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Autoritratto, Národní galerie di Praga

L'Autoritratto (Uomo di lettere) è un disegno a penna e inchiostro acquarellato su carta realizzato dal pittore italiano Giuseppe Arcimboldo datato 1587. Attualmente è conservato al Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso dei Musei di Strada Nuova a Genova.

Storia e attribuzione[modifica | modifica wikitesto]

L'opera, rappresenta un unicum nel panorama artistico del maestro lombardo: si tratta infatti dell'unica "testa composta" disegnata su carta[1], oltre a essere uno dei due autoritratti noti dell'artista (l'altro, è conservato alla Národní Galerie di Praga). Entrato nelle collezioni civiche genovesi con il Legato di Marcello Durazzo nel 1848 come opera di ignoto artista genovese[2], il disegno è stato attribuito ad Arcimboldo solo nel 1990[3]

Descrizione e stile[modifica | modifica wikitesto]

Nel disegno, il volto di Arcimboldo raffigurato di tre quarti è composto da cartigli arrotolati e fogli disposti a imitarne i tratti fisiognomici. Questa tecnica, tipica delle "teste composte" di Arcimboldo, solitamente realizzate con elementi vegetali e animali, conferisce all'opera un aspetto bizzarro, tipico del Manierismo. Solo a distanza ravvicinata si rivela la natura composita del ritratto[4]. L'opera è datata 1587 (come si legge sull’annotazione autografa alla base della gorgiera) quando Arcimboldo era all'apice della sua carriera dopo aver concluso il suo soggiorno presso la corte dell'imperatore Rodolfo II d' Asburgo a Praga[1] che gli aveva anche concesso uno stemma gentilizio distintivo, conferendo così un'evidente nobiltà al suo status[4]. Si può dunque interpretare il disegno come un "testamento figurativo", in cui l'artista si presenta come "uomo di lettere", sottolineando l'aspetto intellettuale e simbolico del suo lavoro[5]. L'utilizzo di cartigli e fogli di carta, materiali tipicamente associati alla cultura e all'erudizione, rafforza questa interpretazione[6]. Inoltre, l'opera richiama i ritratti allegorici "composti" che Arcimboldo realizzava per la corte imperiale, nei quali combinava naturalismo e surrealismo per creare immagini simboliche ed encomiastiche.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Piero Boccardo, Piero Boccardo e Benedetta Basevi, I grandi disegni italiani del Gabinetto disegni e stampe di Palazzo Rosso a Genova, Silvana, 1999, ISBN 978-88-8215-178-2, OCLC ocm44641717. URL consultato il 1º maggio 2024.
  2. ^ Autoritratto ("L’uomo di Lettere") | Musei di Genova, su www.museidigenova.it. URL consultato il 6 maggio 2024.
  3. ^ Piero Boccardo (a cura di), Maestri del disegno nelle civiche collezioni genovesi, Marietti, 1990, p. 66.
  4. ^ a b Giacomo Berra, Un Autoritratto cartaceo di Giuseppe Arcimboldi, in Arte Lombarda, n. 116, 1996, p. 55.
  5. ^ Scheda dell'opera nel catalogo online del museo, su catalogo.museidigenova.it.
  6. ^ Ibidem

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Benno Geiger, I dipinti ghiribizzosi di Giuseppe Arcimboldi. Pittore illusionista del Cinquecento (1527-1593), Firenze, 1954.
  • Effetto Arcimboldo. Trasformazioni del volto nel Sedicesimo e nel Ventesimo secolo, Milano, Bompiani, 1987.
  • E. Papone (a cura di), Il passato presente. I Musei del comune di Genova, Genova, 1991.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Opera sul sito del Museo, su museidigenova.it.

Altri Progetti[modifica | modifica wikitesto]

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