Utente:Mr. Pinpirulin/Sandbox2

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Un superiore che ricorda ad un soldato semplice che il "Kaiser" troverà un impiego per lui, sia da vivo che da morto

La fabbrica di cadaveri tedesca[modifica | modifica wikitesto]

La Fabbrica di Cadaveri Tedesca, in tedesco "Kadaververwertungsanstalt" è una fake-news della storia, riguardante la Prima guerra mondiale. Fu una mossa politica per screditare la potenza tedesca, con la tecnica di atrocity pro paganda. Attuata dal capo dell'Intelligence britannica John Charteris con lo scopo di convincere la Cina a entrare in guerra, suscitò lo scandalo e il clamore delle masse.

Gli articoli diffusi in Inghilterra accusavano i tedeschi di essere in grado di riciclare i corpi senza vita dei loro soldati trasformandoli in sapone e altri prodotti, oppure di estrarne nitroglicerina, suscitando lo sgomento generale[1].

L'errore deriva dal fatto che l'articolo inizialmente scritto in tedesco venne ripreso da degli scrittori belgi e poi nuovamente tradotto in inglese dai giornalisti britannici con una traduzione appositamente sbagliata, la parola fraintesa fu "kadaver", in tedesco si riferiva alle carcasse di animali e non ai corpi senza vita di umani[2].


La notizia si diffuse molto velocemente spopolando nell'aprile del 1917 principalmente in Inghilterra, Francia e America e ottenendo un posto di rilievo in molti giornali, uno su tutti il Times di Londra[3]. Tuttavia queste diceria non comparvero dal nulla, un esempio è quello della scrittrice inglese lady Cynthia Asquith, nuora di Herbert Asquith (primo ministro britannico nella prima fase della guerra), che nel suo diario sotto la data del 16 giugno del 1915 scrisse:

molecola di nitroglicerina

Cena piuttosto piacevole. Abbiamo parlato della voce secondo cui i Tedeschi utilizzano anche i corpi dei loro per convertirli in glicerina e ottenere come sottoprodotto il sapone. Ho suggerito che Haldane dovrebbe offrire il suo imponente corpo come materiale grezzo a Lloyd George[4].

La questione fu portata in causa anche nella Camera dei Comuni e il cancelliere Lord Cecil rispose in modo ambiguo lasciando spazio all'interpretazione a chi riesce a leggere tra le righe:

In relazione alla domanda posta dall’onorevole rappresentante per East Mayo, il governo al momento non ha altre informazioni a parte quelle contenute negli estratti della stampa tedesca e che sono stati pubblicati dalla nostra stampa. Alla luce di altre azioni condotte dalle autorità militari tedesche, nelle attuali accuse contro di esse non vi è nulla di incredibile[5].

Stando al New York Times del 20 ottobre 1925 il capo dell'Intelligence britannica, aveva dichiarato che la storia era stata inventata, solo in seguito si accorse di aver detto troppo, cercò di ritrattare rinnegando tutto ma ormai i dadi erano tratti.

Questo tipo di stratagemma fu un arma a doppio taglio in quanto si la potenza tedesca venne screditata ma quando si scoprì che in realtà si trattò unicamente di una bufala si fu scagionata. Il Reich, forte dell'ammissione del primo ministro John Charteris, utilizzò questa storia nel corso del secondo conflitto mondiale a dimostrazione delle falsità costruite dai nemici inglesi, restituendo loro il favore.

Questa Fake-news riscosse molto successo e fu molto credibili per più fattori, iniziando dal fatto che essendo in periodo di guerra tutte le potenza iniziarono una vera e propria corsa agli armamenti ricercando nuovi metodi e tecniche utili allo sforzo bellico. La seconda ragione che portò la popolazione a credere a tutto ciò fu la progressiva propaganda da parte dell'Inghilterra contro il nemico additandolo come spietato e capace di tutto per arrivare all'obiettivo. Se a ciò aggiungiamo un momento di paura generale e lo sgretolamento delle certezze popolari, un livello di istruzione generale basso e l'inesistenza di una fonte neutra di informazione, in quanto l'assenza di internet permetteva alle potenze di filtrare le informazioni in entrata e ai nemici l'impossibilità di provarsi innocenti[6].

  1. ^ Le Fake News nella storia, su scuoladicittadinanzaeuropea.it. URL consultato il 20 marzo 2024.
  2. ^ Condé Nast, Le leggende metropolitane della Prima guerra mondiale, su Wired Italia, 7 luglio 2018. URL consultato il 20 marzo 2024.
  3. ^ Redazione, La fabbrica dei cadaveri, in Germania, su Ceravolc, 19 ottobre 2022. URL consultato il 26 marzo 2024.
  4. ^ Redazione, La fabbrica dei cadaveri, in Germania, su Ceravolc, 19 ottobre 2022. URL consultato il 26 marzo 2024.
  5. ^ Redazione, La fabbrica dei cadaveri, in Germania, su Ceravolc, 19 ottobre 2022. URL consultato il 26 marzo 2024.
  6. ^ Condé Nast, La lezione della Prima guerra mondiale sulle fake news, su Wired Italia, 3 novembre 2018. URL consultato il 26 marzo 2024.