Utente:EffeEsse97/Sandbox

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Storia[modifica | modifica wikitesto]

Albori ed era d'oro dello sci alpino abetonese[modifica | modifica wikitesto]

L'origine della pratica sciistica nell'area dell'Abetone è attestata fin dal 1904, quando un viaggiatore fiorentino, presumibilmente Giovanni Cosimo Cini[1] o forse suo nipote Neri Farina Cini[2], introdusse gli sci dopo i suoi viaggi in Norvegia[3]. Questi primi esemplari furono donati a Pietro Petrucci, noto come "Pietruzzo", pioniere della tecnica sciistica abetonese, che li utilizzò come modello replicabile. Inizialmente adoperati anche per scopi lavorativi come il trasporto di materiali, gli sci suscitarono un crescente entusiasmo che portò alla nascita, nel 1920/21, dello Sci Club Abetone - Val di Lima. Questa associazione organizzò la prima competizione locale di sci nel 1922[4]. La particolare conformazione dell'Abetone, caratterizzata da cime prive di vegetazione e ripide discese boschive, favorì sin da subito lo sviluppo dello sci alpino.

Nel 1929, con l'introduzione delle discipline dello sci alpino in Italia, Gualtiero Petrucci, figlio di "Pietruzzo", trionfò nella prima competizione tenutasi a Roccaraso. Una dichiarazione di Petrucci riporta:

«Nel 1929 il sottoscritto fu invitato a partecipare a una gara di discesa e slalom a Roccaraso, la prima corsa in Italia del genere con la partecipazione dei cortinesi reduci da St. Anton in Austria, dove avevano fatto un corso di istruzione sotto Hannes Schneider, padre della prima scuola di sci. Io, non sapendo cosa fosse lo slalom, chiesi informazioni. Mi fu risposto che si doveva passare fra tante bandiere; alzai le spalle dicendomi: passo in mezzo alle piante, passerò bene anche in mezzo a delle bandiere... Vinsi.»

I grandi campioni Zeno Colò, Celina Seghi e Vittorio Chierroni, insieme a Gualtiero Petrucci, sono noti collettivamente come "i magnifici 4 dell'Abetone". Tuttavia, nel corso della prima metà del XX secolo, l'Abetone è stata una vera fucina di talenti sciistici italiani. Figure di spicco come Rolando Zanni, Franco Sisi, Olinto Petrucci, Alessandro Petrucci, Guido Ferrari, Erina Petrucci, Vittoria Ferrari, Gino Seghi, Maria Seghi, Marcella Petrucci e Anna Maria Ferrari hanno contribuito al prestigio della località. In epoche successive, l'Abetone ha continuato a essere casa di promettenti talenti, tra cui Paride Milianti, Gaetano Coppi e Luciano Seghi[5].

Meccanizzazione e sviluppo delle località[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1936 l'ingegner Lapo Farinati degli Uberti, già podestà di Cutigliano si spese per rendere l'allora frazione di Boscolungo-Serrabassa un comune autonomo tramite l'accorpamento della località cutiglianese e di territori del comune emiliano di Fiumalbo. Nacque così l'Abetone, comune concepito appositamente per essere la sede di una moderna e avveneristica stazione sciistica, il cui primo podestà fu proprio il Farinati[6].

(da ridurre) Il comprensorio al 2024 è suddiviso in tre zone principali; la prima zona, rivolta verso il lato toscano dell'Abetone è costituita dalle piste storiche dell'Abetone (Selletta, Fivizzani, Riva); la seconda zona è costituita dalle piste sul versante emiliano del comune (le piste Zeno, Stucchi, Pulicchio); la terza zona è costituita dalle piste comprese nella Val di Luce.

Abetone centro - Selletta - Le Regine[modifica | modifica wikitesto]

Il 25 dicembre 1937, presso l'Abetone, fu inaugurato uno dei primi impianti di risalita in Italia, la slittovia Villa Imperatori-Selletta. Prima di questa innovazione, gli sciatori erano costretti a risalire a piedi o utilizzando pelli, rendendo l'esperienza sciistica notevolmente più impegnativa e limitata. La zona di comprensorio rivolta verso il lato toscano del comune, costituita dal nucleo di piste storiche (Selletta, Fivizzani, Riva), è stata costantemente gestita dalla società Slittovia Abetone, che a partire dal secondo dopoguerra dotò le piste di nuovi impianti di risalita[7]. I tracciati di questa stazione sciistica si snodano quasi totalmente nei boschi, caratteristica tipica delle piste appenniniche. In seguito al fallimento della storica società gli impianti sono stati comprati dalla regione e ceduti al comune di Abetone Cutigliano che ne affida la gestione tramite gara[8].

Val di Luce[modifica | modifica wikitesto]

Sui terreni della Val delle Pozze, già precedentemente acquisiti dal Farinati, iniziarono nell'estate del 1935 i lavori per la faraonica stazione sciistica della Val di Luce. Venne così ribattezzata perché un grande faro posto sulla cima dell'Alpe Tre Potenze avrebbe dovuto illuminare la vallata. Era previsto un tunnel di collegamento tra la valle e l'Abetone, oltre a 4 slittovie, alberghi, ville, una pista di pattinaggio sul ghiaccio, scuola sci, un campo da golf e una centrale idroelettrica[9]. I lavori si arenarono però allo scoppio della seconda guerra mondiale, e con la morte dell'ingegner Farinati nel 1948, il progetto venne definitivamente accantonato. Solo nella seconda metà degli anni '60 la società Val di Luce andò a recuperare almeno parte del vecchio progetto, installando i primi impianti di risalita moderni sulle vecchie massicciate realizzate inizialmente per le slittovie. La conca formata dalle cime circostanti la valle, e la minor presenza di vegetazione, conferiscono un "sapore alpino" a questa porzione del comprensorio[10].

Le Motte[modifica | modifica wikitesto]

Nei pressi degli alberghi situati all'Abetone, in località Le Motte, sorsero tra i primi campi da sci, annoverando tra le strutture storiche il trampolino dell'Uccelliera utilizzato per la pratica del salto con gli sci. Nel 1948, in quest'area, venne installata la pionieristica Sediovia Le Motte-Paradisino, la prima seggiovia dell'Appennino. Nuovi impianti vennero realizzati negli anni '60 dalla società Conca d'Oro, periodo che segnò la massima attività della stazione sciistica, durato fino alla sua chiusura negli anni '80[11].

Valle del Sestaione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1962 la nuova società Cabinovie Abetone - Selletta - Foce di Campolino collegò tramite una cestovia a tre tronconi il capoluogo con la Valle del Sestaione e la foce di Campolino.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ “Non sa né leggere, né nuotare” - Anima e corpo ai tempi della Belle Époque e di Giovanni Cosimo Cini - pag. 29 (PDF), su fondazionebancaaltatoscana.it, Settegiorni Editore.
  2. ^ altre fonti identificano la persona come N. H. Farina Cini
  3. ^ Marco Ferrari, Abetone, montagna da scoprire. La neve, la festa, i tempi che furono, su linealibera.info, 16 dicembre 2018.
  4. ^ Nicola Sbetti, Zeno Colò, Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 2017.
  5. ^ Sci Club Abetone, storia e medagliere, su sciclubabetone.org.
  6. ^ Comune di Abetone - Piano Strutturale 2005, su yumpu.com.
  7. ^ Kaliningrad, Abetone - Archeologia sciatoria - 2. La prima meccanizzazione (1937-1962), su skiforum.it.
  8. ^ Abetone, il Consorzio Multipass gestirà gli impianti di risalita, su reportpistoia.com.
  9. ^ Archivio progetti sviluppo impianti e piste, su abetoneforum.it.
  10. ^ Val di Luce, su weloveabetone.it.
  11. ^ Kaliningrad, Abetone, Sediovia Le Motte-Paradisino (1948-1966), su sommerschi.com.