Utente:Antonella summa/sandbox

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Culex (Zanzara)

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Quest'opera è molto importante per la formazione umana e poetica dell'ambiente di Virgilio, formato da 400 esametri. Generalmente i critici rimproverano all'opera di essere goffa, disordinata e incoerente ed è proprio ciò che ha portato a supporre che l'opera non fosse di Virgilio: infatti, le frasi contorte e spesso astruse dell'opera sono dovute al tipo d'insegnamento che all'epoca ricevette, ma soprattutto al lavoro della lima che manca.

Il poemetto, che prende nome dalla "zanzara", è fra i componimenti più complessi della letteratura latina; ricco di difficoltà per lo stile involuto, per la disposizione delle parti non del tutto chiare e per l'abbondante uso d'erudizione storica e mitologica. Oltre la dedica ad Ottaviano, il poeta aggiunge un'ulteriore invocazione ad Apollo e alla Musa: proprio nell'invocazione alla Musa vi sono riferimenti importanti dal punto di vista geografico, ad esempio alla fonte Castalia e al Parnaso, tutte raffinatezze tratte sicuramente da fonti ellenistiche, come Callimaco, Teocrito e Licofrone.

L'opera si apre con un quadro prettamente bucolico. Un pastore, per sfuggire al caldo, insieme alle sue caprette si sdraia all'ombra, ma presto un serpente gli si avvicina: riesce a non toccarlo, in quanto una piccola zanzara gli punge un occhio destandolo dal sonno. Il pastore schiaccia la zanzara e riesce ad uccidere anche il serpente.

Nella notte però lo spirito della zanzara torna a torturarlo in sogno e quest'ultima gli rimprovera di averla uccisa quando aveva tentato solo di salvarlo e dice che continuerà a tormentarlo fino a quando questa non riceverà degna sepoltura. Il pastore svegliatosi inizia a scavare un tumulo, colto dal senso di colpa e sulla sepoltura della zanzara fa crescere i fiori migliori. Con questa scena commovente e celebrativa della zanzara si conclude l'opera.

Analisi critica

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Il poemetto[1] prende il nome dall'umile insetto che è il protagonista di questa favola mitologica, dove la serietà dell'ispirazione finisce per prevalere sulla parodia del racconto epico, la cui attribuzione al mantovano è sorretta dalla Vita Donatiana e dalle testimonianze di poeti come Lucano, Stazio, Marziale e dal grammatico Nonio. Si è giunti persino a fantasticare che Virgilio avrebbe in gioventù scritto un epilio intitolato Culex, che però sarebbe andato perduto e sostituito con l'attuale pometto, opera, di un falsario che intese così spacciare per virgiliano un suo prodotto. La data sarebbe il 48 a.C., l'anno della battaglia di Farsalo.

Il componimento è dedicato ad un giovane di nome Ottaviano, che molto probabilmente potrebbe essere proprio il famoso Ottaviano Augusto, pronipote di Cesare. Questa notizia è certa in quanto abbiamo alcuni elementi che ce lo confermano: dalla riverenza con cui l'autore parla di questo fanciullo, ma anche per gli epiteti che gli riserva, come " santo" e "venerando" e che si riferiscono ad una speciale carica che Ottaviano nel 48 a.C. assunse, quella di pontifex e di conseguenza posso spiegarsi gli epiteti "santo" e "venerando".

Quest'opera appartiene ad una serie di componimenti, noti presso i poeti alessandrini, che si chiamavano lusus, in latino. Oltre il carattere scherzoso, però, l'opera tratta anche temi riferiti al senso della vita e del destino[2], che costituiranno il resto delle opere sicuramente di Virgilio: vi sono, comunque, come in Virgilio, influenze pitagoriche e neopitagoriche. L'opera ha un carattere allegorico: la zanzara simboleggia l'anima umana e, nella descrizione del bosco in cui giace il pastore, cioé il bosco di Artemide, dove si rifugiò la Cadmeide Agave, perseguitata dal terrore di Dioniso, si fa riferimento alla tradizione e a un bosco sacro. Tutto viene descritto minuziosamente, soprattutto la vegetazione e la natura. Nel Culex abbiamo una visione pessimistica, in quanto la storia e l'uomo appaiono come miseria e morte.

  1. ^ Per quanto segue, cfr. A. Rostagni, Virgilio minore. Saggio sullo svolgimento della poesia virigliana, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1961, pp. 71-92.
  2. ^ A. Rostagni, Virgilio minore. Saggio sullo svolgimento della poesia virigliana, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1961, pp. 95-140.
  • Armando Salvatore - Antonio Salvatore, Storia della letteratura latina, seconda edizione, Loffredo, Napoli, 1974, p. 289.


fonte:Virgilio Minore- "saggio sullo svolgimento della poesia virgiliana" Augusto Rostagni, Roma 1961, edizioni di storia e letteratura.