Utente:Ashoppio/sandbox5

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Araldica[modifica | modifica wikitesto]

L'araldica (o aspilogia) è la scienza che studia gli stemmi, studiandone le fonti, l'origine, la storia e stabilendo le regole su di essi. Anticamente veniva definita "arte del blasone".[1]

Sotto il termine "araldica" ricadono solamente gli stemmi, un logotipo non è uno stemma, ma uno stemma può essere un logotipo. Le bandiere non vengono trattate dall'araldica (tranne quando appaiono negli stemmi), la scienza adibita alle bandiere viene chiamata vessillologia, che condivide alcune somiglianze con l'araldica.

L'araldica è una scienza ausiliara della storia, che riveste particolare importanza per il periodo del Medioevo all'Età moderna, ma che è ancora attuale.[2]

Tuttavia, l'araldica è sempre stata una scienza di nicchia e misconosciuta.[3][Nota tecnica 1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nascita dell'araldica (Medioevo-Ottocento)[modifica | modifica wikitesto]

Dove e quando[modifica | modifica wikitesto]

L'araldica è un'invenzione del tardo medioevo (al tempo di Carlomagno gli stemmi non esistevano ancora, e Carlomagno non aveva uno stemma.[Nota 1]), nata prettamente in Europa. (anche se in Giappone era presente un sistema di stemmi per le famiglie di samurai simile a quello occidentale)[4]

Tornei cavallereschi[modifica | modifica wikitesto]

La nascita degli stemmi è molto probabilmente legata ai tornei cavallereschi, dove ai cavalieri serviva un modo per farsi riconoscere, dato che il cavaliere era irriconoscibile con l'elmo e l'armatura che coprivano il volto, quindi veniva pitturato lo scudo (motivo perché le forme araldiche si chiamano scudi (o armi) e sono riconducibili a scudi veri e propri) così che il cavaliere venisse riconosciuto.[4][5][6]

Perciò, l'araldica nasce in ambito bellico, tuttavia anche personaggi del tutto pacifici iniziarono ad adottare stemmi. (Ad esempio la maggior parte dei notai, dei vescovi e dei papi adottarono degli stemmi.)[4]

Da araldica individuale ad araldica nobiliare[modifica | modifica wikitesto]

In questo periodo acerbo dell'araldica, lo stemma era individuale, cioè che ogni persona aveva uno stemma a sé, piano piano l'araldica rappresenta più il collettivo (ovvero una famiglia) quando un'altra invenzione scende in campo, i cognomi.[4][6]

Le famiglie più agiate per essere riconosciute da tutti iniziarono ad adottare uno stemma comune per indicare l'appartenenza alla famiglia. Questa branca araldica viene chiamata araldica nobiliare perché la maggior parte delle famiglie che adottava uno stemma erano famiglie nobili.[4]

Regolamentazione degli stemmi[modifica | modifica wikitesto]

Come detto in precedenza, dopo i cavalieri l'araldica era molto attiva tra le famiglie, e lo stemma faceva passare qualunque famiglia come una famiglia agiata di nobili, e poiché i nobili fruivano di molteplici privilegi, come ad esempio non pagare le tasse,[7] i governanti istituirono uffici e accademie che regolamentavano l'uso degli scudi per i nobili, e l'assunzione di uno scudo (chiamata formalmente consegna o concessione) doveva essere dimostrata con prove che la famiglia aveva il diritto di utilizzare lo stemma che voleva adottare.[4]

Esempio di uffici studiano l'utilizzo degli stemmi sono la Consulta Araldica del Regno d'Italia (essa oggi dissolta), Il collegio degli araldi (in inglese The College of Arms) in Regno Unito e l'Autorità araldica del Canada (in inglese Canadian Heraldic Authority abbreviato in CHA, in francese Autorité héraldique du Canada, abbreviato in AHC).

Questo indica l'inizio dell'era in cui l'araldica veniva studiata e praticata (ed è lasciata agli intellettuali), mentre prima di questo momento era solo praticata. Questo momento indica anche la transizione per l'araldica da semplice genere artistico a vera e propria scienza, dato che vengono scritte molteplici definizioni e convenzioni legate all'araldica.[8]

Decadenza dell'araldica[modifica | modifica wikitesto]

Invenzione delle armi da fuoco[modifica | modifica wikitesto]

Con l'invenzione delle armi da fuoco le armature di ferro medievali e gli scudi recanti gli stemmi come mezzo di difesa diventarono inutili all'uso comune, e i tornei cavallereschi anch'essi scomparirono. Gli stemmi persero il loro fondamento bellico e divennero soprattutto delle decorazioni che fregiarono le pareti interne ed esterne delle abitazioni, dei sepolcri e dei sigilli.[9]

L'araldica oggi[modifica | modifica wikitesto]

Oggi l'araldica è una scienza molto di nicchia, lo stemma viene chiamato solitamente "simbolo" o "logo", e i campi in cui l'araldica riesce ancora a "sopravvivere" sono le squadre da calcio, i marchi di vino e birra, i marchi di alcune aziende (come ad esempio le Porsche), e i comuni italiani. (araldica civica)[10]

Araldica digitale[modifica | modifica wikitesto]

Con l'avvento di Internet molteplici appassionati di araldica crearono comunità online dove fare e condividere stemmi, vennero sviluppati molteplici software dedicati alla creazione di stemmi, e progetti come Wikipedia tutt'oggi ospitano grandi quantità di stemmi, che essi siano civici; nobiliari; militari o individuali.

Composizione dello scudo[modifica | modifica wikitesto]

Colori (o smalti)[modifica | modifica wikitesto]

Gli smalti si dividono in metalli, colori e pellicce. È buona abitudine non sovrapporre i metalli sui metalli e colori su colori, dato che risulterebbero sgradevoli da vedere all'occhio nudo. Tuttavia, alcuni colori su colori (come ad esempio il rosso e il nero, o il rosso e l'azzurro) sono più tollerate perché sono molto diversi tra di loro.[11][12]

Qui di seguito è raffigurata una tabella illustrativa con tutti gli smalti araldici comuni.

Metalli e colori standard
Denominazione Raffigurazione Tratteggio Esempio Lettera nel tricking

(araldica inglese)[13]

Oro
or
Argento
A; ar; arg
Rosso
G; gu
Verde
Vt
Azzurro
Az; B
Nero
S; sa
Porpora

(o violato)[14]

Purp

Stain[modifica | modifica wikitesto]

In araldica sono presenti anche altri smalti definiti stain quegli smalti che sono meno utilizzati, e in alcuni ambiti più conservatori e tradizionali dell'araldica sono disprezzati, e solitamente vengono semplicemente dichiarati "al naturale" in quelle figure che li usano.[15][16]

Gli stain venivano usati solitamente come aumento disonorevole[17], ovvero attributo negativo dato agli individui che si macchiavano di qualche peccato.

Ad esempio, il College of Arms inglese nel 1562 inglese definiva i marchi di infamia solitamente con degli stain, i quali sono: un gore[Nota 2] movente dalla sinistra di tanné definiva la codardia di fronte al nemico,[18] un gusset movente alla sinistra di sanguigno, per i signori dipendenti dall'alcol[19], mentre il gusset movente da destra definiva gli adulteri; un innestato in punta di sanguigno definiva la codardia[20], una campagna in sanguigno comunica che chi porta lo stemma ha mentito al suo sovrano[21], una campagna in punta di tanné rappresenta che colui che detiene lo stemma ha ucciso un prigioniero dopo che questi avesse chiesto la resa[22] e una punta movente dal lato destro di tanné significa delle false affermazioni di valore, ovvero quei nobili che hanno detto falsità sulle proprie capacità o gesta.[23]

Stain (colori)
Denominazione Raffigurazione Esempio
Morato o murrey
Sanguigno
Aranciato
Bianco
Tanné
Campo di cielo

o celeste

[24][25]
in capo
Di carnagione
Bruno
Cenerino
Stain (metalli)
Denominazione Rappresentazione
Ferro
Acciaio
Bronzo
Rame
Piombo

Pellicce[modifica | modifica wikitesto]

Le pellicce (chiamate anche panni, foderature o pelli[26])sono campi che non sono ne colori ne metalli, le due più conosciute sono l'armellino (voce aulica per definire l'ermellino) e il vaio (o vajo in alcune grafie, quest'ultimo rappresenta lo scoiattolo), entrambe le pellicce sono stilizzazioni, l'armellino è la stilizzazione della codina della pelliccia dell'ermellino.[11]

Le figure individuali hanno un nome, per l'armellino si chiama "moscatura", per il vaio si chiama "campanello".

La pelliccia può essere presente sia nello scudo che nel mantello, solitamente la più comune per il mantello è l'ermellino.

Nell'araldica italiana le pellicce sono molto rare[11], tuttavia nell'araldica francese sono molto più comuni[11] (soprattutto il vaio, l'ermellino è usato in zone come la Normandia)

Altre pellicce sono presenti, ma sono molto più rare, come ad esempio il piumato (o piumettato, in inglese plumetty mentre in francese plumeté)[27]

Sia il vaio che l'armellino hanno varianti, le quali sono riportate qua sotto.

Rappresentazioni in bianco e nero[modifica | modifica wikitesto]

In passato, quando bisognava rappresentare uno stemma sul legno, o su pergamena, o in casi in cui il colore era assente furono inventate delle tecniche per rappresentare gli scudi in modo monocromatico, ovvero usando un solo colore.[11][28]

Tratteggio[modifica | modifica wikitesto]

Il tratteggio (chiamato anche metodo Pietrasanta o semplicemente Pietrasanta[29] in inglese hatching, in francese hachure)[28][30] consiste nel tratteggiare la parte di scudo del colore che si vuole scegliere con un motivo (araldicamente parlando, si parla di un seminato) da riempire la parte di scudo. La loro direzione e inclinazione è sempre riferita all'asse verticale mediano dello scudo (anche quando è inclinato).[31]

Questo metodo si diffuse in tutta Europa grazie all’araldista gesuita Silvestro di Pietrasanta che nel 1637 lo adottò e lo inserì nel suo Symbolis Heroicis del 1634 e poi nella sua fortunata opera Tesserae gentilitiae ex legibus fecialium descriptae.[29]

Tricking[modifica | modifica wikitesto]

Prima del tratteggio, ci fu un altro metodo chiamato Tricking[Nota 3] che consiste nell'indicare il colore dell'oggetto con una lettera o più, gli araldi italiani e tedeschi indicarono il colore con la sua prima lettera, alcuni vollero indicare gli smalti con le prime sette lettere dell'alfabeto, ed altri coi primi sette numeri dell'aritmetica.[32]

Nell'aspilogia inglese Spelman (il creatore del termine aspilogia) si serve dei nomi dei pianeti: Sol, oro; Luna, argento; Mars, rosso; Jupiter, azzurro; Mercurius, porpora; Venus, verde, Saturnus, nero.[32]

Partizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ araldica, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 2 gennaio 2024.
  2. ^ Fabrizio di Montauto, Manuale di araldica, Firenze, Polistampa, 1999, ISBN 978-88-8304-142-6. URL consultato il 2 gennaio 2024.
  3. ^ ARALDICA - Treccani, su Treccani. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  4. ^ a b c d e f Filmato audio Alessandro Barbero, La storia dell'araldica, stemmi e marchi, su YouTube. URL consultato il 2 gennaio 2024.
  5. ^ Storia dell'araldica, su registroaraldico.it. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  6. ^ a b ARALDICA - Treccani, su Treccani. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  7. ^ Antico Regime, su Skuola.net - Portale per Studenti: Materiali, Appunti e Notizie. URL consultato il 2 gennaio 2024.
  8. ^ Felice Tribolati, Grammatica araldica ad uso degli italiani, Milano, Ulrico Hoepli, 1904. URL consultato il 2 gennaio 2024.
  9. ^ ARALDICA - Treccani, su Treccani. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  10. ^ Filmato audio 22/10/2016_Massimo Ghirardi_Le Marche sugli scudi_Parte 1/4, su YouTube. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  11. ^ a b c d e Filmato audio 22/10/2016_Massimo Ghirardi_Le Marche sugli scudi_parte 2/4, su YouTube, Carta Canta. URL consultato il 1º gennaio 2024.
  12. ^ Felice Tribolati, Grammatica araldica ad uso degli italiani, Milano, Hoepli, 1904. URL consultato il 2 gennaio 2024.
  13. ^ Chapter 7. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  14. ^ Felice Smithsonian Libraries, Grammatica araldica ad uso degli italiani, Milano, Hoepli, 1904. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  15. ^ Felice Smithsonian Libraries, Grammatica araldica ad uso degli italiani, Milano, Hoepli, 1904. URL consultato il 2 gennaio 2024.
  16. ^ Antonio Manno (a cura di), Vocabolario araldico ufficiale, Roma, Civelli, 1907, p. 39.
  17. ^ Fox-Davies (1909), pp. 72-73.
  18. ^ Marchi D'INFAMIA INGLESI- Sesta Regola. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  19. ^ Marchi D'INFAMIA INGLESI- Quinta Regola, Seconda Parte. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  20. ^ Marchi d'INFAMIA Inglesi- Quarta Regola. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  21. ^ Marchi D'INFAMIA INGLESI- Terza Regola. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  22. ^ Marchi d'INFAMIA INGLESI- Seconda Regola. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  23. ^ Marchi d'INFAMIA INGLESI- Prima Regola. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  24. ^ È utile notare che, in araldica, il campo di cielo assume varie forme, la forma che viene mostrata in questa tabella contiene diverse gradazioni di azzurro celeste, tuttavia in alcuni stemmi viene utilizzata soltanto una gradazione di cielo. Alcune raffigurazioni del campo di cielo, contengono anche nuvole.
  25. ^ È anche utile notare che in araldica, il tratteggio del campo di cielo è lo stesso del naturale, o solitamente non c'è l'ha nemmeno.
  26. ^ Felice Tribolati, Grammatica araldica ad uso degli italiani, Milano, Hoepli, 1904. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  27. ^ Finto: HERO: plumetty, su finto.fi. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  28. ^ a b Felice Tribolati, Grammatica araldica ad uso degli italiani, Milano, Hoepli, 1904. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  29. ^ a b Gli Smalti Araldici e il Metodo Pietrasanta – Realizzazione Stemmi Araldici, su pittorearaldico.it. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  30. ^ Finto: HERO: hatching, su finto.fi. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  31. ^ Dizionari – Araldicacivica, su www.araldicacivica.it. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  32. ^ a b Felice Tribolati, Grammatica araldica ad uso degli italiani, Milano, Ulrico Hoepli, 1904. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  1. ^ A Carlomagno vengono solitamente attribuiti due stemmi: Il primo è lo stemma del Sacro Romano Impero (ovvero un aquila di nero su campo d'oro) Il secondo è lo stemma di Francia, ovvero tre gigli posti a triangolo rovesciato su campo d'azzurro. Questa usanza era comune dato che sia i regnanti di Francia che i regnanti di Germania dichiaravano di essere discendenti di Carlomagno, e i pittori che pitturavano dipinti con Carlomagno (era molto comune quando si ritraeva un nobile mettere il suo stemma) erano combattuti su quale stemma attribuirli, e per non creare controversia adottarono l'uso di entrambi gli stemmi.
  2. ^ Il gore è una pezza molto rara utilizzata solo nell'araldica inglese, consiste in due linee curve verso l'interno che partono dall'angolo sinistro del capo e della punta, e si incontrano nel punto d'onore, rappresentando il centro dello scudo. Il gore non ha una traduzione nell'araldica italiana.
  3. ^ Il termine tricking deriva dall'araldica inglese, in italiano non esiste un termine specifico per questa tecnica.
  1. ^ Da ampliare.