Utente:Isaia Boscato/Villa Ghellini

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Villa Ghellini-Dall’Olmo è una villa veneta situata nel paese di Villaverla, in provincia di Vicenza. Venne commissionata nel 1664 da Giovanni Guglielmo Ghellini all’architetto Antonio Pizzocaro, ma i lavori di costruzione si interruppero nel 1679, e la villa rimase pertanto incompleta. Dopo alcuni cambi di proprietà, l’edificio venne acquistato nel 1980 dal Comune di Villaverla, che ne è attualmente proprietario.

Villa Ghellini dall'Olmo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàVillaverla
Indirizzovia sant'Antonio 10/18
Coordinate45°39′07.08″N 11°29′43.5″E / 45.651966°N 11.495416°E45.651966; 11.495416
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1664
Inaugurazioneincompiuta
Realizzazione
ProprietarioComune di Villaverla
CommittenteGuglielmo Ghellini

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Costruzione[modifica | modifica wikitesto]

I lavori di costruzione di Villa Ghellini-Dall’Olmo iniziarono nel 1664 ad opera di Antonio Pizzocaro, uno dei più rinomati architetti vicentini dell’epoca[1]. Il committente, Giovanni Guglielmo Ghellini, intendeva utilizzarla sia come residenza in campagna sia come simbolo di prestigio e potere[2]. L’edificio venne pertanto collocato di fronte a Villa Verlato, eretta dalla famiglia Verlato (che al paese di Villaverla aveva dato il nome[3]), in decadenza da diverso tempo. L’intento di Giovanni era dunque quello di mostrare il grande potere raggiunto dalla famiglia Ghellini. Villa Ghellini-Dall’Olmo venne eretta in un terreno in cui erano già presenti diversi edifici, che vennero abbattuti oppure inglobati nella struttura, tanto che alcuni di essi sono ancora visibili, come la cappella trecentesca a nord-ovest.

L’abbandono dei lavori[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione della villa proseguì fino al 1679, anno in cui i lavori vennero sospesi a causa del dissesto economico che aveva colpito la famiglia Ghellini. Il progetto venne poi definitivamente abbandonato nel 1680, a causa della morte dell’architetto[4]. Villa Ghellini-Dall’Olmo ha visto quindi la sua proprietà frammentarsi ed è stata affittata da diverse famiglie di cui spesso non rimane alcuna traccia documentaria. La villa venne utilizzata durante la Prima Guerra Mondiale come luogo di acquartieramento delle truppe italiane[5]. Gli ultimi proprietari privati dei terreni su cui sorge la villa sono membri della famiglia dall’Olmo, che li hanno poi venduti al Comune nel 1980.

L’acquisto del Comune[modifica | modifica wikitesto]

Il 9 giugno 1980 venne ufficializzata la compravendita della maggior parte degli ambienti e del parco di Villa Ghellini-Dall'Olmo. Il Comune di Villaverla decise di acquistarla da Giovanni e Francesco Dall’Olmo per porre rimedio allo stato di decadenza in cui la villa versava già da tempo: il soffitto aveva ceduto in diverse parti, molte stanze erano inagibili ed il parco era in stato di abbandono. L’amministrazione comunale aveva ipotizzato diversi usi per gli ambienti sia interni che esterni. L’utilizzo dei locali è però stato piuttosto sporadico a causa delle loro condizioni. Fin dall’acquisto di Villa Ghellini-Dall'Olmo, il Comune ha investito una grande quantità di fondi per opere di restauro, che sono state considerevoli ma ancora insufficienti a garantire l’agibilità della maggior parte delle stanze. Tuttavia, sia il parco interno che quello retrostante la villa sono stati immediatamente utilizzati: fin dai primi anni 80, la Pro Loco Villaverla e altre associazioni hanno organizzato una serie di eventi estivi, come concerti, sagre e feste per famiglie. l parco retrostante la villa è aperto al pubblico tutti i giorni in precise fasce orarie.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Stile architettonico[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Villa veneta.

La costruzione di Villa Ghellini-Dall'Olmo ad opera del Pizzocaro si inserisce nella lunga tradizione delle ville venete, che ha le sue radici nel fenomeno della conquista veneziana della terraferma iniziata nel XV secolo e la sua massima espressione nelle opere palladiane[6]. Il Pizzocaro, memore della lezione del maestro vicentino, riprende la passione classica per la simmetria, replicando sia nelle facciate esterne che nel cortile interno elementi come porte, finestre e lesene, oltre a concepire come speculari il lato nord e il lato sud[7]. Tuttavia, sono diverse le differenze tra le classiche ville palladiane e Villa Ghellini-Dall'Olmo: prime tra tutte, una pianta non perfettamente regolare e una maggior sobrietà nei fregi e nelle decorazioni esterne, a testimonianza di uno stile più severo che si era ormai diffuso nella Vicenza del Seicento[8].

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

La facciata ovest della villa
La facciata della villa che dà sulla strada, corrispondente al lato ovest.

Villa Ghellini-Dall'Olmo si costituisce di una struttura quadrangolare, al cui interno si trova un ampio cortile circondato da un porticato. La pianta non è perfettamente rettangolare, dato che il lato ovest, che consente l’accesso alla villa, segue l’andamento della Strada statale 349, non del tutto perpendicolare all’edificio. Le quattro ali della villa corrispondono ognuna ad un punto cardinale. Il lato est rappresenta il corpo principale, ed è dunque il più alto e profondo; esso confina inoltre con il parco retrostante la villa, a cui è possibile accedere mediante un cancello. I lati nord e sud sono costruiti specularmente rispetto al cortile interno. Il lato ovest presenta due grandi arcate di accesso, di cui una (quella più centrale) solamente ai pedoni. È possibile osservare che Villa Ghellini è rimasta incompleta sin dalla sua costruzione attraverso la differenza di altezza che intercorre tra la parte sinistra del lato est e la parte destra del lato est. Nei progetti iniziali, infatti, la facciata sarebbe dovuta essere speculare.

Interni[modifica | modifica wikitesto]

Gli interni della villa rispecchiano in maniera ancora più evidente l’incompiutezza dell’opera architettonica. Mancano infatti in quasi tutte le stanze affrescature, statue ed ornamenti tipici di una villa veneta, come lampadari o tappeti. I locali al pianterreno del lato sud sono ancora di proprietà della famiglia Dall’Olmo, e sono pertanto chiusi al pubblico. I locali del primo piano sono invece di proprietà del Comune, ma sono anch’essi chiusi al pubblico a causa della loro totale inagibilità. Le stanze del lato ovest sono invece state rimodernate nei primi anni ottanta per permettere alla Pro Loco Villaverla di stabilire qui i suoi uffici. Il lato nord presenta i locali più vasti, locali che sono stati restaurati nel 2015 per poter essere utilizzati come sala conferenze e videoproiezioni. Il lato est rappresenta il più elevato grado di incompiutezza, e al primo piano è possibile osservare una serie di aperture, mai completata, che avrebbe permesso di attraversare l’intera lunghezza dell’edificio da nord a sud. Tuttavia, nel piano terra del corpo principale è presente una ampia sala a forma di T con due arcate che consentono l’accesso sia al cortile interno che al parco retrostante la villa. Data la sua importanza, il lato est è stato soggetto a diverse opere di restauro, tra cui la riqualificazione dello scalone d’onore principale, che porta dal piano terra al primo piano, ed il ripristino di alcune statue attribuite a Giacomo Cassetti[9].

La sala dei Caminetti, nel lato nord.
La sala dei Caminetti, nel lato nord.

Il parco[modifica | modifica wikitesto]

Nel complesso di Villa Ghellini- Dall'Olmo sono presenti due zone verdi distinte. Una di esse è il cortile interno, al quale si accede attraverso il lato ovest. Il cortile è rettangolare e la sua ragione di esistenza è principalmente estetica: è infatti tipico dello stile delle ville venete l’immersione in una sorta di paradiso terrestre, nel quale la natura gioca un ruolo fondamentale nella composizione del paesaggio. Quello di Villa Ghellini-Dall'Olmo è tuttavia un caso particolare, dato che è la struttura architettonica a circondare la zona verde, e non viceversa[10].

Il parco retrostante la villa, che si stende per alcuni ettari verso est e verso sud, faceva parte dei terreni di proprietà della famiglia Ghellini ed era adibito ad uso agricolo. L’incuria e la mancanza di un proprietario stabile lo aveva reso nel tempo inutilizzabile, a causa della presenza di folte erbacce. Sin dai primi anni dopo l’acquisto, il Comune di Villaverla ha investito molti fondi nel restauro del parco, installando un cosiddetto “Percorso vita”, ossia rimuovendo tutte le piante infestanti, piantando nuovi alberi, fiori ed arbusti di vario genere e costruendo un viale in terra battuta che circumnaviga il parco. Erano inoltre state installate diciotto stazioni ginniche con relativi cartelli esplicativi; di esse ne sono rimaste solamente due.

Particolare del parco di Villa Ghellini.
Particolare del parco di Villa Ghellini.


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Trevisan, Antonio Pizzocaro, p. 58
  2. ^ Pendin, Storia di Villaverla, p. 209
  3. ^ Pendin, Storia di Villaverla, p. 44
  4. ^ Trevisan, Antonio Pizzocaro, p. 99
  5. ^ Pendin, Storia di Villaverla, p. 40
  6. ^ Michelangelo Muraro, Civiltà delle Ville Venete, Udine, Magnus Edizioni, 1986, ISBN 8870570436.
  7. ^ Trevisan, Antonio Pizzocaro, pp. 177-182
  8. ^ Barbieri, Storia dell'architettura, p. 99
  9. ^ Renato Cevese, Le ville vicentine, Treviso, Canova, 1954.
  10. ^ Trevisan, Antonio Pizzocaro, p. 183

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Trevisan Luca, Antonio Pizzocaro architetto vicentino, Rovereto, Edizioni Osiride, 2009, ISBN 887498121X.
  • Galdino Pendin, Storia di Villaverla, Villaverla, 1995.
  • Barbieri Franco, Storia dell'architettura del Veneto. Il Seicento, a cura di A. Roca de Amicis, Marsilio, 2009, ISBN 8831794418.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]