Utente:Ivan Agliardi/Sandbox
Giovanni Meloni (Povegliano Veronese, 19 gennaio 1940 – Verona, 3 marzo 2019) è stato un pittore italiano, noto soprattutto nel Nord Europa per lo stile distintivo che spazia tra figurazione e astrazione.
Produzione artistica
[modifica | modifica wikitesto]Giovanni Meloni inizia l’attività artistica a Verona nella seconda metà degli anni ’60 con una breve frequentazione dell’Accademia Cignaroli e un più consistente apprendistato presso lo scultore bolognese Quinto Ghermandi e il pittore milanese Giorgio Bellandi. In quel periodo entra in contatto con l’area più vivace e innovativa della comunità di artisti cittadini, condividendo le esperienze degli ultimi gruppi di tendenza. Insofferente a ogni collocazione stilistica, Meloni ha sviluppato un proprio itinerario libero, oscillante tra figurazione e astrazione, che diventerà la sua cifra stilistica.
Nei primi anni ‘70 stringe amicizia con lo scultore danese Jørgen H. Sørensen con il quale inizia una pratica artistica fatta di scambi, confronti e sessioni di lavoro in comune, che durerà tutta la vita. Dal loro sodalizio nascerà una lunga frequentazione di Meloni dei paesi del Nord Europa nei quali la sua produzione artistica, una rielaborazione creativa dell'astrazione informale europea, troverà immediato successo sostenuta dalla prestigiosa Galerie Birch di Copenaghen e da pubbliche istituzioni tra le quali l’autorevole Louisiana Museet di Humlebaek. Oltre alle numerose mostre personali, alcune in condivisione con Sørensen, Meloni espone insieme ad autori dello storico gruppo CoBrA, tra i quali, Corneille, Egill e Robert Jacobsen, Carl-Henning Pedersen, e esponenti europei dell’Arte Informale come Pierre Soulage e Reinhoud.
Alla fine degli anni ’70 Meloni abbandona la fase “fauve” per una ricerca più lirica e delicata, che introduce nelle sue opere tracce di figurazione. Nei primi anni Ottanta è in Germania, ospite della fotografa Candida Höfer, per lunghi periodi di lavoro nei quali avvia un diverso percorso formale che lo avvicina al movimento dei Neuen Wilden e apre la strada a successive sperimentazioni: dalla modifica della geometria convenzionale delle tele all’inserimento nella sua pratica artistica di materiali diversi dalla pittura come legno, ferro, ceramica. Negli anni ’90 è attratto dalla essenzialità dei gesti e dalla forza simbolica della forma; inizia quindi una nuova fase caratterizzata da un minimalismo formale prevalentemente espresso dal bianco e nero e successivamente da una ripresa del colore in senso monocromatico.
Nei periodi di permanenza a Verona, partecipa intensamente alla vita sociale e culturale cittadina organizzando, insieme al critico d’arte belga Arno Vroonen, alcune mostre-installazione nell’area archeologica degli Scavi Scaligeri a cui invita affermati artisti internazionali tra i quali Anish Kapoor, Giuseppe Penone, Julian Opie, promuovendo inoltre incontri, mostre e serate d’arte nel suo atelier di via Pigna, che diviene centro catalizzatore di giovani artisti. Tra gli ospiti di questi eventi, artisti di orientamento assai diverso tra i quali Milo Manara e Geoffrey Hendricks, con cui Meloni realizzerà alcune collaborazioni.
La fine del secolo scorso e il primo decennio dell’attuale lo vedono impegnato in una riflessione sui linguaggi di culture lontane, da lui lette attraverso il filtro del “magico” e del mistero, con un crescente interesse per l’arte primitiva.
Negli ultimi vent’anni la sua attività artistica è sempre più legata a viaggi e a lunghi soggiorni nei paesi dell’America Latina e dell’Estremo Oriente: una immersione in realtà ricche di stimoli, che rivelano anche condizioni umane di durezza e degrado estremi e segnano fortemente il suo lavoro artistico. Per quasi un decennio espone negli spazi dell’Arsenale Austriaco di Verona cicli di opere in mostre auto allestite, concepite come “reportage” dei viaggi da lui compiuti e delle persone incontrate: dai contadini poveri del Nord Est del Brasile, ai bambini di strada della Cambogia, alle prostitute dei ghetti a luci rosse della Thailandia. Attraverso un progressivo processo di deformazione della figura costruisce un aspro linguaggio per raccontare la disumanizzazione della donna e la sua arte diviene strumento di denuncia, rivendicandone il ruolo sociale che ne aveva ispirato gli esordi e che manterrà sempre.
Principali mostre
[modifica | modifica wikitesto]Personali
[modifica | modifica wikitesto]• 1973 - Verona, Studio La Città, Giovanni B. Meloni
• 1975 - Copenaghen, Galerie Birch, Giovanni Meloni
• 1976 - Alborg, Danimarca, Galerie Lerche, I lupi ti mangeranno
• 1977 - Copenaghen, Galerie Birch, Giovanni Meloni
• 1978 - Randers, Danimarca, Galerie Nord, Mantieni intatta la follia del cuore
• 1980 - Verona, Galleria Ferrari, Giovanni Meloni
• 1981 - Gelsenkirchen-Buer, Germania, Galerie Maennig, Paesaggi immaginari e altre cose che vengono dal cuore
• 1982 - Maastricht, Agora Studio, Giovanni Meloni; Verona, Gran Guardia, Perlustrazione non stop 1960/80 - Per Borges
• 1983 - Hasselt, Belgio, Provincial Museum, Giovanni Meloni
• 1985 - Antwerpen, Belgio, Galerij Polynero, Giovanni Meloni
• 1986 - Copenaghen, Galerie Brix, Giovanni Meloni; Verona, Galleria dello Scudo, Mani Bucate, opere 1985-86
• 1990 - Bruxelles, Belgio, Galerie Vanparys, Giovanni Meloni Schilderijen/Peintures; Verona, Galleria dello Scudo, Giovanni Meloni. Vent’anni di Pittura
• 1995 - Chicago, Istituto Italiano di Cultura, Giovanni Meloni. Irma, Majakovskij… and others; New York, Frau Gallery Soho, Giovanni Meloni. Irma, Majakovskij … and others
• 1996 - Montreal, Canada, Istituto Italiano Cultura, De l’amour et de la mort
• 2000 - Lonigo, Vicenza, Villa Pisani, Verba volant, scripta manent - Giovanni Meloni
• 2003 - Verona, Arsenale, Pad. 20, Gli ultimi sognatori
• 2004 - Verona, Arsenale, Pad. 20, Sesto continente
• 2005 - Verona, Arsenale, Pad. 20, Bahia
• 2006 - Verona, Arsenale, Pad. 20, Shaban che scappò da Kolkata per andare a morire a Yangon
• 2007 - Verona, Arsenale, Pad. 20, Soi Yamato
• 2008 - Verona, Arsenale, Pad. 20, The Last Dinner
• 2017 - Verona, San Vito al Mantico, Officina Spezia, 20 12 1973
Collettive
[modifica | modifica wikitesto]• 1970 - Milano, Palazzo Reale, Premio Ramazzotti
• 1971 - Milano, Galleria del Grattacielo, Proposte per un paesaggio
• 1972 - Verona, Galleria dello Scudo, Proposte per un paesaggio
• 1974 - Copenaghen, Den Frie Udstilling, De Frie Kunstnere; Alborg, Danimarca, Nordjllands Kunst Museum, De Frie Kunstnere
• 1975 - Humlebaek, Danimarca, Louisiana Museet, Hanno tagliato le gambe ai cavalli bianchi, con Jørgen H. Sørensen
• 1976 - Oslo, Onstad Museet, Cinesi a Ika, con Jørgen H. Sørensen
• 1977 - New York, Bronx Museum Arts, The First International Drawing Biennale
• 1978 - Verona, Galleria Novelli, Mantieni intatta la follia del cuore - Anche il cuore di Beatrice fu promesso ad un barbaro, con Jørgen H. Sørensen e Milo Manara; Milano, Palazzo Reale, Frammenti di qualcosa di continuo, con Jørgen H. Sørensen
• 1981 - Gelsenkirchen-Buer, Germania, Galerie Maennig, Giovanni Meloni. Keramik
• 1983 - Salisburgo, Austria, Una pittura inquietante
• 1984 - Ferrara, Gallerie Civiche, Verona sessantottanta; Verona, Galleria Cinquetti, Open Line
• 1986 - Ferrara, Palazzo dei Diamanti, Sguardi a Nord-Est
• 1987 - Antwerpen, Belgio, Polynero Gallery, Let’s fall in love. Selectie 1987
• 1988 - Muggia (TS), Casa Veneta, Lux Ferox
• 1996 - Verona, Marmomac, La Mensa di Marmo. Sei quadri sulla Passione; Copenaghen, Galerie Anne Marie, Senza fissa dimora, con Jørgen H. Sørensen
• 1997 - Copenaghen, Den Frie Udstilling, De Frie, Koloristerne
• 2008 - Orvieto, Palazzo Coelli, Arte dell’oggi e dell’appena ieri
• 2017 - Læsø , Danimarca, Læsø Kunsthal, Hanno tagliato le gambe ai cavalli bianchi, con Jørgen H. Sørensen
• 2018 - Copenaghen, Istituto Italiano di Cultura, Via Lattea/Milky Way, Giovanni Meloni e Jørgen H. Sørensen
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Alessandro Mozzambani, Giovanni B. Meloni, cat. mostra, Studio La Città, Verona, 1973.
Licisco Magagnato, Giovanni Meloni, Paesaggi immaginari e altre cose che vengono dal cuore, cat. mostra, Galerie Maenning, Gelsenkirchen, 1981.
Andrea B. Del Guercio, Mostra personale di Giovanni Meloni, cat. mostra, Palazzo della Gran Guardia, Verona,1982.
Erno Vroonen, Giovanni Meloni, Vent’anni di pittura, cat. mostra, Galleria dello Scudo, Verona, 1990.
Alessandro Mozzambani, Pittura a Verona 1950-1975, cat. mostra, Sala Consiliare, Sona (VR), 1990.
Mariateresa Ferrari, Dieci anni di lavoro, cat. mostra, Arte a Verona, Grafiche Aurora, 1991.
Johannes Cladders, Giovanni Meloni. Irma, Majakovskij... and others, cat. mostra, USA Books, Verona, 1995.
Eli Benveniste, Koloristerne 1997, cat. mostra, De Frie, Copenaghen, 1997.
Gesualdo Bufalino & Giovanni Meloni, Antico Angelus, Quaderno di poesie, Chimerea Officina, Verona, 1997.
Roberto Sanesi, Giovanni Meloni, Le lunghe notti a Malatesta, poesie di Roberto Sanesi, disegni originali di Giovanni Meloni, Giampaolo Prearo Editore, Milano, 1997.
Luigi Meneghelli, Verba volant, scripta manent - Giovanni Meloni, cat. mostra, Villa Pisani, Lonigo, Vicenza, 2000.
Laura Lorenzoni, Verona, in A.A.V.V., La pittura nel Veneto, Il Novecento, Tomo Primo, Electa, Milano, 2006.
Camilla Bertoni, Giovanni Meloni, in A.A.V.V., Arte oggi e dell’appena ieri, Fondazione Cariverona, Fondazione Domus, Verona, 2008.
A.A.V.V., Opere, Fondazione Cariverona, Fondazione Domus, Verona, 2015.
Vincenzo Pavan, Disciplina e progetto nell’arte di Giovanni Meloni, in Architetti Verona n. 110, 2017.