Utente:Salvatore03.06/Sandbox

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Ragosia è una frazione del comune di Valderice, situata su una collina alta più di 300 metri. Da lì, è possibile ammirare uno splendido e variegato scenario.

Fra tanta natura, il ricordo del passato conduce a tre eventi principali che racchiudono i valori dell'intera comunità valdericina: la vicenda del capoluogo del Monte San Giuliano, il primo maggio e la festa del lavoro, la fiera del bestiame e dell'agricoltura nella prima settimana di settembre.

La proposta di erigere Ragosia il capoluogo del grande comune del Monte San Giuliano è stata lanciata dal Padre Giuseppe Castronovo, storico ericino, nella seconda metà del XIX.

Il censimento del 1861, subito dopo l'annessione della Sicilia al Regno d'Italia, fece intuire il fenomeno di spopolamento della città di Erice da parte di contadini e artigiani che si spostavano dal Monte alla campagna, dove sorgevano, sviluppandosi, le borgate dell'Agro.

Col trasferimento del capoluogo ericino a Ragosia, Castronovo voleva assecondare il fenomeno spontaneo, controllarlo e orientarlo verso forme di sviluppo economico e sociale che avrebbe favorito l'unità di tutta la comunità del vasto territorio, altrimenti portato alla disgregazione.

Elevato, ma piano, non rimoto né dalla città, né dalla marina è il luogo più acconcio ad incarnare questo divisamento: ivi una larga pianura sopra una collina che si spicca dell'Erice stesso, atta a formare un girono una grande città; ivi un'aria pura e salubre, rinfrescata dai venticelli, imbalsamata dagli effluvi odorosi delle flore, dei pometi e anzitutto degli aranci e dei cedri di Ragosia.

La proposta suscitò consensi e dissensi: Ugo Antonio Amico e Sebastiano Cammareri Scurti, insieme ad altri, furono contrari al progetto, rimarcando l'immortale epicità della vetta Ericina per la quale non era dato rinunciare. L'idea piacque invece alla gente della valle, contraria alle autorità ericine, poichè insensibili verso i grandi disagi delle comunità periferiche. La borgata di San Marco rivendicò il diritto di accogliere il capoluogo della civica amministrazione del grande comune al posto di Ragosia, ed il socialista Sebastiano Bonfiglio, divenuto sindaco di Erice, nel 1921 fece deliberare al Consiglio Comunale la decisione del trasferimento. L'avanzata delle sinistre popolari e il trasferimento del capoluogo, però, vennero arrestate dall'assassinio di Bonfiglio con un agguato mafioso.

Il primo maggio

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Scrive Perugini: << Il 1° maggio, in questo rinnovato clima politico, si celebrò la festa dei lavoratori per la prima volta. Una decina di socialisti di San Marco solennizzò la ricorrenza sul colle di Ragosia. I convenuti (tra cui Alberto Cesarò, Giovan Battista la Russa, i fratelli Caruso e Maggio, Francesco Bonfiglio) trascorsero la giornata su un prato leggendo il giornale "La Giustizia" e cantando qualche strofa dell'inno dei lavoratori "..." Da allora il colle di Ragosia divenne storico nella vita proletaria ericina: in un campo appositamente inseminato i socialisti locali ritornarono ad ogni primo maggio fino all'avvento del fascismo >>[1].

Dopo il conflitto mondiale la tradizione venne ripresa, ma da molti anni ormai non è più praticata. L'altopiano di Ragosia rimane tuttavia un riferimento certo nelle lotte popolari dei contadini dell'Agro e del movimento socialista che nel secondo decennio del XX secolo acquistò, nella comunità del grande comune, consistenza e portata di governo.

  1. ^ Genesi di un paese Valderice (PDF), su trapaninostra.it.