Utente:Iacopo iannace/Sandbox

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Villa De Vecchi
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàCortenova
IndirizzoVia Provinciale 2
Informazioni generali
CondizioniAbbandonata
CostruzioneDal 1854 al 1858
Inaugurazione1858
StileEclettico
Piani3
Realizzazione
ArchitettoAlessandro Sidoli
CommittenteConte Felice de Vecchi

Villa de Vecchi è una villa del 1800 situata a Cortenova, un paese in provincia di Lecco. Negli anni post costruzione fu un edificio molto curato con annesso un grande giardino. Con il passare degli anni, a causa dell'abbandono e di alcuni atti vandalici la villa ha perso il suo fascino iniziale.

La storia della villa

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La Villa De Vecchi, soprannominata Casa Rossa per via del suo originario colore, fu voluta dal conte Felice De Vecchi, uno dei protagonisti dell'epoca in cui ci fu il Risorgimento italiano. La cosa spettacolare della villa erano gli arredamenti, infatti il conte aveva una grande passione per l'oriente, arrendando quindi la villa con molti oggetti provenienti da varie parti del mondo. La casa oggi si presenta come un rudere ma allora era spettacolare, infatti oltre ai molti suppellettili collocati nei tre piani che la compongono, aveva un bellissimo parco annesso, contenente un grande giardino esterno con una fontana che oggi però pare putroppo misteriosamente scomparsa.[1]

Fu Iniziata nel 1854 e terminata nel 1858, finanziata da Felice de Vecchi e progettata dall’architetto Alessandro Sidoli, un architetto eclettico della seconda metà dell'800. Il conte invece, era a capo della Guardia nazionale italiana e partecipò alle Cinque giornate di Milano. Ormai da decenni si trova in uno stato di abbandono, infatti con il passare degli anni sono nate delle leggende su dei fantasmi e su alcune presenze soprannaturali che si crede essere presenti. Inoltre le foto della villa sono state pubblicate sul sito internet statunitense Buzzfeed, su buzzfeed.com., che vanta circa 40 milioni di letture al mese, vicino ad altre sei case stregate scelte tra quelle di tutto il mondo. L'edificio è situato sui monti Valtellinesi ed è conosciuta localmente come "la Villa dei Fantasmi" dato che l'edificio abbandonato è stato presumibilmente il luogo di un omicidio.[2]

Leggende Metropolitane

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Negli ultimi anni si sente sempre più parlare delle sospette presenze che sarebbero presenti nella villa. Dai racconti popolari è emerso che durante le notti del solstizio d'estate o quello d'inverno si possa sentire un lamento femminile proveniente dall'interno, appartenente presumibilmente all'amante dello storico proprietario, morta all'interno delle mura, a causa di un omicidio. Inoltre si racconta che la casa è il luogo in cui con il passare degli anni sono avvenuti dei suicidi a cui le autorità non sono riuscite a dare una descrizione accurata. Invece è dimostrato che non sia mai stato commesso nessun crimine al suo interno. Oltre alle grida è stata tramandata la leggenda del pianoforte, si racconta che nelle ore notturne è possibile udire un suono di pianoforte proveniente dalla sala, dove tutt'ora è presente un vecchio piano ormai distrutto. Dal 1920 in poi la villa è stata usata come ritrovo per riti satanici. Oggi l'edificio risulta in uno stato di abbandono, per tutelare la sicurezza il comune ha posto delle recinzioni in torno all'abitazione, che con il passare degli anni ha perso la sua bellezza, diventando pericolante ed inagibile.[3]

Futura ristrutturazione

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Durante gli ultimi anni c'è stata una vera e propria campagna con lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla villa, tenuta dal Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con l'amministrazione comunale. Nel 2012 è stata effettuata una raccolta di circa 250 firme, purtroppo inutili allo scopo di ristrutturare la villa. I motivi sono molteplici, inizialmente la casa è in una situazione di abbandono, quindi ogni eventuale compratore non saprebbe come poterla sistemare. I vecchi proprietari si erano disposti a cederla anche gratuitamente per riuscire a rivalorizzare la bellezza ormai perduta della villa. Il F.A.I. purtroppo non può prendere in carico la situazione dato che servirebbero circa 6 milioni di euro per la ristrutturazione. Purtroppo il futuro della villa pare molto incerto, dato che la Provincia di Lecco e la Sovrintendenza ai beni culturali hanno stabilito un pericolo alla parete della montagna limitrofa di tipo idrogeologico medio-alto, bloccando così, per il momento, ogni possibile intervento di restauro.[4]

L’architetto che progettò la villa fu Alessandro Sidoli, purtroppo morto in giovane età, fu a capo di un tipo di architettura definita eclettica. Il conte, non che finanziatore, girò l’Europa, infatti nella villa furono trovate contaminazioni di architetture come quella bulgara, moresca o rumena. Essendo un edificio del 1800, anni in cui si creavano strutture solidissime, infatti presenta delle mura molto spesse e l'usura causata dagli agenti atmosferici impiegherà molto tempo prima di riuscire a consumarla per intero.[5]

In architettura l'eclettismo definisce quelle architetture legate ad una concezione storicistica dell'architettura da un lato e che nel contempo tendono ad un'unità sincretica, con la mescolanza di elementi ripresi da diversi movimenti storici ma anche esotici e contemporanei. Le prime manifestazioni si verificarono nell'Inghilterra settecentesca e perdurarono per tutto l'Ottocento e parte del Novecento. Assimilabili a questo filone anche alcune sperimentazioni della corte dei Borbone di Napoli che a Palermo, nel periodo del rifugio dalla Repubblica Napoletana del 1799, come nella Palazzina Cinese. Nelle manifestazioni dell'eclettismo del primo ottocento le forme riprese erano in generale quelle classiche. Infatti si sviluppò principalmente l'Architettura neoclassica che si manifestò con il recupero di concetti e forme del classicismo greco (architettura neogreca), del Rinascimento (architettura neorinascimentale) e del Barocco (architettura neobarocca). Nei decenni successivi si svilupparono delle tendenze di recupero dell'architettura medievale che si manifestò con l'Architettura neogotica, neoromanica e neobizantina. Verso la fine del XIX secolo e i primi del XX ebbero molto spazio i riferimenti alle architetture esotiche (soprattutto dell'Oriente) come l'Architettura neoegizia, l'Architettura islamica (Architettura neomoresca), ma anche l'architettura cinese e indiana. Nel XX secolo si aggiungono anche caratteri stilistici dell'architettura modernista e dell'Art Nouveau. Il termine fu introdotto nel 1700 da Johann Joachim Winckelmann, teorico del neoclassicismo nelle arti figurative per indicare l'opera deiCarracci e la dottrina estetica da essi propugnata..[6]

  1. ^ Villa De Vecchi e i suoi misteri, su misteridelmondo.it.
  2. ^ Dalla casa abbandonata il suono di un pianoforte, su ilgiorno.it.
  3. ^ Villa De Vecchi e i suoi misteri, su misteridelmondo.it.
  4. ^ Cortenova di Bindo, su milombardia.gazzetta.it.
  5. ^ Cortenova di Bindo, su milombardia.gazzetta.it.
  6. ^ Ecletticismo, su it.wikipedia.org.

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