Utente:Giulio Zanni/Sandbox2

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Cooperativa Architetti e Ingegneri
StatoIT
Forma societariaSocietà Cooperativa
Fondazione28 novembre 1947 a Reggio nell'Emilia
Fondata da
  • Ennio Barbieri
  • Silvano Gasparini
  • Aldo Ligabue
  • Antonio Pastorini
  • Osvaldo Piacentini
  • Athos Porta
  • Antonio Rossi
  • Eugenio Salvarani
  • Franco Valli
Sede principaleReggio nell'Emilia
Persone chiavesoci dal 1961:
  • Ermanno Grasselli
  • Paolo Voltolini
Prodottiservizi di pianificazione progettazione e direzione lavori:
  • urbanistica
  • architettura
  • ingegneria civile

ATTENZIONE: Pagina temporanea in costruzione

Cooperativa Architetti e Ingegneri è una società cooperativa di professionisti che opera nel campo disciplinare dell'urbanistica, dell'architettura e dell'ingegneria civile, fondata nel 1947 a Reggio Emilia.

Questa cooperativa è stata la prima formata da professionisti[1][2][3][4], unica in Italia fino al 1970[5][6][4]. Essa pur essendo stata oggetto di varie vicende che ne hanno modificato aspetti di dettaglio quali: varianti della denominazione, sede e altre caratteristiche, esiste e opera tuttora e costituisce uno degli studi di progettazione più importanti delle città di Reggio Emilia[7].

Nel novembre 1947, su iniziativa di un gruppo di giovani studenti in architettura e ingegneria di Reggio Emilia, nasce lo “Studio cooperativo di costruzioni civili”, destinato ad assumere, nel 1952, la denominazione, immutata fino ad oggi: “Cooperativa Architetti e Ingegneri”.

La Cooperativa nacque nel clima di rinnovamento dell'immediato dopoguerra. Testimone di questo clima, fra gli altri, Gabriele Mucchi che in una sua intervista a Guido Zucconi del periodico Domus[8] incluse i soci fondatori della cooperativa dei primi anni (definiti:"giovani del collettivo di Reggio Emilia") in un movimento di architetti «realisti» o «razionalisti-non-formalisti».

Sono gli stessi soci fondatori a illustrare con maggior dettaglio il clima socioculturale, le motivazioni e le intenzioni che portarono il "collettivo" a scegliere quella inedita forma cooperativa per la loro società. in particolare come società in due pubblicazioni[9][10] e in forma di ricordi personali in diverse interviste[11] e interventi[5] di Franco Valli, a lungo presidente della Cooperativa.

Clima socioculturale di Reggio Emilia

[modifica | modifica wikitesto]

Favorirono l'associazione dei giovani professionisti in forma cooperativa, proprio a Reggio Emilia e non altrove, questi fattori peculiari[5][11]:

  • la lunga tradizione di democrazia diretta e di associazionismo nel campo del lavoro che risaliva a prima del regime fascista e che in questa provincia aveva dato luogo alle prime e più significative esperienze del movimento cooperativo;
  • la diffusa opposizione a ogni vincolo antidemocratico e una propensione all'apertura agli stimoli culturali provenienti dall'estero che si erano consolidate durante la guerra;
  • le piccole dimensioni della città che facilitavano i rapporti fra i giovani per studio, associazionismo o sport.

Origini, orientamenti, motivazioni e intenzioni

[modifica | modifica wikitesto]

Non vi era un orientamento ideologico comune vuoi di origine familiare, vuoi di personale convincimento, né una comune appartenenza di classe sociale fra i futuri componenti della cooperativa, provenienti o appartenenti a tradizioni cattoliche, socialiste e liberali e sia ai ceti popolari che borghesi. Li accomunava invece una opposizione al regime che si manifestava nei singoli con diversi gradi di impegno, dalla personale insofferenza, fino all'adesione militante alla resistenza, nonché l'essere stati tutti coinvolti in vario grado dalle vicende della guerra.

Nelle testimonianze di Franco Valli[5][11] emerge con chiarezza il maturare, nel confronto e nella discussione fra i protagonisti, di un atteggiamento comune che include alcuni capisaldi:

  • un grande entusiasmo;
  • una fiducia (definita "ingenua") nella possibilità di cambiare il mondo grazie alla libertà raggiunta e per mezzo dell'attività che avevano scelto;
  • la convinzione della funzione sociale della professione;
  • la volontà di mettere da parte gli egoismi e i protagonismi individuali in favore di un lavoro di gruppo, capace di dare più sicurezza al singolo e più forza al "collettivo", nei rapporti con la committenza.

Prodromi: gli anni del Politecnico, l'attitudine critica, le esperienze formative e i maestri

[modifica | modifica wikitesto]

Il clima politico studentesco a Milano in quegli anni dell'immediato dopoguerra era piuttosto turbolento come si evince dalle parole dei protagonisti[11] e non dovette essere ininfluente sulla formazione e sulla coesione del gruppo, agendo probabilmente come collante, la necessità di coalizione di questi studenti genericamente e spesso impropriamente qualificati come "rossi" in base alla loro provenienza emiliana, in contrapposizione in particolare agli studenti provenienti dall'Istria a seguito della occupazione iugoslava, che erano definiti "fascisti" in modo altrettanto generico ed improprio.

Un'altro fattore di coesione e di impegno comune fu certamente la campagna per la repubblica in preparazione del Referendum per l'abrogazione  della monarchia in italia del 1946 che vide impegnati tutti i componenti del gruppo.

Relativamente alle figure di importanti architetti che ebbero rilevante influenza sul futuro "collettivo" si ricordano l’architetto Enea Manfredini, che Eugenio Salvarani conosceva e frequentava essendo suo cognato e che con lui aveva avuto contatti con l’architetto Franco Albini che era stato incaricato della redazione del Piano Regolatore Generale di Reggio Emilia[11].

Prima ancora della fondazione dello Studio cooperativo di costruzioni civili, tra gli studenti reggiani del Politecnico di Milano, nel corso della redazione di alcune ricerche e studi poi presentati alla VIII Triennale, ci fu la formazione di un abbozzo di associazione, che per certi versi e indirizzi prefigurava la futura cooperativa, richiedendo per l'adesione l'impegno all'anonimato e all'adozione di un nome collettivo.[11] Comune a questi studenti era un atteggiamento critico verso i contenuti dell'insegnamento universitario più accademici e svincolati dai problemi sociali e immediati della popolazione italiana del dopoguerra. Furono in particolare Osvaldo Piacentini, da poco passato dalla facoltà di ingegneria a quella di architettura, destinato ad assumere negli anni successivi un ruolo carismatico nella Cooperativa Architettie e Ingegneri e nell'urbanistica italiana del dopoguerra, ed Eugenio Salvarani, a presentare in quella cornice una relazione sul problema delle abitazioni a Reggio Emilia[7] che è di grande interesse per capire le loro scelte successive di professionisti "impegnati"[12].

Essi (in particolare Osvaldo Piacentini, Ligabue, Salvarani e Pastorini) trovarono ispirazione e stimolo alla maturazione di queste idee nella collaborazione con Franco Marescotti per la redazione di alcune sezioni del libro: Il problema sociale, costruttivo ed economico dell’abitazione[13]. Questa esperienza, fondata sull'analisi minuziosa e aggiornata oltreché estesa all'ambito internazionale delle tipologie residenziali a scala sia di quartiere che di edificio e dei singoli ambienti, fu trasferita all'intero gruppo, sul quale ebbe notevole influenza. Maturò così nei futuri professionisti la consapevolezza che l'attività che avevano scelto di intraprendere richiedeva collaborazioni e specializzazioni  poco compatibili con una attività solo individuale.

Una volta scelta la forma di società cooperativa, non fu semplice convincere della opportunità di fondare una inedita cooperativa tutta di tecnici il Movimento Cooperativo di cui ad esempio un rappresentante importante, Arturo Bellelli, nel 1947 era contrario[11]. L’onorevole Ivano Curti, senatore, presidente del C.C.P.L. (Consorzio Cooperativo di Produzione e Lavoro) di Reggio Emilia e futuro presidente della “Associazione Nazionale delle Cooperative di Produzione e Lavoro” fu invece un sostenitore della prima ora dell'idea e divenne figura politica di riferimento per il gruppo al punto che venne da essi considerato uno dei "padri" della cooperativa[5].

Il "periodo eroico"

[modifica | modifica wikitesto]

L'attività professionale vera e propria poté iniziare solamente nel 1949 con la laurea in architettura di Osvaldo Piacentini e in ingegneria di Franco Valli[5]. I primi anni della cooperativa a partire da questa data sono stati definiti da Franco Valli il "periodo eroico"[5].

Mezzi economici molto limitati, amministrazione e organizzazione dell'azienda sostanzialmente carenti, assenza di collaboratori e dipendenti, costrinsero a portare avanti il duro lavoro di gruppo con l'esclusivo contributo dei soci, sorretto dal volontarismo e dall'entusiasmo, applicando in ogni fase del progetto un metodo basato su discussione e confronto su soluzioni alternative che venivano sottoposte al giudizio collettivo. Le molte notti passate al tecnigrafo, i notevoli sforzi lavorativi ed economici investiti nella partecipazione ai concorsi, le difficili lotte per l'affermazione del gruppo anziché dei singoli, la retribuzione ad ore, uguale per tutti e simile a quella degli operai edili, solo teorica e spesso, per scarsità di risorse, pagata in parte solo a chi ne aveva maggior bisogno, misero a dura prova la resistenza del "collettivo", ma nell'arco di cinque anni portarono la cooperativa alla notorietà in tutta italia per le opere che riuscì a proporre e a realizzare.[5]

Alla vivace dialettica interna, che si rivelò sempre costruttiva sui temi teorici e pratici della professione, corrisposero, nel campo della conduzione della società, discussioni e a volte contrasti accesi per i problemi interni dovuti alla inadeguatezza dei risultati economici rispetto ai successi professionali. Si dibatté sulla importanza e i modi per strutturare l’azienda in modo più stabile e meno volontaristico e ci furono contrasti su come conciliare l’impegno della cooperativa con il rapporto con le istituzioni (l’università e la politica) e le imprese. Questi contrasti portarono nel 1956 alla prima scissione del gruppo originario, con la fuoriuscita dalla cooperativa di due delle sue figure di maggior spicco: Eugenio Salvarani e Antonio Pastorini[11].

Dal punto di vista culturale nel corso degli anni fra il 1953 e il 1957 ci fu un forte impegno analitico, dialettico e di verifica fra l’architettura delle riviste e insegnata dai docenti universitari più aggiornati (che contrapponeva canoni “funzionalisti” o “razionalisti” a quelli “accademici” o “retorici” del periodo fascista e dei professori più tradizionalisti), e l’architettura pratica imparata in cantiere con le prime esperienze professionali.[11][14] I giovani architetti e ingegneri cooperatori aderivano ai principi del funzionalismo nello sviluppo delle strutture, delle tipologie e dei caratteri distributivi ma, di fronte alle peculiarità locali e contingenti delle esigenze del costruire nel contesto italiano ed emiliano, non potevano fare a meno di criticarne i canoni estetici che giudicavano troppo rigidi. In particolare, a loro modo di vedere, si sacrificavano le funzioni dell’involucro (in particolare la protezione dalle intemperie e la durabilità) e il sapere costruttivo tradizionale delle maestranze (basato soprattutto sull’uso sapiente del mattone) sull’altare dei canoni estetici dell’international style (coperture piane, assenza di sporti, volumi parallelepipedi, facciate bianche senza decorazioni e quasi sempre intonacate per motivi economici)[11][14].

Gli anni successivi (titolo provvisorio)

[modifica | modifica wikitesto]

A partire dagli anni '70 del '900, poiché altri professionisti in tutta Italia si riunirono in analoghe organizzazioni con denominazioni simili, è diventata consuetudinaria la ulteriore specificazione della ragione sociale in “Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia”, spesso abbreviata nell'acronimo "CAIRE".

Denominazioni, sedi e società: cronologia

[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1947 al 1996 esiste una sola Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia, con diverse variazioni nella denominazione e la suddivisione in due sezioni e due sedi (Architettura e Ingegneria nella sede di corso Garibaldi e Urbanistica e Pianificazione nella sede di via Reverberi) a partire dal 1990 (?):

1947 Fondazione della prima Società Cooperativa di Professionisti
società Studio cooperativo di costruzioni civili
sede corso Garibaldi, 7
1952 Nuova denominazione della della Società Cooperativa
società Cooperativa Architetti e Ingegneri
sede corso Garibaldi, 7
1970 Introduzione delle denominazioni estesa ed abbreviata della Società Cooperativa
Denominazione estesa Acronimo
società Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia CAIRE
sede corso Garibaldi, 7
1990 ? Una Società Cooperativa con due sezioni e due sedi
Denominazione estesa Acronimo
società Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia CAIRE
sedi Sezione Architettura e Ingegneria Sezione Urbanistica e Pianificazione
corso Garibaldi, 7 via Reverberi, 2

A partire dal 1996 le due sezioni (Architettura e Ingegnerie e Urbanistica e Pianificazione) si separano in due società[15] del tutto indipendenti:

1996 Due Società Cooperative
una Società Cooperativa di Architettura e Ingegneria una Società Cooperativa di Urbanistica
Denominazione estesa Progettazione Acronimo Logo Denominazione estesa Urbanistica Acronimo Logo
società Cooperativa Architetti e Ingegneri

di Reggio Emilia Progettazione

CAIREPRO
Cooperativa Architetti e Ingegneri

di Reggio Emilia Urbanistica

CAIRE

urbanistica

in attesa di autorizzazione
sedi 1996 corso Garibaldi, 7 via Reverberi, 2
2001 via Gandhi, 1
2015 via M. Ruini, 6

Alla fine del 2015, mentre la Cooperativa Architetti e Ingegneri Progettazione presentava risultati economici positivi e sostanzialmente stabili, poi confermati e certificati dai successivi bilanci di esercizio, la sola società Urbanistica, a seguito di difficoltà finanziarie, procedette a una serie di determinazioni e fu soggetta a successive procedure[16] che portarono alla liquidazione coatta amministrativa[17].

Si giunge quindi alla situazione societaria odierna che vede una sola Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia che opera con continuità aziendale dal 1947 a oggi con la esatta denominazione: COOPERATIVA ARCHITETTI E INGEGNERI - PROGETTAZIONE - SOCIETA' COOPERATIVA dedita alle seguenti attività: "Progettazione edilizia civile e industriale, progettazione e consulenza urbanistica"[18].

È da notare che il Consorzio Stabile nato a seguito della cessione del ramo d'azienda della società CAIRE Urbanistica in liquidazione coatta amministrativa, pur adottando lo stesso acronimo della Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia (CAIRE) con l'aggiunta della specificazione "Consorzio Stabile", non è una cooperativa, e delle due società che lo compongono, quella caratterizzata dalla forma cooperativa (Cooprogetti società cooperativa di Gubbio), nulla ha a da spartire con la Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia a parte il fatto di essere una cooperativa di professionisti (fondata però solo nel 1976).

6/11/2015 Messa in liquidazione volontaria della Società CAIRE urbanistica
27/11/2015 Cessione di ramo d'azienda

(partecipazione di CAIRE Urbanistica in Atlante S.r.l.)

e nascita di Consorzio Stabile CAIRE

12/07/2016 Liquidazione Coatta Amministrativa di CAIRE urbanistica
dal 2016 una Società Cooperativa di Architettura e Ingegneria
Denominazione estesa Progettazione Acronimo Logo
società Cooperativa Architetti e Ingegneri

di Reggio Emilia Progettazione

CAIREPRO
sede via M. Ruini, 6

Curiosità (vedere...)

[modifica | modifica wikitesto]

Il celebre attore Romolo Valli, a cui oggi è intitolato il Teatro Municipale di Reggio Emilia, all'epoca studente, risulta firmatario dell'atto fondativo[19], al posto del fratello Franco Valli per motivi contingenti. [20]

  1. ^ Alberto Basevi, La provincia cooperativa, Roma, Biblioteca de "La rivista della cooperazione", 1952.
  2. ^ Giorgio Trebbi, COOPERATIVA ARCHITETTI E INGEGNERI DI REGGIO EMILIA: RILANCIO, in L'architettura CRONACHE E STORIA, vol. 462, n. 4, aprile 1994, p. 256.
  3. ^ Marzia Maccaferri, A co-operative of intellectuals : the encounter between co-operative values and urban planning. An italian case study, in Anthony webster (a cura di), The hidden alternative : co-operative values, past, present and future, United Nations University Press, 2012, ISBN 9789280812121, OCLC 868007976.
    «Originale in lingua inglese: The first Italian co-operatives of intellectuals - The Civil Design Studio was founded in Reggio Emilia on 28 November 1947, and adopted a co-operative form on 4, january 1952, together with its title ‘Caire’»
  4. ^ a b Luciano crespi, Fabrizio Schiaffonati e B. Uttini, Produzione e controllo del progetto. Modelli organizzativi, tecniche decisionali e tecnologie per la progettazione architettonica, Milano, Franco Angeli Libri, 1985.
    «La prima, storica, cooperativa di progettazione risale al 1947 ed è la Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia. (...). Le cooperative di progettazione e ricerca datano quindi il proprio sviluppo in Italia fra il ’70 e il ’75» (p. 137)»
  5. ^ a b c d e f g h Franco Valli, La Cooperativa e la città. Relazione tenuta in occasione della presentazione del volume (realizzato con il contributo della Fondazione Manodori) Osvaldo Piacentini. Senza stancarsi mai. Scritti di un cittadino diacono, Diabasis, Reggio Emilia, avvenuta presso la Sala del Palazzo Manodori a Reggio Emilia 1'8 aprile 2000, in Ricerche storiche, XXXV - 90, maggio 2001.
  6. ^ Società - Storia, su cairepro.it. URL consultato il 23 settembre 2017.
  7. ^ a b Osvaldo Piacentini, Senza stancarsi mai scritti di un cittadino diacono, a cura di Silvaia La Ferrara, Reggio Emilia, Edizioni Diabasis, 1999.
    «La Cooperativa Architetti, quindi, è nata con 25 anni di anticipo rispetto alle altre cooperative di progettazione e di ricerca. Dopo più di cinquanta anni la Cooperativa Architetti e Ingegneri esiste e opera ancora ed è diventata una sorta di istituzione della città. Nelle due società in cui ultimamente si è suddivisa (CAIRE Progettazione e CAIRE Urbanistica) operano una cinquantina di tecnici, anche se ormai, già da qualche anno, nessuno dei soci iniziali è direttamente presente.»
  8. ^ Gabriele Mucchi, Guido Zucconi, L'architettura razionale è l'architettura realista, in Domus, n. 77, luglio - agosto 1989, pp. 21-32.
  9. ^ AA. VV., CAIRE, 1947-62 La Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia 15 anni di attività, Reggio Emilia, Edizioni F.lli Rossi - Tipolitografia, 1962.
  10. ^ AA. VV., CAIRE, 1947-1982 cooperativa architetti e ingegneri 35 anni di attività, Edizioni Tecnostampa, 1982.
  11. ^ a b c d e f g h i j Alba Magnani, Cooperativa Architetti ed Ingegneri di Reggio Emilia storia e produzione - Intervista a Franco Valli, Tesi di laurea, Istituto Universitario di Architettura di Venezia, 2002.
  12. ^ Osvaldo Piacentini, Senza stancarsi mai scritti di un cittadino diacono, a cura di Silvaia La Ferrara, Reggio Emilia, Edizioni Diabasis, 1999.
    «con l'approfondirsi delle indagini abbiamo constatato che l'urbanistica non è un problema a sè, ma uno dei tanti aspetti dell'unico vero problema che è la vita dell'uomo.

    [...]

    Non abbiamo idea di chi abiterà il QT8 e non sappiamo se i progettisti del quartiere si sono posti questo interrogativo come termine del problema. Non è possibile scindere il problema dell'abitazione dagli altri problemi vitali di chi deve vivere nella casa. E le ragioni della vita sono nella vita stessa. Questo non dovrebbe essere dimenticato da chi vuol fare un'urbanistica viva, e non delle esperienze capaci di vivere solo sulla carta o in un ambiente artificiale da laboratorio o da mostra internazionale.»
  13. ^ Irenio Diotallevi e Francesco (Franco) Marescotti, Il problema sociale, costruttivo ed economico dell’abitazione, Osvaldo Piacentini e i suoi colleghi curarono l'indagine sul problema dell'abitazione a Milano, Cap. 20, tavv. 1-4, Cap. 3, tav. 1-4, 5-12, Milano, 1948.
  14. ^ a b Raffaello Baldini, Gli architetti “calvinisti” di Reggio Emilia, in Settimo Giorno, anno XIII n.20 (603), 12 maggio 1960.
    «“Il problema fondamentale per noi — spiegano – è costruire bene. A scuola questo non ce l’hanno insegnato. Ignoravamo il cantiere, ma in compenso avevamo otto ore per il tema. Cosi il salto dall’architettura di carta all’architettura di cemento l’abbiamo dovuto fare da soli”.

    [...]

    Hanno trovato buoni capomastri, buoni carpentieri, buoni fabbri, buoni falegnami tutta gente che si portava dietro da anni una intatta fiducia nell’arte di ben costruire. E’ stato un incontro felice. “Abbiamo cercato di fare insieme un’architettura che potesse invecchiare”, dicono. Cosi con i capomastri e i falegnami hanno scoperto anche i mattoni.»
  15. ^ In realtà, all'atto della scissione, che suddivise soci, risorse e commesse esclusivamente fra le due società "figlie" caire progettazione e caire urbanistica, venne mantenuta in vita in modo puramente formale anche la società "madre" caire, fino alla sua scadenza naturale prevista da statuto nell'anno 2000, scadenza che non venne poi prorogata.
  16. ^ Come si evince da un atto pubblico del Comune di Casalgrande: DETERMINAZIONE N. 199 / 2016 OGGETTO: DISPOSIZIONI IN MERITO ALLA SUCCESSIONE DEI CONTRATTI IN CORSO CON LA COOPERTATIVA ARCHITETTI E INGEGNERI (CAIRE URBANISTICA) DI REGGIO EMILIA. In data 6/11/2015 l’Assemblea dei soci di CAIRE Urbanistica ha deliberato la messa in liquidazione volontaria della Società, nominando un liquidatore unico con il potere di affittare l’azienda al fine di preservare il valore in funzione di un migliore realizzo. In esecuzione a tale mandato il 27/11/2015 il Liquidatore ha sottoscritto un contratto di Affitto di Azienda con il Consorzio Stabile CAIRE che nasce dall’incontro tra la società Atlante S.r.l., (di cui è parte il ramo di azienda di CAIRE urbanistica) e la Cooprogetti società cooperativa di Gubbio. La forma individuata è quella del Consorzio Stabile di imprese costituito ai sensi dell’art.34 c.1 lett.c) del D.Lgs n.163/2006 smi per consentire al consorzio di fruire integralmente, e senza ulteriore formalità, delle qualificazioni e dei requisiti delle società consorziate. Il 12 luglio 2016, su istanza della Confederazione cooperative Italiane la società «Cooperativa Architetti ed Ingegneri - Urbanistica Società Cooperativa o in sigla Caire - Urbanistica S.C.» viene ammessa alla procedura di liquidazione coatta amministrativa. 
  17. ^ DECRETO del 31/05/2016 Liquidazione coatta amministrativa della «Cooperativa architetti edingegneri - Urbanistica societa' cooperativa o in sigla Caire -Urbanistica S.C.» in Reggio Emilia e nomina del commissario liquidatore., in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 12 luglio 2016.
  18. ^ Registro Imprese, su www.registroimprese.it. URL consultato il 1º ottobre 2017.
  19. ^ Costituzione di società: "Studio Cooperativo di Costruzioni Civili" - Atto notarile n° 8266/5120 del 28 novembre 1947
  20. ^ La circostanza è stata confermata dallo stesso Franco Valli in una conversazione privata in cui ha precisato che il motivo della delega ai fratelli (Romolo al posto di Franco e Bruno Piacentini al posto di Osvaldo) era il periodo di intenso studio presso il Politecnico di Milano che non consentiva ai due soci fondatori di lasciare la sede universitaria.
  • ...

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Il parametro "..." non corrisponde a nessun progetto riconosciuto dal template;

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  • {{cita web|...}}