Utente:Giorgio076/Sandbox

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Levriero che corre
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(brano tratto dalla voce Cattedrale di Santa Maria del Fiore):

Il centro religioso di Firenze era nell'alto Medioevo tutt'altro che baricentrico,[1] essendosi sviluppato nell'angolo nord-est dell'antica cerchia romana. Come tipico dell'epoca paleocristiana le chiese erano state infatti costruite, anche a Firenze, [2]a ridosso delle mura e solo nei secoli successivi furono inglobate nella città. La prima cattedrale fiorentina fu San Lorenzo, dal IV secolo, e successivamente, forse nel VII secolo, il titolo passò a Santa Reparata, la primitiva chiesa che si trova sotto il Duomo e che all'epoca era ancora fuori dalle mura.

inserire Wikilink[modifica | modifica wikitesto]

mettere il link alle seguenti voci:

  • Festa della Repubblica
  • Firenze
  • ANPI
  • Piazza della Repubblica

nella seguente frase:

Il giorno della festa della Repubblica nella città di Firenze si tiene sempre una manifestazione con la presenza del Sindaco, l'associazione ANPI,: in genere l'iniziativa si tiene in Piazza della Repubblica.

Fotografia di Eleonora Duse
Eleonora Duse, spesso interpretava la maschera di Colombina.

Mirandolina[modifica | modifica wikitesto]

Mirandolina il personaggio della servetta, vivace protagonista della Commedia dell'Arte, dove viene presentata con il nome di Colombina, con questo personaggio Goldoni riesce a recuperare il piglio disinvolto e spregiudicato della maschera, ma approfondisce la sua personalità dotandola di una complessa psicologia rendendola autentica, secondo i canoni della commedia riformata. Mirandolina non viene presentata solamente come una maschera sfuggente e seduttiva, ma da donna borghese è anche concreta, calcolatrice e abile negli affari.[3]

Neoclassicismo[modifica | modifica wikitesto]

Immagine di Johann Joachim Winckelmann
Johann Joachim Winckelmann, uno tra i massimi esponenti del Neoclassicismo

Il Neoclassicismo è un movimento nato e sviluppato a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento, alla base di questo movimento furono le opere di Johann Joachim Winckelmann, che sosteneva il principio dell'imitazione dei classici in quanto era convinto che l'arte e la letteratura dovevano puntare al bello ideale, ovvero la rappresentazione della realtà in forme perfette, in cui non vi sia nulla di eccessivo o grossolano ma in cui le passioni e i sentimenti vengano rappresentati da una serena armonia di linee, forme e suoni. Infatti l'estetica neoclassica vede nell'arte greco-romana la massima valorizzazione del reale e nei valori di civiltà che trasmette.

Successivamente si sviluppò il classicismo rivoluzionario, nel quale i protagonisti volevano far rivivere i modelli antichi di Atene e Sparta nei quali vedevano una vita repubblicana libera, virtuosa, sobria e forte. Nell'età napoleonica questo classicismo rivoluzionario si trasforma in scenografia grandiosa, non vengono più considerate le virtù repubblicane, bensì si tende a paragonare il regime napoleonico alle forme imperiali romane.[4]

Preromanticismo[modifica | modifica wikitesto]

Nella seconda metà del Settecento, in Europa si sviluppa una nuova corrente, il Preromanticismo, che si oppone sia al razionalismo illuministico sia all'ideale della bellezza dell'arte neoclassica, per esaltare un nuovo aspetto ovvero una nuova attenzione all'aspetto soggettivo e interiore dell'artista, alla ricerca di una passionalità primitiva e selvaggia, di paesaggi rustici e incontaminati, con una nuova scelta di nuove atmosfere cupe e desolate. In Italia porterà per la prima volta il modello dell'eroe romantico Ugo Foscolo con le sue "Ultime Lettere di Jacopo Urtis". Ma, in Italia, già prima di Foscolo, si svilupparono tendenze preromantiche soprattutto nel titanismo.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ la Repubblica - News in tempo reale - Le notizie e i video di politica, cronaca, economia, sport, su la Repubblica. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  2. ^ [www.corriere.it corriere della sera].
  3. ^ Roberto Carnero e Giuseppe Iannaccone, Volti e luoghi della letteratura, Treccani.
  4. ^ Guido Baldi, Silvia Giusso e Mario Razetti, La letteratura ieri, oggi, domani 2, Paravia, p. 555-556.
  5. ^ Angelo Roncoroni, Milva Maria Cappellini e Elena Sada, Noi c'eravamo, volume 2.