Utente:Calvaniano/Sandbox

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Guido Calvani (Mola di Bari, 4 gennaio 1904 – Milano, 19 dicembre 1985) è stato uno scultore, pittore, incisore e ceramista italiano.


Nasce a Mola di Bari nel 1904 da Nicola Calvani, industriale, e da Crescenza Brunetti. Così come i due fratelli maggiori, che saranno ingegneri petroliferi in Messico, rivela un precocissimo ingegno. Il padre privilegia il suo talento per le arti figurative, facendolo studiare dallo scultore Gaetano Stella di Bari sin dai quattordici anni. Ma nel 20 Calvani sente già l'esigenza di più vasti orizzonti e si trasferisce a Roma, dove oltre a seguire studi regolari si iscrive alla scuola di nudo dell'Accademia. Non tarda ad entrare nella cerchia di artisti già affermati quali Socrate e Trombadori, diviene allievo di Ettore Ferrari e di Attilio Torresini. Con Arturo Martini ha un breve sodalizio a Villa Caffarelli. Nel 21 è a Milano. Dopo aver seguito a Brera alcune lezioni di Adolfo Wildt, ne diventa allievo privato, accolto nel suo studio. Ci resterà alcuni anni, fino alla chiamata al servizio di leva. Con Wildt si svilupperà un rapporto di crescente, profonda stima reciproca, col figlio Francesco nascerà una fraterna amicizia. Il virtuosismo raggiunto già nel 22 sotto la guida del Maestro è riscontrabile in particolare nel marmo "Ritratto della nonna Maria Mariani", dall'originale in creta eseguito appena quindicenne.


Nel 1926 rinuncia ad esporre alla Biennale di Venezia, non avendo i mezzi per la fusione dell'opera accettata; gli riesce tuttavia di recarsi a Parigi per un periodo di due mesi. Le durissime condizioni della vita da bohémien gli impediscono di prolungare il soggiorno nella capitale francese, dove torna solo nel 28, fermamente intenzionato, questa volta, a restarci. Il suo piccolissimo atelier si trova nell' impasse di Rouet, vero crogiuolo di artisti provenienti da tutto il mondo; a Parigi ritrova l'amico d'infanzia e conterraneo Onofrio Martinelli, che gli è nei primi tempi prodigo di consigli e compagno nell' esplorare musei e gallerie. Nel 30 soggiorna a Berlino e a Bruxelles .esponendo in entrambe le città, ma è a Parigi che ottiene in quello stesso anno il primo vero riconoscimento con una "testa muliebre" esposta al Salon. È presente quindi al Salon d'Automne; dal 32 le esposizioni si susseguono: dal "Salon 1940" alla Camaraderie Francaise, al Salon des Tuileries tra le altre. Apprende, dalla conoscenza diretta degli scultori che più ammira, Maillol e Despiau, la lezione di un estremo rigore artistico che gli è del resto congeniale. Fa parte della ristretta rosa di artisti definita da Waldemar George "l'Ecole Italienne de Paris", con De Chirico, de Pisis, Campigli, Paresce, Severini, Tozzi[1]. Espone alla Galleria Charpentier e il ritratto della sorella viene acquistato dal Ministro della Cultura francese (Anatole De Monzie). Ha una mostra personale alla Gallerie Quatre-Chemins nel 35, anno in cui sposa la diciannovenne svizzera Helene Kistler. Partecipa con un bassorilievo alla prima esposizione de "L'art Mural", rue de la Boétie. È tra i fondatori del gruppo "Nouvelle Génération" nel 1936, movimento di rottura, con il critico H. Heraut e tra gli artisti Despierre, Pignon, Prassinos, la cui prima mostra si tiene presso la Galerie Charpentier. Prende inoltre parte alla II Exposition du Syndicat des Artistes Italiens à Paris. Due sue sculture sono comprese nella donazione Sarmiento al Petit Palais [2]. Esegue una statua di tre metri d'altezza per il padiglione italiano dell'esposizione Universale del 37 a Parigi. Nel 38 prende parte alla seconda mostra di Nouvelle Génération alla Galerie Billet. Nel 40, con Parigi devastata dall'occupazione tedesca, viene internato in un campo di concentramento e al suo ritorno trova l'atelier completamente saccheggiato.


Del 42 ė il rientro definitivo in Italia. Si stabilisce a Milano, e con le prime opere nuove tiene una personale alla galleria Asta [3]. Tiene mostre di disegni alla Cairola e all'Annnunciata. È invitato alla IV Quadriennale di Roma [4]. Nel 44 con la moglie Elena va a vivere nella capitale, poiché l'appartamento -studio milanese in piazza Cavour è andato distrutto sotto i bombardamenti. Espone alla Galleria del Secolo, unico scultore tra quattro pittori: Guttuso, Purificato, Turcato e Omiccioli. L'anno successivo rientra a Milano e può riprendere a lavorare, avendo trovato casa a un passo dalla Scala, dove vivrà con la moglie e la figlia Giuliana nata nell’agosto di quell’anno. Nel 46 gli viene assegnato il premio St. Vincent, il primo dei premi prestigiosi che riceverà in seguito: (nel 48 il Principe Umberto [5], alla Permanente la medaglia d'oro del Presidente della Repubblica nel 59 [6], il premio Fila per le tre arti assieme a Casorati e Debenedetti nel 61[7] e il premio Biancamano nel 65 [8]. Prediligerà, per le sue mostre, le gallerie Barbaroux, Annunciata e Cortina, da lui inaugurata nel 65, anno in cui viene nominato Accademico di San Luca. Da ricordare ancora la mostra della Scultura Italiana a Rotterdam del 54 [9], la storica Triennale curata da Luciano Baldessari nel 51, le numerose partecipazioni alla Biennale di Venezia, Quadriennale di Roma e Permanente di Milano. Per la sua città natale, esegue il monumento a Niccolò van Westerhout[10], compositore anch'egli nativo di Mola, tra le poche opere di grandi dimensioni di Calvani, che sempre più nel corso degli anni si dedicherà a una ricerca estremamente rigorosa rivolta principalmente al disegno a al ritratto. Si potrebbe concludere questi cenni biografici con le parole di Renzo Modesti: “l'opera, nella sua assolutezza, non denuncia mai lo stento della fatica. Si è parlato, anche, di un apparenza di antico (Piovene), di una vaga grecità.... dell'arte greca e greco -romana Calvani indagò soprattutto dall' arcaica alla maturità per rispondere alla sua esigenza che del movimento vuole più la potenza che l'atto, dell' espressione più la fissità della postura che la dinamica dell'istante. Inoltre, di un'estenuata sensibilità, modernissima, la modellazione. Nudi grandi e piccoli, una galleria di testine, qualche cavallo, rivelano questo enigmatico processo di archeologizzazione che riallaccia la metafisica classica all'odierna, la conduce, senza cadervi, alle soglie del crepuscolo.”[11]

Bruno Calvani nei musei

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Ville de Paris, Donation Emanuele Sarmiento, Petit Palais, 1936
Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris
Archivio Cinquantamila giorni Corriere della Sera, anno 1936, Fondato a Parigi il gruppo «Nouvelle generation» cui aderisce Bruno Calvani
Camera dei Deputati
Accademia di San Luca
Pinacoteca provinciale di Bari
Pinacoteca Leonida e Albertina Repaci Palmi

  1. ^ Waldemar George, Mostra degli artisti italiani, Parigi, 1936 ; Gaston Poulain, L’école italienne de Paris, febbraio 1936 .
  2. ^ Ville de Paris, Donation Emanuele Sarmiento, Petit Palais, 1936.
  3. ^ Dino Bonardi, Galleria Asta, Milano, marzo 1942.
  4. ^ IV Quadriennale d'arte nazionale. Roma, Palazzo delle Esposizioni, maggio - luglio 1943.
  5. ^ Leonida Repaci, Calvani Premio Principe Umberto, Pesci rossi, giugno 1948.
  6. ^ Marco Valsecchi, A Calvani la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica, Corriere lombardo, 28 dicembre 1959.
  7. ^ "Oggi saranno consegnati i premi Fila per le tre Arti", La stampa, 9 settembre 1961.
  8. ^ Premio europeo Biancamano “Edizione del decennale”, Milano, 1977
  9. ^ K.S., Mostra 1954 in Rotterdam, De Maasbode, 3 luglio 1954.
  10. ^ Nicola Sbisà, La dolente eroina di Dona Flor, La Gazzetta del mezzogiorno, 7 settembre 1964.
  11. ^ Renzo Modesti, Bruno Calvani, Dialoghi a bassa voce di un quieto pugliese.

- Renzo Modesti, Calvani, Schena editore, Fasano 1981 (che contiene una ampia bibliografia del periodo precedente alla quale si rimanda)
- Vittorio Sgarbi (a cura di), Scultura italiana del primo novecento, Catalogo della mostra al Castello Estense, Mesola 2 maggio - 30 luglio 1992, Graphis Edizioni 1992
- Mario De Micheli, ad vocem in Arte in Italia 1935 – 1955, Edifir Firenze 1992
- Bernard Wyder, Nesto Jacometti collezionista, Octavo, Franco Cantini Editore, Pinacoteca Casa Rusca, Locarno, 1994
- Giorgio Di Genova, Storia dell’arte italiana del 900 – Generazione del primo decennio, Edizioni Bora, Bologna, 1996
- Giorgio Di Genova, Giulio Bargellini, Museo d'arte delle generazioni italiane del '900 "G. Bargellini”, Pieve di Cento. Catalogo delle collezioni permanenti. Volume 1 : Generazione maestri storici - Generazione primo decennio - Generazione anni dieci - Generazione anni venti. Bologna 1999
- Christine Farese Sperken, La scultura monumentale in Puglia nell’Ottocento e Novecento. Percorsi esemplari, Mario Adda Editore, Bari 2008
- Clara Gelao, Gaetano Stella e la scultura 'Da camera' pugliese nella prima metà del Novecento, 2008, Marsilio, Venezia, Catalogo della mostra presso la Pinacoteca Provinciale 'C. Giaquinto' di Bari dal 25 / 10 / 2008 al 28 / 02 / 2009
- Maria Beatrice Giorio, Giuseppe Trebbi, Massimo Degrassi, Thierry Dufrene, Matej Klemencic, Gli scultori italiani e la Francia. Influenze e modelli francesi nella prima metà del novecento, Università degli Studi di Trieste – Université Paris X Nanterre, 2011
- Bruno Calvani, Percorsi d’arte, Prefazione di Nico Lioce, Mola di Bari, edizione fuori commercio, 2012


Sul periodo precedente al 1981 e al fondamentale studio di Modesti, vedi anche:
- Nesto Jacometti, Tetes de Montparnasse; 31 reproductions, Oreste Zeluk, Editeur – Librairie P. M. Villain, Paris, 1933
- Gino Traversi, Vittoria Palazzo, Domenico Manzella, Donne di artisti, Istituto Europeo di Storia dell’arte, Milano, 1965

Collegamenti esterni

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