trova le proprie radici nelle diverse culture dell’Avanguardia, non è più ancorato alla sperimentazione dei nuovi linguaggi, come quella che è stata espressa dai movimenti creativi del Novecento (dal Fluxus al Situazionismo) e in particolare dall’interazione tra scena e nuovi media, come il videoteatro.[3]

Questa progettazione rilancia il potenziale delle culture digitali, nella scommessa antropologica in corso per cui si fa urgente l’invenzione di nuove forme di relazione sociale e di modelli di sviluppo sostenibili ed evoluti al contempo. Performatività dei media interattivi significa performatività sociale, nella progettazione di eventi e di piattaforme crossmediali per l’interazione tra reti e territorio. Gli ambiti per questi format innovativi sono quelli del design pubblico e dell’urban experience con azioni come gli smart mob e i walkabout.

Opere letterarie[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Infante Performing Media. La nuova spettacolarità della comunicazione interattiva e mobile (Novecentolibri, 2004)
  • Carlo Infante Performing Media 1.1 Politica e poetica delle reti (Memori, 2006)

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]