Utente:MLWatts/Sandbox6

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Edmund Husserl (crono)

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Targa commemorativa dedicata a Husserl nella sua città natale, l'odierna Prostějov (Repubblica Ceca).

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Edmund Husserl nacque nella città morava di Proßnitz, in quello che allora era l'Impero austriaco, l'8 aprile 1959.[1] I suoi genitori, Julie e Adolf Husserl,[2] erano ebrei, ma la famiglia era «liberale e indifferente alla religione».[3] Quando Edmund compì 10 anni suo padre, che svolgeva l'attività di mercante tessile, decise di mandarlo a studiare al Realgymnasium di Vienna, dove avrebbe ricevuto un'educazione classica, anziché alla scuola tecnica ebraica di Proßnitz.[1] Nel 1870 tuttavia, appena un anno dopo l'inizio dei suoi studi viennesi, Edmund si trasferì allo Staatsgymnasium di Olmütz, dove si diplomò nel 1876. Nonostante il suo amore per le discipline scientifiche, egli non risultò uno studente eccezionalmente brillante.[1]

Nello stesso 1876 Husserl iniziò a studiare astronomia all'Università di Lipsia; seguì, tra gli altri, corsi di matematica, fisica, e filosofia, assistendo in particolare alle lezioni di Wilhelm Wundt in quest'ultimo ambito. A partire dal 1878 continuò gli studi di matematica a Berlino, con docenti come Karl Weierstrass e Leopold Kronecker.[4]

Nel 1881 si recò a Vienna, dove nel gennaio 1883 ottenne il dottorato in matematica[4] con il lavoro Contributi al calcolo delle variazioni (Beiträge zur Variationsrechnung).[5] Husserl divenne quindi uno degli assistenti di Weierstrass a Berlino. Questi, tuttavia, cadde malato di lì a poco, e il mentore di Husserl a Lipsia, Tomáš Masaryk, gli consigliò allora di tornare a Vienna per seguire le lezioni di psicologia e filosofia di Franz Brentano (di cui Masaryk era stato allievo). Husserl cominciò a frequentare i corsi di Brentano nel 1884, ricevendone una profonda impressione,[4] che contribuì a determinare il suo crescente interesse per la filosofia.[6]

Halle[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1886, grazie a una raccomandazione di Brentano, Husserl poté preparare la sua abilitazione all'insegnamento universitario (Habilitation) con Carl Stumpf, un ex-studente di Brentano, presso l'Università di Halle. Conseguì tale abilitazione nel 1887, con una tesi Sul concetto di numero (Über den Begriff der Zahl).[4] Ad Halle Husserl conobbe anche Hermann Lotze, con cui strinse un rapporto di amicizia.[7] Nel 1886 Husserl si era convertito al protestantesimo,[8] facendosi battezzare; nel 1887 sposò Malvine Steinschneider, proveniente dalla comunità ebraica di Proßnitz e a sua volta battezzata poco tempo prima.[1]

Nel 1887 Husserl divenne Privatdozent a Halle, e nel 1891 pubblicò la sua prima opera, la Filosofia dell'aritmetica (Philosophie der Arithmetik. Psychologische und logische Untersuchungen), la cui parte iniziale era derivata direttamente dalla sua tesi di abilitazione.[1] In questa opera Husserl tentava di fornire una fondazione dei concetti della matematica su base psicologica, analizzando cioè i procedimenti mentali necessari per ottenere i concetti del numero e delle altre entità elementari dell'aritmetica e quindi costruire una teoria sistematica su questa base.[9] Almeno fino al 1894 Husserl continuò a lavorare su questi temi, rimanendo intenzionato a scrivere il secondo volume della Filosofia dell'Aritmetica, che avrebbe dovuto trattare temi più generali e astratti rispetto al primo, tra cui l'aritmetica generale dei numeri cardinali e l'uso degli algoritmi aritmetici in altri campi.[10] Benché Husserl non fosse stato esplicito nel ridurre le strutture e le leggi della logica alla dinamica degli accadimenti mentali ad esse sottesi, riduzione questa tipica dello psicologismo, venne aspramente criticato proprio con l'accusa di psicologismo da Gottlob Frege in una recensione[4] del 1894.[1] Husserl intrattenne in seguito una corrispondenza con Frege e finì per abbandonare completamente ogni residuo psicologista (non c'è tuttavia accordo tra gli studiosi a proposito dell'importanza del ruolo effettivamente avuto da Frege nel determinare questa evoluzione del pensiero husserliano, che secondo alcuni sarebbe interamente dovuta a Husserl stesso).[1]

In occasione del giubileo dell'Università di Halle, il 1º agosto 1894 Husserl ottenne il titolo (ma non la cattedra né lo stipendio) di professore.[11]

Avendo abbandonato il progetto della Filosofia dell'Aritmetica, Husserl si concentrò sempre più sulla logica pura e su problemi di gnoseologia generale. Importante in questo senso fu la sua lettura e reazione allo scritto Sul contenuto e l'oggetto delle rappresentazioni (Über Inhalt und Gegenstand der Vorstellungen) di Kazimierz Twardowski. Grazie allo stimolo dato da Twardowski, Husserl già nel 1894 elaborò una teoria della conoscenza e dell'intenzionalità più complessa e ricca di quella brentaniana.[12]

Continuando i suoi studi logici negli anni 1890, nel 1896 Husserl tenne un importante ciclo di lezioni sulla logica[13] che effettivamente furono una prima stesura dei Prolegomeni per una Logica Pura, il primo volume delle Ricerche Logiche.

Il 31 dicembre 1896 Husserl prese la nazionalità prussiana.[14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g (EN) Marianne Sawicki, Edmund Husserl (1859-1938), in Internet Encyclopedia of Philosophy, 2001-2011. URL consultato il 7 dicembre 2013.
  2. ^ (EN) Edmund Husserl, in NNDB. URL consultato il 7 dicembre 2013.
  3. ^ (DE) Karl Schuhmann, Husserl-Chronik. Denk- und Lebensweg Edmund Husserls, L'Aia, Martinus Nijhoff, 1977, p. 1, ISBN 978-90-247-1972-0ISBN non valido (aiuto).
  4. ^ a b c d e (EN) Christian Beyer, Edmund Husserl, in Stanford Encyclopedia of Philosophy, 2003-2013. URL consultato il 7 dicembre 2013.
  5. ^ Pubblicato interamente solo in una traduzione francese: Edmund Husserl, Contributions à la Theorie du Calcul des Variations, in Queen's Papers in Pure and Applied Mathematics, n. 65, Kingston, Ontario, Queen's University, 1983.
  6. ^ Piana, p. 12.
  7. ^ Piana, p. 13.
  8. ^ Zahavi, p. 3.
  9. ^ Renzo Raggiunti, Introduzione a Husserl, Roma-Bari, Laterza, 1970, p. 7, ISBN non esistente.
  10. ^ Schuhmann, p. 30.
  11. ^ Schuhmann, p. 42.
  12. ^ (DE) Karl Schuhmann, Husserl's Abhandlung 'Intentionale Gegenstände'. Edition der ursprünglichen Druckfassung, in Brentano Studien, n. 3, 1992, pp. pp. 137-176.
  13. ^ Robin D. Rollinger, Husserl's elementary logic, in Studia Phaenomenologica, III, n. 1-2, 2003, pp. pp. 195-213.
  14. ^ Schuhmann, p. 49.