Chiesetta di San Giuseppe in Gallipoli[modifica | modifica wikitesto]

Chiesetta di San Giuseppe
Stato	Italia
Religione	Cattolica
Titolare	San Giuseppe
Diocesi	Nardò - Gallipoli
	Elemento Wikidata assente · Manuale

La chiesetta di San Giuseppe^[1] è un edificio religioso sito in via Zacheo nel centro storico di Gallipoli, un comune in provincia di Lecce, posto lungo la costa occidentale del Salento, protesa sul mar Ionio. Del complesso religioso fanno parte la chiesa e il campanile.

La chiesa è costruita interamente in conci di tufo locale, rivestiti di intonaci e stucchi. Un breve sagrato invita all'ingresso collocato tra le strettoie delle vie cittadine ed una piccola corte. Dal modesto campanile a vela spicca la campana, fusa dal gallipolino Giovan Giacomo Cuti nel 1635, nel priorato di Giovan Bernardino Genuino autore dei disegni della Cattedrale^[2]. La facciata è semplice impreziosita dal bel finestrone centrale trilobato, di forma simile alle aperture di luce laterali; sul timpano dell’unica porta d’ingresso è stato collocato l' antico stemma vescovile. All’interno è collocato un altare lapideo, in contrasto cromatico con le candide pareti interne.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa è stata eretta attorno al 1631,accanto al palazzo che fu dei Talamo, nello stesso sito dell' antica chiesa bizantina di Sant'Elia, demolita nel 1581^[3]; testimonianza ne sono le tombe rinvenute e datate alla stessa epoca^[4]. La struttura architettonica attuale risale al XVII secolo, ma è stata oggetto nel corso del tempo di vari rimaneggiamenti ed abbellimenti, risalenti soprattutto al XVIII secolo. Il suo interno fu ristrutturato ed abbellito coni stucchi; Chiusa al culto venne riaperta nel 1887; attualmente presenta una varietà di stili ancora leggibile dopo il restauro del 1990. Nel 2003 è stata riconsegnata alla cittadinanza e ai fedeli.

Confraternita[modifica | modifica wikitesto]

All'Oratorio di San Giuseppe è collegata la Confraternita di San Giuseppe e della Buona Morte, eretta canonicamente nel 1630 da mons. De Rueda che ne approvò le regole^[5] . La confraternita rimase inattiva per molto tempo, per cui la chiesetta restò chiusa ai fedeli per essere riaperta solo nel 1887. Fu nel 1904 che la confraternita si trasferì nella chiesa ex conventuale delle monache claustrali di Santa Chiara.