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Giuseppe Bonafede (Chiaramonte Gulfi, 18 marzo 1857 – Ragusa Ibla, 27 giugno 1941) è stato un poeta italiano.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Figlio naturale di Serafino A. Guastella[1], illustre studioso di letteratura popolare e collaboratore del Giuseppe Pitrè, scrittore e poeta in lingua, Bonafede ereditò dal padre l’inclinazione per la poesia popolare, alla quale dedicò la sua vita. Tra le sue opere “La Primavera”, Tip. Tranchina di Modica (1956); “Terremoto di Messina e Calabria”, XVI migliaio, Tip. Ed. Detestano – Ragusa 1909; “Fiori silvestri” (saggio di canti popolari, Tip. Ed. Detestano – Ragusa 1910). ((biografia da :Atti della Conferenza di servizio presso la Prefettura di Ragusa, organizzata e diretta da Francesco Mantegna Venerando, Fondazione Mediterranea, 1991) Il poemetto“Terremoto di Messina e Calabria” nasce da uno sfogo di chi si trova ad essere arrestato per un'accusa ingiusta e costretto a vagare in catene da un carcere all’altro in attesa del processo. Il libro si avvale di una presentazione del filologo e dialettologo dell’Università di Catania prof. Sebastiano Grasso
Opere[modifica | modifica wikitesto]
- Giuseppe Bonafede, La primavera, Modica, Tranchina, 1956.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Un poemetto di Giuseppe Bonafede. Sembra scritto ieri e invece ha un secolo., su ragusaoggi.it. URL consultato il 19-3-2016.