Utente:Filippof/2paginaprova

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Italia[modifica | modifica wikitesto]

Con la riforma del 1981, la Polizia di Stato non è più un corpo militare, ma preserva la sua tradizione militare che ha nell'istruzione formale uno dei suoi punti d'onore. Nella foto un impeccabile allineamento di funzionarie di PS alla Festa della Repubblica 2007.

L’Italia ha una consolidata tradizione di forze di polizia inquadrate nelle strutture militari.

Ancor oggi, almeno due delle principali forze di polizia di ambito nazionale, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza, fanno parte integrante delle Forze armate italiane. Il Corpo delle Capitanerie di porto è una branca della Marina Militare, e il Corpo forestale dello Stato, dopo la sua dissoluzione (2016), è stato per lo più inglobato nei Carabinieri "forestali".

La Polizia di Stato è demilitarizzata dal 1981 e il Corpo di polizia penitenziaria dal 1990. Entrambi i corpi fanno comunque ampio uso di equipaggiamento militare, specie in tema di armi. I Reparti mobili della Polizia di Stato (popolarmente chiamati la Celere) sono logisticamente e organizzativamente assimilabili ad un battaglione militare; spesso i loro effettivi operano congiuntamente a personale di battaglioni/reggimenti Carabinieri. La Polizia penitenziaria ha un suo reparto specializzato (Gruppo operativo mobile), che si occupa, fra l’altro, di “ gravi situazioni gestionali in ambito penitenziario”.[1]

Durante gli anni di piombo, per affrontare situazioni operative ad alto rischio ed anche, specificamente, in esito alla fallimentare reazione tedesca ai fatti di Monaco 1972, furono istituiti NOCS (Polizia di Stato) e GIS (Arma CC), comparabili ad unità SWAT di altri Paesi.

Dal 2008, migliaia di membri delle forze armate (prevalentemente Esercito italiano) sono impegnati nell’Operazione Strade sicure, fondamentalmente per sostituire/affiancare le forze dell’ordine in compiti di polizia (prevenzione/deterrenza).

Gli attentati di Parigi nel 2015 avevano dimostrato che le normali pattuglie di polizia potevano essere inefficaci nei confronti di improvvisi attacchi terroristici con armi da guerra (né, d’altronde, era realistico supporre che le unità di élite descritte supra potessero essere sempre presenti nei luoghi che avessero richiesto una reazione eccezionale dello Stato). Precisamente per ingaggiare tali aggressori – dando modo a GIS o NOCS di intervenire risolutivamente, e limitando al contempo i rischi per la pubblica incolumità – vennero istituite, in misura più capillare, le “formazioni tattiche intermedie” Unità operative di primo intervento della Polizia di Stato, e Aliquote di primo intervento - Squadre operative di supporto dei Carabinieri.

  1. ^ Scheda sul sito della Polizia Penitenziaria