Utente:Jacopobianchini/Sandbox

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L’Illuminismo è stato un periodo caratterizzato da personalità molto note, tra le quali anche nobili che solitamente tramandavano il proprio titolo nobiliare di generazione in generazione. Non tutti i figli di nobili, però, ottenevano il tanto ambito titolo. Ci sono, infatti, esempi di figli cadetti che non ereditarono nulla (né il denaro, né un terreno e nemmeno, appunto, il titolo nobiliare) e che per riuscire a vantare una carriera di successo dovettero mettersi al lavoro già in giovane età trasferendosi nei grandi centri dove studiarono e ampliarono le proprie conoscenze per poter poi lavorare al servizio di personaggi di spicco. Un chiaro esempio è William Murray (quarto figlio di un nobile scozzese) che, pur non avendo ereditato nulla, grazie all'istruzione e al duro lavoro riuscì a diventare addirittura capo della giustizia e membro della "House of Lords".

In Italia[modifica | modifica wikitesto]

Antonio Perego, "Accademia dei Pugni".

In Italia tra le personalità illuministe vi è anche chi, pur non nascendo nobile, lo diventa. Assecondando la propria ambizione di affermarsi all'interno della società, queste menti illuminate sovvertono le regole dettate da un’epoca antiquata per raggiungere lo stesso potere della nobiltà di spada e in alcuni casi surclassando la stessa. Gli artisti illuminati, facendo leva sulle proprie qualità artistiche, si ribellano ai finti mecenati che non valorizzano i loro manufatti ottenendo giustizia, guadagni e riconoscimenti sociali. Giovanni Battista Piranesi [1], ad esempio, utilizza il proprio ingegno e le proprie qualità per sfuggire all'oppressione aristocratica in nome di una società illuminata, acquisendo il titolo nobiliare tramite il prestigio ottenuto in nome dei valori dell’Illuminismo. A Napoli una classe di intellettuali si fece conoscere grazie alle sue idee politiche, sociali ed economiche. Tra i pensatori più fecondi c’era chi discuteva di riforme finanziarie e monetarie. Si sviluppò così una corrente utopistica, che diede vita a un’ideologia contraria al feudalesimo, simbolo di un modello da superare, animata dai principi di liberté et égalité e orientata a porre, in termini filosofici, giuridici ed economici, il problema mai risolto dell’uguaglianza sociale contro i privilegi feudali ed ecclesiastici. Questi intellettuali erano mossi da un ideale comune, cioè l'avvicinarsi gradualmente al modello politico inglese, ovvero l’emulazione della monarchia costituzionale attuata in Inghilterra. L’obiettivo era rendere il Regno di Napoli un centro internazionale che potesse affermarsi politicamente. Nel '700 in Lombardia, in particolare nel milanese, si sviluppa un nuovo modo di fare letteratura. Molti scrittori lombardi iniziano, infatti, a studiare la storia e le narrazioni concernenti il loro territorio basandosi su vecchie fonti. Si crea, inoltre, una stretta collaborazione tra scrittori e potere economico, rappresentato da figure di nobili e borghesi. Questo rapporto contribuì allo sviluppo culturale di questi ultimi, desiderosi di ampliare le proprie conoscenze: ad esempio, Carlo Pertusati [2], politico di quel periodo, conosceva il greco e l’ebraico e possedeva l'attuale Biblioteca Nazionale Braidense di Brera a Milano. La pubblica lettura e la divulgazione diventano due elementi importanti per istruire le classi alte della società. Proprio i membri di queste ultime iniziano a creare dei gruppi (associazionismo culturale) per incontrarsi e dar vita a discussioni e dibattiti di ogni tipo (sociali, culturali, economici o politici). Nascono così le prime accademie: tra le più importanti troviamo l’Accademia dei Vigilanti, dell’Arcadia [3], dei Trasformati e quella dei Pugni alla quale parteciparono celebri personaggi come i fratelli Verri e Cesare Beccaria. La voglia di sapere si alimenta e molte attività legate alla conoscenza iniziano ad andare di moda: si ricordi, ad esempio, la traduzione di testi stranieri (gli scrittori lombardi erano più inclini a tradurre dall’inglese) e la propensione enciclopedica. Si può dunque dire che la scuola lombarda sia una sorta di anticipazione dell'Europa ideale di Voltaire.

In Gran Bretagna[modifica | modifica wikitesto]

Volgendo lo sguardo alla Gran Bretagna, anche in ambiti non esclusivamente aristocratici, troviamo lo sviluppo della cosiddetta “Massoneria”. Il termine massoneria è divenuto nel tempo un’etichetta molto generica, assumendo numerosi significati. C’è chi giudica i massoni pionieri del pensiero moderno e dei diritti umani; altri, invece, li condannano come precursori di una segretissima cupola di burattinai della finanza e del potere, alimentando le tesi complottiste di una storia del mondo governata da un invisibile gruppo di individui. L'origine storica del fenomeno della massoneria è, però, indubbia: nel 1717 è, infatti, testimoniato che un gruppo di aristocratici di altissimo rango, intellettuali, facoltosi borghesi e scienziati della prestigiosa Royal Society britannica si incontrarono in una birreria nel centro di Londra. Nonostante le fattezze aristocratiche, si definivano "mansons" (=muratori) e definivano "Logge" i loro luoghi d’incontro nell'odierna capitale inglese. L'obiettivo dell'incontro tra questi individui era quello di creare un nuovo modello d'uomo. I primi massoni nacquero dunque proprio in Gran Bretagna, a causa della situazione che si era creata in seguito ai numerosi conflitti religiosi e alle guerre che il paese aveva affrontato negli anni precedenti. Questi avvenimenti avevano inevitabilmente influito sul modo di pensare dei cittadini del tempo. Il grande obiettivo delle “teste pensanti” dell’epoca, infatti, non era quello della supremazia di un'idea su un'altra, ma era quello alla convivenza, unita a una ricerca culturale basata sul confronto con gli altri. Pertanto, a differenza del resto d’Europa la Gran Bretagna aveva le condizioni storiche per creare situazioni in cui persone colte di tutti i ceti potessero incontrarsi e discutere senza pregiudizi. L'esigenza del confronto tra individui fu ovviamente favorita dall'avvento in Europa dell’illuminismo e della rivoluzione scientifica.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • "All'ombra della loggia" in Focus Storia 2017, 4, Mondadori
  • M.Griner, "Sapeva farsi rispettare", in Focus Storia, 2020/09, 2, Mondadori
  • P. Panza, "Dalle Accademie del '700 a Gadda alle origini della Linea Lombarda", in Corriere Della Sera, 2018, 1, Mondadori
  • R.Ursin, "The Enlightenment's overachiever", in Pittsburgh Post-Gazette, 2013/10,
  • G.Rotondi, "Spacca Napoli", in Focus Storia, 2019/9