Utente:MirellaJane/Sandbox

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Cordierite
Classificazione StrunzVIII/E.12-40
Proprietà cristallografiche
Sistema cristallinoortorombico
Classe di simmetriabipiramidale
Gruppo puntuale2/m 2/m 2/m
Gruppo spazialeC ccm
Proprietà fisiche
Durezza (Mohs)7-7½
Sfaldaturaassente
Fratturaconcoide
Coloreblu, viola, giallo-marrone
Lucentezzavitrea
Strisciobianco
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

La cordierite è un minerale, più precisamente un ciclosilicato contenente in quantità variabili ferro (Fe), magnesio (Mg) e alluminio (Al). Esso prende il nome dal mineralogista Pierre-Louis Cordier (1777-1861), che lo identificò a partire da alcuni esemplari rinvenuti a San Pedro del Pinatar (Murcia, Spagna).[1][2]

Conosciuto un tempo come dicroite ("di due colori"), questo minerale è noto per il fenomeno del pleocroismo che gli conferisce colorazioni differenti a seconda della direzione da cui viene attraversato dalla luce.[3]

Composizione e struttura[modifica | modifica wikitesto]

Struttura cristallochimica della Cordierite: Verde - Mg o Fe; Blu - O; Giallo - Si o Al

La cordierite presenta formula cristallochimica Mg2Al4Si5O18 a basse temperature cristallizza nel sistema ortorombico (pseudoesagonale). Ha una struttura ordinata anche per la presenza di Al in due dei tetraedri degli anelli esagonali. La maggior parte delle cordieriti contengono grandi quantità di Mg anche se vi è una certa sostituzione con Fe2+. Il contenuto di Al ha invece variazioni limitate. Gli studi inoltre mostrano la presenza di quantità non indifferenti di H2O e di piccole percentuali di sodio (Na) e potassio (K), ospitate nei canali della struttura paralleli all’asse c.

Si osserva in natura in forma di cristalli prismatici di colore grigio o bruno-grigiastro, anche se è possibile alcuni esemplari azzurri o azzurro viola, oppure come cristalli aggregati o semplici di contorno esagonale. Tuttavia è più comune trovare tali minerali in forma massiva o in granelli in quanto derivanti da rocce di metamorfismo di contatto o regionale di bassa pressione.

Questo minerale presenta alterazioni molto comuni a mica, clorite e talco con colorazioni anch'esse alterate a verde-giallastro.

A causa della forma esagonale e della colorazione, la cordierite potrebbe essere difficilmente distinguibile dal quarzo, mentre differisce dal corindone per la durezza inferiore.[1][3][4]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Questo minerale è piuttosto diffuso, esistono infatti diversi giacimenti, tra i più famosi troviamo:

Da quest'ultimo giacimento derivano gli "zaffiri d’acqua", ciottoli di cordierite trasparenti principalmente utilizzati come gemme.[4]

Usi[modifica | modifica wikitesto]

La cordierite infatti, come molti ciclosilicati, viene utilizzata come gemma se trasparente o di una colorazione intensa che può variare dal blu zaffiro al blu violetto al grigio giallastro al blu chiaro a seconda dell'angolo di luce. In gioielleria viene più comunemente chiamata iolite o dicroite. Talvolta la iolite viene usata come sostituto economico dello zaffiro.

Un altro nome per la iolite blu è steinheilite, dopo Fabian Steinheil, il governatore militare russo della Finlandia che ha osservato che si trattava di un minerale diverso dal quarzo.[3]

La "pietra del sole"[modifica | modifica wikitesto]

Nave vichinga

Alcune leggende medievali raccontano di come i popoli nordici fossero in grado di orientarsi rispetto al sole anche con la nebbia o il cielo coperto nei loro lunghi viaggi in mare grazie ad una pietra chiamata "pietra del sole" o, più recentemente "bussola dei vichinghi". Nel 1967 un archeologo danese, Thorkild Ramskou, ipotizzò che poteva trattarsi di cristalli dotati di pleocroismo, in grado di evidenziare la polarizzazione della luce solare che avviene nell’atmosfera, invisibile ad occhio nudo. Essendo abbastanza comune sotto forma di ciottoli sulle coste norvegesi questa "pietra" potrebbe essere proprio la cordierite.[4][5]

Studi più recenti sembrano poi confermare tale ipotesi, anche se si stanno ancora interrogando sulla effettiva possibilità di utilizzare questo minerale, così come la calcite o la tormalina, per attraversare l’oceano in quanto, come è noto, ben prima di Cristoforo Colombo, i Vichinghi avevano già raggiunto le coste americane senza l’utilizzo della bussola "moderna".

Ad oggi, tuttavia, si è scoperto che il minerale con maggior precisione è la calcite in quanto caratterizzato dal fenomeno della birifrangenza.

In conclusione le "pietre del sole" ovvero quelle ad oggi maggiormente conosciute per il fenomeno della birifrangenza sono tre, la calcite, la tormalina e, appunto, la cordierite.[6][7][8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Cordierite: Mineral information, data and localities., su www.mindat.org. URL consultato il 9 gennaio 2019.
  2. ^ Cordierite Mineral Data, su webmineral.com. URL consultato il 9 gennaio 2019.
  3. ^ a b c Klein, Cornelis., Mineralogia, Zanichelli, 2004, ISBN 880807689X, OCLC 799651230. URL consultato il 9 gennaio 2019.
  4. ^ a b c Danilo Seccia, Minerali e gemme da tutto il mondo, in RBA Italia S.r.l, 2011, p. Scheda: Cordierite.
  5. ^ I Vichinghi navigavano con la pietra del Sole?, su Il Fatto Storico, 19 aprile 2011. URL consultato il 9 gennaio 2019.
  6. ^ Le "pietre solari" dei Vichinghi: verso una verifica della teoria, su Classicult, 5 febbraio 2016. URL consultato il 16 gennaio 2019.
  7. ^ Maximilian Ventura, I Vichinghi utilizzavano le "pietre del sole" per navigare, su Fontistoriche, 27 aprile 2018. URL consultato il 16 gennaio 2019.
  8. ^ Il segreto dei vichinghi, navigavano con aiuto dei cristalli - Scienza & Tecnica, su ANSA.it, 11 aprile 2018. URL consultato il 16 gennaio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Klein, Cornelis, Mineralogia, 1. ed. italiana condotta sulla 22. ed. americana, Zanichelli, 2004, p. 476.
  • Danilo Seccia (consulenza scientifica), Minerali e Gemme da tutto il mondo, in in RBA Italia S.r.l., 2011, p. Sheda: Cordierite.

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