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Magnetic Ink Character Recognition o MICr (in italiano Riconoscimento di caratteri tramite inchiostro magnetico) è una tecnologia per il riconoscimento dei caratteri adottata particolarmente in ambito bancario per facilitare il trattamento degli assegni.

Storia e utilizzo

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Il processo fu mostrato alla American Bankers Association (ABA) nel luglio 1956 e fu quasi universalmente adottato negli Stati Uniti per il 1963.[1]. MICR è riconosciuto come standard ANSI X9.27 "E13-B" e ISO 1004.

La necessità di avere dei documenti facilmente intepretabili sia dalle macchine che dall'uomo spinse nei primi anni '50 l'associazione bancaria americana a scegliere tra caratteri a riconoscimento ottico e caratteri a riconoscimento magnetico. Potendo i caratteri “magnetici” avvalersi del riconoscimento ottico ed essere riconoscibili dal lettore anche se il documento è sporco o macchiato la Bank management Commission optò per quest'ultimi scegliendo i caratteri “E-13B”.[2]

I caratteri MICR usati nel mondo sono quindi l'E-13B ed il CMC-7. Quasi tutti gli assegni statunitensi, canadesi e inglesi che attualmente hanno i caratteri MICR nella loro parte inferiore usano il font E-13B. I maggiori paesi europei, inclusa la Francia e l'Italia, usano il font CMC-7 sviluppato dalla Bull.

Un esempio del font MICR E-13B. Sono presenti i 14 caratteri. I caratteri di controllo finali sono (da sinistra verso destra) transit, amount, on-us e dash.

Le caratteristiche del carattere “E-13B” sono precisate nella pubblicazione The Common Machine Language for Mechanized Check Handling della ABA. La lettura del carattere da parte di una testina si basa su questi semplici principi:

  • tensione zero se la zona risulta non magnetizzata
  • tensione positiva al passaggio da una zona non magnetizzata a una magnetizzata
  • tensione zero durante la lettura prolungata di una zona magnetizzata
  • tensione negativa al passaggio da una zona magnetizzata a una non magnetizzata[2]pag. 284

Il set è composto da 14 caratteri le dieci cifre 0…9 e quattro codici di servizio. Lo standard prevede anche le zone di scrittura e l'ordine di annotazione dei dati. L'“E-13B” fu testato in vari paesi europei, tra cui l'Italia. I caratteri non furono adottati in quanto le banche europee desideravano «adottare caratteri gradevoli per poter estendere il trattamento automatico a tutti i documenti di interscambio tra banche e con la clientela».[2]pag. 286

Un esempio del font MICR CMC-7. I caratteri di controllo presenti dopo i numeri sono (da sinistra a destra) internal, terminator, amount, routing ed un carattere inutilizzato.

Dopo un iniziale interesse per i caratteri E.M.I., presto sfumato in quanto la casa proprietaria del brevetto si rifiutò di rilasciarli gratuitamente ai produttori di lettori, le banche europee si orientarono verso i caratteri “Bull”. I caratteri in questione, formati da molte barrette verticali, vennero testati presso il Crédit Lyonnais, dalle prove emersero dei risultanti negativi per quanto riguardava il grado di costanza e sicurezza nella lettura.[3] I parametri usati per il riconoscimento, sempre tramite la differenza tra gli impulsi generati da spazi magnetizzati e non, erano la distanza, lo spessore (dell'ordine della frazione di millimetro) ed il numero delle barrette del carattere cosa che portava, ad ogni minimo errore di inchiostrazione, ad un errore di lettura.

Intervalli
Primo Secondo Terzo Quarto Quinto Sesto Carattere
7
3
4
1
Codice di servizio I
2
9
8
Codice di servizio II
0
6
Codice di servizio III
5
Codice di servizio IV
Codice di servizio V

Oltre al fatto di essere dei font specifici per l'uso bancario i caratteri MICR vengono stampati con un toner o un inchiostro magnetico che normalmente contiene ossido di ferro. La stampa magnetica viene usata per fare in modo che i caratteri siano letti in maniera affidabile da un sistema anche quando vi sono stati sovrapposti altre stampe come, ad esempio, dei segni di annullamento. I caratteri vengono innanzitutto magnetizzati sul piano della carta con il polo nord sulla destra di ogni carattere MICR. In seguito vengono letti da una testina MICR che è un dispositivo simile alle testine di lettura dei registratori a nastro magnetico e la forma rotondeggiante delle lettere assicura che ognuna di questa fornisca una forma d'onda del flusso del campo magnetico unica al sistema di riconoscimento dei caratteri in modo da avere un risultato affidabile.

Il tasso d'errore per la lettura magnetica dei numeri presenti nella parte inferiore dell'assegno è inferiore a quella dei sistemi di riconoscimento ottico. Nel caso di caratteri MICR stampati correttamente il tasso di letture non riuscite è di meno del 1% mentre il tasso di sostituzione dei caratteri è dell'ordine di 1 ogni 100.000.

Nel 1963 i caratteri MICR divennero simbolo di modernità portando alla creazione di font dalla forma “informatica” simile che imitavano la forma dei font MICR ma che, a differenza dei veri font MICR, disponevano del repertorio completo dei caratteri.

  1. ^ Mandell, Lewis. "Diffusion of EFTS among National Banks: Note", Journal of Money, Credit and Banking Vol. 9, No. 2. (maggio, 1977)
  2. ^ a b c Trattamento automatico di…, n. 3, marzo 1962
  3. ^ Trattamento automatico di…, n. 3, marzo 1962, pag. 286
  • Dino Viesi, Trattamento automatico di documenti compilati con caratteri magnetici, n. 3, marzo 1962, pagg. 283-290, Bancaria, Roma, Bancaria Editrice, ISSN 0005-4623
  • Dino Viesi, Trattamento automatico di documenti compilati con caratteri formali o codificati, n. 9, settembre 1962, pagg. 1036-1045, Bancaria, Roma, Bancaria Editrice, ISSN 0005-4623
  • Dino Viesi, Trattamento automatico di documenti, n. 2, febbraio 1963, pagg. 188-189, Bancaria, Roma, Bancaria Editrice, ISSN 0005-4623
  • Dino Viesi, Applicazioni pratiche in Italia del trattamento automatico di documenti con caratteri magnetizzabili CMC7, n.11, novembre 1964, pagg. 1275-1282, Bancaria, Roma, Bancaria Editrice, ISSN 0005-4623

Voci correlate

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