Utente:Alberto Dolfin/Sandbox

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Alberto Dolfin, giornalista sportivo
Alberto Dolfin ai Mondiali di calcio di Russia 2018

Alberto Dolfin (Torino, 11 novembre 1985) è un giornalista sportivo italiano.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Nipote di Pietro Miglio, si avvicina al giornalismo sportivo, cominciando a fare esperienze durante il percorso universitario svolgendo uno stage nella redazione web de La Stampa nel 2008 e uno nella redazione di Sky Sport tra la fine del 2009 e il 2010.

Dal 2011 è un collaboratore de La Stampa e dal 2014 scrive anche per Il Corriere dello Sport-Stadio.

Dall'estate del 2013 è anche il responsabile della comunicazione della Fisip (Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici), mentre dall'inverno del 2019 scrive per Nuotopuntocom.

Ha seguito in loco i Giochi di Vancouver 2010, Londra 2012, Sochi 2014, Rio 2016 e PyeongChang 2018. Nel 2020 ha seguito, tra gli altri, i Mondiali di biathlon ad Anterselva, e quelli di ciclismo a Imola.

Nello stesso anno ha completato il suo primo libro che racconta la storia del fratello Marco Dolfin, chirurgo-nuotatore paralimpico, intitolato Iron Mark, pubblicato dalla casa editrice piemontese Bradipolibri il 3 settembre 2020.[1]

Il 26 ottobre 2020 viene insignito del Premio CONI-USSI per la categoria Under 35[2].

Il 10 novembre 2020, riceve il Premio Dardanello, intitolato alla memoria dello storico direttore di Tuttosport scomparso nel 2001, per la sezione Regionale[3].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • 'Iron Mark- Le corsie di Marco Dolfin: chirurgo e nuotatore, 2020, Bradipolibri

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Walter Urbinati, Il 3 settembre esce Iron Mark, la biografia di Marco Dolfin: chirurgo e nuotatore, su www.comitatoparalimpico.it. URL consultato il 18 novembre 2020.
  2. ^ I vincitori dei Premi CONI-USSI 2020, cerimonia di premiazione il 30 novembre, su Comitato Olimpico Nazionale Italiano. URL consultato il 20 novembre 2020.
  3. ^ Il premio ‘Dardanello’ a Federica Lodi e Alberto Dolfin, su associazionedardanello.it. URL consultato il 20 novembre 2020.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]