Utente:RedPhoenix/Sandbox

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Giambattista Giori

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Nato a Borgo Sacco il 27 settembre 1855 da Antnio e Rosa Poli è stato un missionario comboniano morto a Wau, nel Sudan il 28 giugno 1918. La famiglia Giori era giunta a Sacco alla metà del 1700 e nel 1842 aveva acquistato dal filosofo Antonio Rosmini una casa nell'attuale via Baroni.

La vocazione e la partenza

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Sin dalla tenere età il Nostro è animato dal desiderio di dedicarsi interamente alle missioni in Africa, fortemente influenzato dall'incontro con mons. Daniele Comboni avvenuto nel novembre del 1879 a Limone sul Garda. Alla fine del 1882 si trasferisce a Verona dove comincia il noviziato, conclusosi con i voti che lo fanno missionario. Torna a Sacco l'ultima domenica di novembre del 1887 per salutari i genitori e i cari, prima di partire il primo dicembre da Trieste alla volta dell'Africa.

Giunto al Cairo viene mandato nell'isola di Gesira, sul Nilo, dove mons. Sogaro aveva dato inizio ad una colonia antischiavista, che dava rifugio a tutti gli schiavi che riuscivano a scappare dai propri padroni. Lì diventa istruttore di tutti questi uomini e insieme a loro costruisce strade, ponti, canali, edifici, regola le coltivazioni di cotone e grano e cura l'allevamento del bestiame ricavando latte e formaggio. Durante le pause dal lavoro assume il ruolo di catechista, radunando gli ex-schiavi con i quali lavora e parlando loro di Gesù e delle Sacre Scritture. Eccellente suonatore di ocarina, con la quale rallegra le serate e i giorni di festa, da vita ad una banda musicale come quella di cui faceva parte nella sua Sacco. Quando, dopo 12 anni, si allontaò da Gesira, poteva dirsi molto fortunato: ogni angolo di quella terra, anche il più recondito, era legato a lui in qualche modo, perchè vi aveva lavorato, l'aveva costruito o vi aveva raccontato le storie della Bibbia.

Capitano del Redemptor

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Il 21 aprile 1895 succede come Vescovo a mons. Sogaro padre Roveggio. Nel 1898 le orde del Mahdi vennero sconfitte dagli inglesi e il Sudan si riaprì all'attività missionaria. I tempi erano cambiati e anche i missionari dovevano modernizzarsi quindi ai cantieri Jarrow di Londra venne commissionato un battello a vapore dalla chiglia piatta in acciaio, in modo da potersi spostare agevolmente sul Nilo in merito del poco pescaggio. Venne commissionato anche un barcone con cabine su due piani che doveva essere trainato dal battello, in più Giori realizzò anche una piccola barca con la quale trasportare il combustibile. Serviva però un capitano per il battello: venne scelto senza esitazioni Giori, che durante la sua attivià missionaria aveva dato prova di essere affidabile ed efficiente; venne quindi mandato presso i cantieri di Alessandria d'Egitto per far pratica di navigazione fluviale e di meccanica.