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Il Fremdarbeiteritalienisch (FAI) o “italiano per lavoratori stranieri” [1] è una lingua franca, a base italiana, parlata dagli immigrati non italiani nella Svizzera tedesca.

Il FAI si è sviluppato nel corso degli anni sessanta del Novecento ed è perdurato almeno fino ai primi anni Duemila. Molti studiosi ritengono che il FAI sia del tutto scomparso, mentre alcuni sostengono che il FAI sia solo in forte regressione[2].

Il FAI si caratterizza come un italiano molto rudimentale, in cui sono presenti elementi dello svizzero tedesco o del tedesco standard sotto forma di prestiti linguistici adattati e non. Gli elementi linguistici interni più caratterizzanti sono l'estensione della parola buono al posto di bene, l'uso della forma c'è come sostituto di avere, l'impiego di troppo con il valore di molto e la sovraestensione nell'uso dell'infinto.

Il contesto sociale

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L'uso dell'italiano come "lingua franca" nella Svizzera tedesca nella seconda metà del Novecento è attestato negli ambienti di lavoro, e in particolare in cantieri, grossi negozi o fabbriche, cioè nei luoghi di aggregazione di lavoratori provenienti da diverse comunità straniere.

In Svizzera erano registrate in quel periodo diverse comunità straniere: nel 1988, per esempio, nell'area del Cantone di Zurigo erano consistenti la comunità jugoslava (25.487), quella spagnola (16.160), quella turca (13.015), quella portoghese (5.123) e quella greca (3.713)[3]. Questi numeri sommati a quello della comunità migrante italiana (73.732) e quelli di stranieri di altra provenienza andavano a comporre un totale di 196.752 stranieri, corrispondenti al 17% della popolazione cantonale [4]. La comunità italiana, essendo la più numerosa, era in grado di diffondere l'uso dell'italiano tra questi lavoratori.

Allo stesso tempo, però, altri fattori concorrevano all'adozione dell'italiano tra i lavoratori stranieri[5]:

  • il fatto che il tedesco tendesse ad essere sentito come lingua della classe dominante, mentre all'italiano veniva associato lo status di "lingua dei lavoratori";
  • la buona considerazione che la lingua italiana riuscuoteva in Svizzera, legata al fatto che gli italiani costituivano la nuova fascia emergente operaia nel paese: in questo contesto la conoscenza della lingua italiana costituiva un ottimo mezzo di ascesa sociale per un lavoratore straniero; inoltre, la lingua italiana è una delle lingue ufficiali della confederazione elvetica.
  • l'appartenenza dell'italiano al ceppo delle lingue neolatine, che facilitava l'apprendimento dell'italiano da parte della comunità portoghese e spagnola[6];
  • il fatto che l'italiano venisse percepito come una lingua di più facile apprendimento rispetto al tedesco, anche per le comunità di origine non latina.

L'apprendimento dell'italiano risultava preferibile per gli immigrati che provenivano da paesi dove esistevano situazioni in cui l'italiano giocava un ruolo importante nella vita economica e sociale del paese (come in Jugoslavia e in Grecia per il turismo). Per questi infatti, se avevano avuto già in passato contatti con l'italiano, l'apprendimento risultava veloce o anche non necessario, se avevano già appreso la lingua nel paese di origine. Le testimonianze dei lavoratori stranieri confermano le affermazioni precedenti sull'uso dell'italiano tra le diverse comunità straniere [7]:

  • Intervistatore: "Si parla poco tedesco?" Immigrata jugoslava con serbocroato come lingua materna:"Si, solo con chefa [caposquadra svizzero]; con altri noi donne tutti parlare italiano anche portughese parlare italiano, spagnoli, tutti, tutti";
  • Intervistatore: "con i jugoslavi parla in tedesco o in italiano?" Immigrato turco: "no, parla italiano [...] capo anche, parlo capo svissera e italiano [="anche col capo parlo svizzero e italiano];
  • Immigrata greca: "sono turchi, sono portolesi, sono italiani, spagnoli, greci, tutti insieme parlare italiano...quando fare pausa mezzogiorno, tutti parlare italiano".

Repertorio linguistico[8]

Tipo di lingua Varietà di lingua Ambito d'uso
L1 italiano, spagnolo, portoghese, serbo-croato, macedone, turco interazioni di connazionali
L2 (L2) svizzero tedesco, tedesco standard contatto con gli indigeni
L2 FAI ambiente di lavoro accanto/in alternativa a tedesco svizzero con lavoratori immigrati

Natura del FAI, somiglianze e differenze con il pidgin

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I pidgin a base italiana sono scarsamente attestati nel panorama generale delle lingue pidgin o in quello delle lingue creole. Solo la lingua franca mediterranea, un esempio di pidgin in buona parte a base italiana, può avere uno spazio all'interno di tale panorama. Analizzando la situazione socio-ambientali e le peculiarità del FAI, sussistono dei fattori che possono far pensare a processi di pidginizzazione[9] :

    Situazione socio-linguistica ambientale[10]
  • la situazione di plurilinguismo della Svizzera, priva di una lingua comune dominante;
  • una consistente distanza linguistica e in parte culturale tra le etnie implicate.
    Fattori del FAI[11]
  • il FAI è parlato anche fra parlanti non nativi di più lingue materne diverse, che scelgono di comunicare tra di loro in FAI. Il FAI viene inoltre appreso da parlanti non nativi e trasmesso da non nativi a non nativi;
  • il FAI nasce nell'ambiente di lavoro e resta una "varietà linguistica" legata al dominio di lavoro;
  • il FAI adempie per i suoi parlanti solo ad una fetta delle funzioni comunicative, e svolge quindi la funzione di una lingua ausiliaria.Il FAI è quindi uno strumento di comunicazione: fra migranti di diversa provenienza, fra migranti con gli italiani, fra migranti con svizzeri.

Ma vi sono anche fattori socio-ambientali non congruenti con i processi di pidginizzazione[12]:

  • l'italiano rudimentale che è alla base del FAI non corrisponde alla lingua indigena, che è il tedesco. In questo caso alla base del processo di pidginizzazione manca la lingua dominante;
  • la lingua imparata da questi immigrati non è la lingua del gruppo dominante, ma quella di un gruppo di posizione sociale analoga alla loro; il FAI non si configura come la lingua dei colonizzatori storpiata dai subordinati, ma come una lingua di coumunicazione tra diverse comunità straniere;
  • gli immigrati sono spesso in contatto con italiani madrelingua nei quartieri e nella vita quotidiana;
  • il contatto costante con parlanti italiani (con forme regionali e\o dialettali), porta ad un più rapido apprendimento della L2 (lingua obiettivo), grazie anche alla presenza in Svizzera di giornali, canali televisi e trasmissioni radio in italiano. Una situazione quindi diversa dalla pidginizzazione classica, in cui coloro che stanno apprendendo la lingua obiettivo sono in minore contatto con i parlanti madrelingua.

Il FAI presenta alcuni tratti che si riscontrano solitamente nei pidgin[13]:

  • evidenti fenomeni di semplificazione linguistica
  • presenza di una lingua lessicalizzatrice: il lessico del FAI è prevalentemente italiano, con apporti dal tedesco sotto forma di prestito linguistico non adattato o di enunciazioni mistilingui

Ma accanto a questi abbondano anche fattori che lo allontanano dal pidgin [14]:

  • mancano fenomeni regolari e massicci di ristrutturazione della lingua obiettivo;
  • il ruolo delle lingue materne è inesistente o molto scarso;
  • il FAI non si caratterizza come una lingua mista;
  • il FAI si presenta come una varietà di italiano e non come un'altra (nuova) lingua, abbastanza comprensibile per i parlanti nativi di italiano.

Il FAI risulta quindi non un vero e proprio pidgin, quanto un complesso di interlingue italiane semplificate (interlingua_(glottodidattica)), in cui sono presenti parziali fenomeni di pidginizzazione.

Tabelle riassuntive[15]

Caratteri linguistici Pidgin FAI
rianalisi e ristrutturazione no
stabilità[16]
incomprensibilità della lingua matrice no
restrizione delle funzioni
mescolanza no
Contesto sociale Pidgins FAI
ibridazione terziaria in parte
input ridotto in parte
situazione plurilingue senza lingua condivisa
distanza linguistica e culturale in parte
rapporto di subordinanzione tra le diverse comunità linguistiche no

Modalità di uso e di apprendimento

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Il repertorio linguistico della mano d’opera immigrata in Svizzera è composto dalla lingua materna, che rimane normalmente in uso tra i connazionali, e da due L2: una varietà di svizzero tedesco e il Fremdarbeiteritaliesch. Lo svizzero tedesco viene impiegato per i contatti con la comunità indigena, mentre il FAI viene impiegato per i rapporti nell’ambiente di lavoro. Per questi immigrati l’ordine d’acquisizione delle lingue nella comunità d’arrivo si delinea in tre casi:

  • in un primo caso si registra l’apprendimento del tedesco (svizzero tedesco o anche tedesco standard) come L2, mentre l’italiano come L3;
  • in un secondo caso si registra l’apprendimento contemporaneo di entrambe le lingue;
  • in un terzo, con numeri elevati, si registra invece l’apprendimento quasi solo dell’italiano, con una conoscenza minima del tedesco e quindi un suo basso impiego.

All’interno di questa classe di lavoratori immigrati l’italiano si configura come un we-code o “lingua di classe”. Per we-code si intende una lingua usata come mezzo di comunicazione tra persone provenienti da diverse realtà linguistiche, che, condividendo la conoscenza parziale di una lingua (in questo caso l'italiano), la impiegano per comunicare. Dato il fatto che i parlanti del FAI rientrano nella classe sociale operaia, il termine "lingua di classe" è correttamente usato. Tuttavia diversa è la situazione d'apprendimento (e di diffusione) dell'italiano per alcune comunità spagnole (castiglianofone e catalanofone). La loro varietà linguistica non è del tutto riconducibile al FAI, ma ad un italiano con diverse caratteristiche. [17].

Caratteristiche del FAI

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Il FAI presenta: evidenti fenomeni di semplificazione linguistica e la presenza di una lingua lessicalizzatrice (il lessico del FAI è prevalentemente italiano con apporti del tedesco sotto forma di prestito linguistico non adattato o di enunciazioni mistilingui). I principali fenomeni di semplificazione sono: [18]:

  • estensione semantica e distribuzionale del lessema buono al posto di bene, sul modello del tedesco gut “buono\bene”;
    P: “uno che- che sapere sua lingua bono a grammatica, dopo parlare anche bono del-anche lingue [="uno che sa bene la grammatica della sua lingua materna, dopo impara anche a parlar bene le altre lingue"], P: “tutta parte c’è male e bono” [="dappertutto c’è il male e il bene"].
  • uso di c’è col valore assoluto di avere;
    P:“c’è siguro cinquantacinque anni” [="ha di sicuro cinquantacinque anni"], P:"albanesi non c’è repubblica sua”[="gli albanesi non hanno una repubblica loro”].
  • impiego dell’intensificatore troppo con valore di molto;
      P: “erano troppo persone di là [="eravamo molte persone di là”],P: “niente troppo lavora” [="non c’è molto lavoro”].
  • impiego di niente come avverbio di negazione;
      P:"niente molto tempo" [="non molto tempo"],P: "niennte piove" [="non piove]".
  • sovraestensione nell'uso dell'infinito;
      P: "per Pasqua fare un altro pane" [="facciamo"],P: "questo rubare radio, questo scappare"[=ruba, scappa"].

La presenza di elementi lessicali del tedesco standard o dello svizzero tedesco,in diverse forme[19]:

  • prestiti non adattati che vanno a colmare lacune lessicali;
      P: “lavorare Maler prima”[= “prima volta lavorava da imbianchino”],P: “io lavorare…. Sempre la Baustelle [= “cantiere”], P: “io, si problema aber niente grandi [= “avevo problemi, ma non gravi”].
  • prestiti adattati (anche morfologicamente),usati anche dagli immigrati italiani;
      P: “adesso fa prima reale [= “Realschule”, un tipo di scuola postelementare],P: “diecisette anni in questa ferma [= “Firma”, ditta],P: “lavorava come conditore”[= “Konditor”, pasticciere].
  • commutazione di codice ed enunciazioni mistilingui (fenomeno poco frequente).
      P: “Dann [="poi"] polizia sette Monat [= “mese”] no lavoro. Adesso lavoro trü Monate [= “tre mesi”], “Questo che mangia…ganz wiis wo in der Mee roder so… [= “tutto bianco che nel mare, o così” (allude a un cigno, descrizione di una vignetta)] non so io come si chiama”.

A livello sintattico si individua un ordine dei costituenti della frase diverso da quello italiano, e molto spesso modulato sulla struttura della lingua tedesca (OGGETTO-VERBO invece di VERBO-OGGETTO)[20]

    P:"tutte e lettere scrivere"[="so scrivere tutte le lettere"].

Parlando del FAI, Stephan Schimdt nel suo articolo La rilevanza sociolinguistica della comunità italofona in Svizzera e il legame tra comunità immigrate e italofonia nella Confederazione Elvetica ritiene che si potrebbe parlare di un moderno "umanesimo":

    Proprio attraverso il loro comportamento linguistico, le comunità immigrate depongono a favore di valori che potrebbero rientrare in una concezione moderna dell'umanesimo; fra questi valori andrebbero annoverati non solo uno spirito di apertura e di tolleranza che sia in grado di superare i giudizi e di rispettare le diversità, ma anche un atteggiamento di solidarietà tra gruppi etnici e linguistici di diversa provenienza.( Stephan Schimd, La rilevanza sociolinguistica della comunità italofona in Svizzera e il legame tra comunità immigrate e italofonia nella Confederazione Elvetica, 2002.)
  1. ^ G. Berruto, Fremdarbeiteritalienisch: fenomeni di pidginizzazione dell'italiano nella Svizzera tedesca, in «Rivista di linguistica», 1990, pp. 333-365
  2. ^ Italiano in Svizzera: storia d'amore e indifferenza, swissinfo.ch, 23 ottobre 2003. URL consultato il 25\05\20
  3. ^ G. Berruto, Fremdarbeiteritalienisch: fenomeni di pidginizzazione dell'italiano nella Svizzera tedesca, in «Rivista di linguistica», 1990, p. 335, nota 8; S. Schmid,La rilevanza sociolinguistica della comunità italofona in Svizzera e il legame tra comunità immigrate e italofonia nella Confederazione Elvetica, in T. Luciano L'Umanesimo Latino in Svizzera:aspetti storici, linguistici, culturali, 2002, Treviso; G. Bernini, Varietà pidginizzante dell'italiano, 2011, pp. 1-6
  4. ^ G. Bernini, Varietà pidginizzante dell'italiano, 2011, p. 3.
  5. ^ G. Berruto, Fremdarbeiteritalienisch: fenomeni di pidginizzazione dell'italiano nella Svizzera tedesca, in «Rivista di linguistica», 1990, p.336
  6. ^ S. Schmid, La rilevanza sociolinguistica della comunità italofona in Svizzera e il legame tra comunità immigrate e italofonia nella Confederazione Elvetica, in T. Luciano L'Umanesimo Latino in Svizzera:aspetti storici, linguistici, culturali, 2002, Treviso, pp. 108-109
  7. ^ G. Bernini, Vareità pidginizzante dell'italiano, 2011, p. 3
  8. ^ G. Bernini, Vareità pidginizzante dell'italiano, 2011, p. 3
  9. ^ G. Berruto, Fremdarbeiteritalienisch: fenomeni di pidginizzazione dell'italiano nella Svizzera tedesca, in «Rivista di linguistica», 1990, p. 333
  10. ^ G. Berruto, Fremdarbeiteritalienisch: fenomeni di pidginizzazione dell'italiano nella Svizzera tedesca, in «Rivista di linguistica», 1990, p. 340
  11. ^ G. Berruto, Fremdarbeiteritalienisch: fenomeni di pidginizzazione dell'italiano nella Svizzera tedesca, in «Rivista di linguistica», 1990, p. 340
  12. ^ G. Berruto, Fremdarbeiteritalienisch: fenomeni di pidginizzazione dell'italiano nella Svizzera tedesca, in «Rivista di linguistica», 1990, p. 340-341
  13. ^ G. Berruto, Fremdarbeiteritalienisch: fenomeni di pidginizzazione dell'italiano nella Svizzera tedesca, in «Rivista di linguistica», 1990, p. 342
  14. ^ G. Berruto, Fremdarbeiteritalienisch: fenomeni di pidginizzazione dell'italiano nella Svizzera tedesca, in «Rivista di linguistica», 1990, p. 343
  15. ^ G. Berruto, Fremdarbeiteritalienisch: fenomeni di pidginizzazione dell'italiano nella Svizzera tedesca, in «Rivista di linguistica», 1990, p. 344
  16. ^ "Stabiltà" intesa nel senso di non dotato di evoluzione interna
  17. ^ S. Schmid,L'italiano degli spagnoli: interlingue di immigrati nella Svizzera tedesca, Milano, Franco Angeli edizioni,1994
  18. ^ Tutti gli esempi qui riproposti sono stati presi da: G. Berruto, Fremdarbeiteritalienisch: fenomeni di pidginizzazione dell'italiano nella Svizzara tedesca, in «Rivista di linguistica», 1990, pp. 333-365
  19. ^ G. Berruto, Fremdarbeiteritalienisch: fenomeni di pidginizzazione dell'italiano nella Svizzera tedesca, in «Rivista di linguistica», 1990, pp. 348-350
  20. ^ G. Berruto, Fremdarbeiteritalienisch: fenomeni di pidginizzazione dell'italiano nella Svizzera tedesca, in «Rivista di linguistica», 1990, pp. 348-350
  • G. Bernini, Varietà pidginizzante dell'italiano, 2011.
  • G. Berruto, Fremdarbeiteritalienisch: fenomeni di pidginizzazione dell'italiano nella Svizzera tedesca, in «Rivista di linguistica», 1990.
  • G. Berruto, Note sul repertorio linguistico degli emigrati italiani in Svizzera tedesca, in «Linguistica», 1991.
  • S. Schmid,La rilevanza sociolinguistica della comunità italofona in Svizzera e il legame tra comunità immigrate e italofonia nella Confederazione Elvetica, in T. Luciano,L'Umanesimo Latino in Svizzera:aspetti storici, linguistici, culturali, 2002.
  • S. Schmid, L'italiano degli spagnoli: interlingue di immigrati nella Svizzera tedesca, Franco Angeli edizioni, 1994.

Voci correlate

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