Utente:Flazaza/Sandbox6

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Aya Kōda

Aya Kōda[1] (幸田文?, Aya Kōda; Terajima, 1º settembre 1904Ishioka, 31 ottobre 1990) è stata una scrittrice giapponese.

Kōda è nata nel villaggio di Terashima, nella prefettura di Tokio, secondogenita dello scrittore giapponese Rohan Kōda e di sua moglie Kimiko. All'età di cinque anni perse la madre, l'anno successivo la sorella maggiore e ancora più tardi il fratello minore. Il rapporto con la matrigna Yayoko, una donna colta, poetessa e devota cristiana, ma affetta da reumatismi e impossibilitata a gestire la famiglia, si rivelò difficile. Dopo aver fallito gli esami di ammissione alla scuola normale superiore di Tokio, fu ammessa alla Joshigakuin, una scuola superiore cristiana per ragazze, diplomandosi nel 1922. All'età di 24 anni sposò Ikunosuke Mitsuhashi, grossista di sakè, divorziando dopo dieci anni, e tornando a vivere, con la figlia Tama, nata nel 1929, a casa del padre Rohan. Negli anni successivi, funestati dalla seconda guerra mondiale, accudì il padre malato gestendone la casa fino alla sua morte, avvenuta nel 1947. La sua matrigna, che nel frattempo si era separata dal padre, era morta due anni prima.

Le prime opere di Kōda, scritte su richiesta degli editori quando la scrittrice aveva 43 anni, erano delle memorie del periodo vissuto con il suo famoso padre: includono Chichi: sono shi (lett. "Morte di mio padre") e Zakki (lett. "Note casuali"); raccogliendo il plauso della critica e le continue richieste degli editori, ha continuato con opere come Misokkasu (lett. "Scarti di miso") e Kusa no hana (lett. "Fiori nell'erba"), resoconti della sua infanzia e degli anni dell'adolescenza. Un tema ricorrente era il suo senso di inferiorità, causato non solo dal padre esigente, ma anche dal confronto con la sorella apparentemente preferita e le sue due zie, entrambe musiciste che avevano studiato all'estero.

I successivi racconti, romanzi e saggi di Kōda esplorarono la vita delle donne, le relazioni familiari e la cultura tradizionale. La sua narrativa veniva spesso letta in un ottica autobiografica e molte delle sue storie si ponevano al confine tra cronaca e immaginazione. Oltre ad opere di narrativa, ha scritto saggi sul padre e curato raccolte epistolari.

Nel 1976, Kōda fu accolta come membro dell'Accademia giapponese delle Arti. Trascorse gran parte dei suoi ultimi anni cercando di raccogliere fondi per il restauro della pagoda del tempio Hōrin-ji e scrivendo saggi sul tema degli alberi e delle frane. Morì di insufficienza cardiaca nel 1990. Sua figlia Tama Aoki, e sua nipote Nao Aoki (nata nel 1963), sono anche elle scrittrici.

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

La figura della scrittrice appare come personaggio nel manga Bungo Stray Dogs (2012), nella sua trasposizione letteraria (2014) e nel successivo anime (2016).

Nel film Perfect Days del regista Wim Wenders (2023) una delle opere della scrittrice ("Alberi") è ricorrente nella narrazione.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nell'onomastica di questa lingua il cognome precede il nome. "Aya" è il cognome.
  2. ^ Matteo Columbo, Perfect days: la recensione, in Il Libraio, 29 gennaio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]