Utente:Exedre/Sandbox-PR-init

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Il Partito Radicale (PR) è il più longevo[1] partito politico nato in Italia ancora in attività. Nasce nel 1955 dalla scissione del Partito Liberale Italiano con una forte connotazione liberale, azionista, socioliberale e una marcata visione della laicità dello Stato, si trasforma, sotto la guida di Marco Pannella, in un'organizzazione libertaria, non ideologica, nonviolenta, transnazionale e transpartitica diventando promotore di alcune tra le più significative lotte politiche per l'affermazione dei diritti civili e politici dei cittadini, per il rispetto della Costituzione e a favore della democrazia, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Partecipa a singhiozzo alle elezioni italiane dal 1955 al 1989, ottenendo fino ad un massimo di 20 eletti nel 1979. Con la mozione del congresso di Budapest nel 1989 decide di non presentare più liste in qualsiasi tipo di elezioni, rinnova il suo simbolo e lo riserva alle lotte politiche sui diritti civili con un'ottica transnazionalista e transpartitica, Cambia il proprio nome, prima informalmente, in Partito Radicale Transnazionale e poi, nel 2011, statutariamente, in Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (o Nonviolent Radical Party Transnational and Transparty, in inglese) per perseguire attraverso l'uso della nonviolenza la creazione di un corpus di leggi internazionali sui diritti degli individui e l'affermazione della democrazia e della libertà nel mondo. Nel 1995 ottiene il riconoscimento come organizzazione non governativa con stato consultivo generale di prima categoria presso l'ECOSOC dell'ONU. Pur non presentando il proprio simbolo alle elezioni, molti suoi esponenti di spicco, in primis Marco Pannella, sono promotori di iniziative elettorali in stretta correlazione con le lotte civili promosse dal Partito, sfruttando così l'eco mediatica dei periodi elettorali. Nell'ambito del PR sono quindi nate iniziative come quelle delle liste referendarie e antiproibizioniste degli anni '90, quelle liberali-liberiste-libertarie dei Club Pannella e la relativa Lista Marco Pannella, la Lista Sgarbi-Pannella, quelle della Lista Bonino, quella della Rosa nel Pugno e Amnistia Giustizia e Libertà. Invece in esplicito contrasto[2] con la dirigenza del Partito Radicale fu la presentazione della lista dei "radicali"[3] alle elezioni amministrative del 2013 da parte di Emma Bonino e della dirigenza dell'associazione dei Radicali Italiani, che pure era nata nel 2001 come soggetto costituente del partito transnazionale[4].

  1. ^ DOCUWEB Marco Pannella, su radioradicale.it.
    «Nato nel mille novecentocinquantacinque il Partito radicale il più longevo partito politico italiano. Dal mille novecentottantasette tuttavia il suo simbolo non compare più nelle liste elettorali...»
  2. ^ Conferenza di presentazione del Documento per il Partito Radicale sullo Stato di Diritto e dei Diritti Umani, su radioradicale.it.
    «La realtà del regime italiano: anti stato-di-diritto, antidemocratico antiliberale, nota e denunciata da decenni aggravata si sempre più nel corso degli ultimi anni al punto da essere conclamata e condannata anche a livello internazionale è tale da impedire non solo il competere ma anche il solo presentarsi alle elezioni di qualsiasi ordine e grado.

    Non esistono infatti secondo tutti i parametri universalmente noti di regole linee guida e raccomandazioni, le condizioni e garanzie minime per concorrere in una elezione davvero democratica è del tutto assente la condizione prima ed essenziale per il corretto svolgimento della vita democratica: il diritto umano civile e politico alla conoscenza.[...] Stando così le cose la presentazione di liste radicali alle prossime elezioni come quelle annunciate da Emma Bonino Marco Cappato e Riccardo Maggi per Roma e Milano costituisce fatto incomprensibile e senza precedenti almeno da quando gli statuti di tutti i soggetti della galassia radicale hanno precluso la presentazione in quanto radicali

    A qualsiasi tipo di elezione è un fatto senza precedenti»
  3. ^ Radicali: conferenza stampa di presentazione del simbolo delle liste elettorali e i punti programmatici per le elezioni amministrative di Roma e Milano, su radioradicale.it.
  4. ^ La denominazione ufficiale, definita nell'art. 1 dello statuto, è "Radicali Italiani, movimento liberale, liberista, libertario, soggetto costituente del Partito Radicale Transnazionale". Statuto (modificato nel XVI Congresso, in data 1 novembre 2017), su radicali.it. URL consultato il 15 dicembre 2017.