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Cinisara[modifica | modifica wikitesto]

La cinisara è una razza bovina autoctona siciliana a duplice attitudine, secondo alcuni autori mantenutasi in purezza per l’isolamento territoriale della sua zona di origine, costituita da una fascia costiera delimitata dalle montagne carbonatiche del palermitano, nel territorio di Cinisi (PA) da cui la razza trae il nome. Nel 2000 il numero totale di riproduttrici è stato valutato in 3.500 capi così come riportato nel Piano di Sviluppo Rurale della Regione Siciliana redatto ai sensi del Reg.CE 1257/99 (GURS n°5 del 2/02/2001). Nel 2002 secondo il National Focal Point della FAO, la consistenza numerica della popolazione bovina Cinisara si attesta su un numero effettivo di soggetti in età riproduttiva pari a 512 capi; la razza Cinisara si può definire una popolazione “danneggiata” in base alle classi di rischio genetico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La razza ha antichissime origini, testimoniate da documenti risalenti al 1200, conservati presso l’archivio del monastero di San Martino delle Scale. Riconosciuta razza sul finire del 1995, sin dal 1975 figurava nel libro genealogico della Modicana anche se, sin dall’inizio degli anni ’80, veniva considerata una popolazione ben definita di tutto rispetto, sia per il profilo funzionale che morfologico, tanto da richiamare l’attenzione degli studiosi che unitamente agli allevatori puntualizzavano, in diversi convegni scientifici e rassegne nell’area di maggiore diffusione (la provincia di Palermo ed in particolare i comuni di Cinisi, Torretta e Carini), le peculiarità tipiche come premessa di notevole interesse zootecnico.

Areale[modifica | modifica wikitesto]

Appartenente al gruppo delle Podoliche, si è differenziata come ecotipo locale diverso dalla Modicana e maggiormente produttiva rispetto ad essa anche grazie all’ambiente di allevamento più favorevole. L'area geografica di origine della razza Cinisara è costituita da un vasto comprensorio della provincia di Palermo che va dalle montagne del Palermitano a cavallo dei comuni del versante occidentale: Torretta, Capaci, Isola delle Femmine, Carini, Montelepre, Giardinello, Cinisi (comune quest’ultimo dal quale ha preso il nome), Terrasini, e si spinge fino al versante orientale interessando i monti del palermitano a cavallo dei comuni di Altofonte, Monreale, Belmonte Mezzagno, Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela fino a toccare le zone più interne della provincia di Palermo raggiungendo i comuni di Corleone e Prizzi, nel bacino del fiume Alto Belice e quelli, di Godrano, Bolognetta, Marineo e Mezzojuso lungo la valle del fiume Eleuterio prima e del San Leonardo poi.

Caratteristiche morfologiche[modifica | modifica wikitesto]

  • mantello: nero uniforme;
  • pelle: sottile, elastica, facilmente distaccabile dai tessuti sottostanti, con pelame corto, fine e folto;
  • statura e taglia: l’altezza media del garrese oscilla tra i 130 cm ed i 150 cm;
  • testa: nelle vacche leggera, tendente al mesodolicocefalo, a profilo rettilineo o leggermente concavo nella porte prossimale al musello. Arcate orbitali ben rilevate con occhi grandi, scuri e vivaci a fior di testa o leggermente sporgenti, orecchie piuttosto ampie con corti peli all’esterno folti e lunghi sul bordo del padiglione auricolare tendenti al glabro intimamente; narici nere di buone dimensioni e ben aperte; musello nero di medie dimensioni, labbro inferiore ben sviluppato; mascelle lunghe e robuste ma non grossolane; corna a lira con punte dirette all’indietro, di colore nero ovvero con colorazione biancastra alla base e nera verso la punta. Nei tori a profilo rettilineo con tendenza alla mesobrachicefalia con concavità prossimale al musello più accentuata; fronte ampia con leggera depressione centrale ed arcate orbitali più evidenti; occhi ancor più sporgenti; corna a mezzaluna con punte dirette verso l’alto e stessa colorazione delle femmine;
  • anteriore: collo mediamente lungo, più corto nei tori. Petto di media ampiezza; torace di media altezza e profondità con costole ben cerchiate. Arti poco muscolosi con ossatura fine ma robusta, di buona lunghezza con stinchi forti e asciutti;
  • linea dorso-lombare: orizzontale di moderata lunghezza con lieve avvallamento a metà dorso, apofisi spinose ben rilevate, vertebre giustamente distanziate: lombi di giusta conformazione in linea con il dorso;
  • groppa: rilevata con evidente sviluppo della spina sacrale, spiovente, di media lunghezza e larghezza pur mostrando tendenza a restringersi soprattutto in corrispondenza degli ischi. Coda con attacco alto, presenta leggero rilievo delle prime vertebre caudali con fusto, robusto all’attaccatura, lungo non oltre il garretto e terminante con fiocco abbondante nero;
  • arti posteriori: cose poco muscolose e appiattite, appiombi regolari, garretti forti e giusta angolatura, pastoie corte e giustamente inclinate; unghielli duri ben conformati, serrati e compatti con colorazione nera tendente all’ardesia;
  • mammella: di colore nero uniforme, di buon volume, leggermente pelosa, con base ampia, attaccata alta posteriormente anche se non di elevata larghezza, più ampio l’attacco anteriore. Forma tendente al globoso, tessitura morbida ed elastica, quarti regolari con capezzoli lunghi. Sistema venoso in rilievo e tortuoso con fontane ampie e marcate;
  • altre caratteristiche: tollerato il tipico mantello “agghio”: nero con una fascia bianca che investe la testa, la linea dorsale, il perineo, la coda e la linea ventrale. Portano alla squalifica: macchie bianche inguinali, alla mammella e in altre regioni del corpo diverse da quelle della tipica pezzatura “agghia”, nonché sfumature rossastre del mantello.

Caratteristiche produttive[modifica | modifica wikitesto]

Razza a duplice attitudine produttiva, data la notevole rusticità, formatasi nel tempo la bovina cinisara, a volte anche per mancanza di altre essenze sicuramente più appetibili, ha sviluppato un elevato grado di adattamento anche verso essenze che solitamente non sono appetibili e scarsamente pabulari (ad esempio l’Ampelodesmos mauritanicus, la Trigonella spp etc) ma molto ricche di sostanze anti-ossidanti che si trasferiscono poi nel latte o nella carne. In merito alla produzione di latte, questa supera anche i 3000 Kg per lattazione col 3,5% di grasso. Per quanto riguarda l’attitudine alla produzione della carne i vitelloni Cinisari hanno fatto registrare incrementi giornalieri che si avvicinano al Kg, con peso vivo all’età di circa due anni supera i 500 Kg e con resa a caldo vicina al 60% (Leto et al. 1987). Attualmente è in corso la richiesta per la per l’ottenimento della D.O.P. “Carne di Cinisara” presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali intrapresa dal Consorzio di Tutela della Carne Bovina Cinisara di Palermo.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]