Utente:Adriano Comai/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Gabriella Poli[modifica | modifica wikitesto]

(Torino, 5 marzo 1920 – 14 novembre 2012) è stata giornalista e prima capocronista donna del giornalismo italiano.


Capocronista del quotidiano La Stampa tra il 1977 e il 1981, prima donna a rivestire quel ruolo in Italia, a dirigere un giornale nel giornale. Nata nel 1920 Gabriella Poli era stata una studentessa brillante, di sé diceva “la guerra e la Resistenza sono state le pietre angolari della mia vita e il consolidamento delle mie convinzioni antifasciste e antirazziste”. Inizia la sua carriera nel 1946 alla rivista Agorà, passa poi al Sempre Avanti! e all’Avanti! E’ una perfetta sconosciuta per il direttore della Stampa Giulio De Benedetti, che non vuole donne in redazione, quando accetta di metterla alla prova in cronaca, settore che considerava centrale e formativo per ogni giornalista. Il suo percorso giornalistico a La Stampa si conclude il 30 settembre 1981 per sua richiesta.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Gabriella Poli nasce in una famiglia borghese di Torino, il padre Cesare avvocato e giudice, la madre Elda Brocadello, la sorella minore Elena. Il 6 dicembre 1941 discute la tesi sul poeta latino Claudio Claudiano ottenendo la laurea in lettere con lode e dignità di stampa a soli 21 anni di età. Cinque giorni più tardi il conseguimento del titolo, muore il padre colpito da infarto.

La guerra[modifica | modifica wikitesto]

A causa dei numerosi bombardamenti su Torino, con la madre e la sorella, si trasferisce in Valtournanche dove comincia ad insegnare ai ragazzi sfollati dalle grandi città e dove inizia l’attività giornalistica collaborando alla stampa clandestina durante la Resistenza. Staffetta partigiana, in quegli anni si lega a Giorgio Vajani, giovane medico milanese anch’egli partigiano, che sarà ucciso dalle Brigate Nere il 27 aprile 1945. Quasi un anno più tardi scriverà per il mensile “Agorà” un articolo straordinario su quella morte.

Dal dopo guerra ai primi anni sessanta[modifica | modifica wikitesto]

Terminata la guerra torna a Torino, trova il primo impiego come redattrice nella rivista Agorà. Nel 1947 viene chiamata al “Sempre avanti!” dove, come cronista, si occupa di Interni ed Esteri.

Il 1 gennaio 1948 diventa giornalista professionista e l’anno successivo è assunta all’”Avanti”, organo di stampa del Partito Socialista, unica donna in redazione con l’incarico di seguire la cronaca bianca. Si occupa della scuola, della politica del Comune, della Torino che tenta di risollevarsi dopo gli eventi bellici. Nel 1951 è inviata in Polesine per un servizio giornalistico sugli effetti della devastante alluvione che ha colpito gran parte del territorio della provincia di Rovigo. Ulteriore incarico fuori le mura le viene assegnato nel 1954 con l’obbiettivo di raccontare la cerimonia commemorativa nel campo di sterminio di Buchenwald. Esperienza che lei stessa definisce straordinaria e dove nasce l’amicizia con Primo Levi durata 33 anni e cresciuta in ambito professionale. L’”Avanti” era molto attento ai convegni, congressi, mostre della deportazione e a tutte le manifestazioni antifasciste a cui P. Levi presenziava come testimone e Gabriella Poli come giornalista.

Nel 1955 è assunta a “La Stampa”, unica donna in organico. L’allora direttore Giulio De Benedetti, le concede sei mesi di prova nella Cronaca prima di sottoscriverle il contratto. Diretta da Ferruccio Borio la cronaca giornalistica diventa per lei predominio della notizia, linguaggio chiaro, completezza e imparzialità, verifica delle fonti, onestà, capacità di valutazione, filo diletto con i cittadini, servizio. La Cronaca per Giulio De Benedetti è centrale ma le firme sono rare. La prima della Poli è della fine del 1963.

Le inchieste e il ruolo di capocronista[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1965 firma, dopo dieci anni di anonimato, il racconto della separazione chirurgica delle gemelle siamesi Giuseppina e Santina Foglia all’ospedale Regina Margherita e con successivi articoli il seguito di quel miracolo della medicina. Nel 1967 viene nominata caposervizio di una macchina possente e perfetta quale era la sezione Cronaca della Stampa di quegli anni. Nel 1968, la direzione del giornale La Stampa passa ad Alberto Ronchey e Gabriella Poli, nel ruolo di caposervizio, acquisisce la direzione della rubrica “Specchio dei Tempi” godendo della fiducia incondizionata di pubblico e direttivo. Pochi mesi dopo le viene riconosciuto ufficialmente il ruolo che esercitava da tempo, è promossa vice capocronista. Il nuovo Direttore la invia a Detroit per condurre un’inchiesta sulla capitale dell’automobile americana che ha molte analogie con Torino. Ne scaturisce un lavoro poderoso costituito da nove articoli lanciati sul quotidiano il 4 dicembre del ’69 e pubblicati sull’”Illustrato FIAT”.

In occasione dell’iniziativa “Un sorriso per Natale”, raccolta offerte per le famiglie in difficoltà lanciata in seno alla Rubrica Specchio dei Tempi, emerge dal pubblico una domanda a cui Gabriella Poli risponderà con un’inchiesta dal titolo “Perchè i poveri fanno tanti figli?”.

Apre l’inchiesta con le seguenti riflessioni: Per tutto il tempo del “Un Sorriso per Natale” occhi accusatori e smarriti di bambini ci hanno guardato da queste pagine. Famiglie con sei, otto bambini ammucchiati in abituri senza luce e senza fuoco, costretti a dividere la cupa miseria dei genitori nella prigione della città. Impossibile rispondere all’angoscia del loro richiamo. Infatti pochissimi hanno resistito. Qualcuno ci ha scritto:”Perché dare soldi a incoscienti che mettono al mondo bambini nelle più gravi ristrettezze?” Incomprensione, egoismo, grettezza. I più hanno dato generosamente, senza riserve. Altri, versando l’offerta, ci hanno domandato: “Ma perché tanti figli? Le lettere sono centinaia e continuano ad arrivare: “Non si può fare nulla perché non si incrementino schiere di malnutriti? Non avete elargito alle infelici famiglie, insieme al “sorriso” anche il consiglio di limitare il numero dei bambini?” Suppliche accorate a muoversi “prima che sia troppo tardi”. Inviti a una campagna “contro l’ignoranza e l’irresponsabilità”. Pietà per i bimbi, vittime innocenti, non senza censure per i genitori. Ma sono davvero colpevoli? Perché povertà e famiglie numerose sembrano andare di pari passo dovunque? Non c’è in questo fenomeno qualche cosa che trascende la volontà degli individui? Cerchiamo di rispondere a queste domande, esaminando il problema in rapporto alla situazione della grande città del Nord, dove i poveri più poveri sono tra gli immigrati, una massa di oltre un milione”. Accantoniamo definitivamente e con profonda desolazione le diatribe e le invettive di schietta marca razzista. Non sono molte per fortuna; ma dimostrano che l’infezione è latente.”

Del reportage in cinque puntate, pubblicate tra il 23 gennaio e 20 febbraio 1972 parlarono diffusamente tutte le maggiori testate italiane, il Corriere della sera, la Nazione, Il Globo, La Sicilia, Il Mattino, Avvenire, la Voce Repubblicana, L’Arena, e ancora: Bollettino Italiano, la Regione Valle D’Aosta, Sipra, Fiuggi, Rassegna dell’Ordine dei Giornalisti, Ansa. Con questo lavoro Gabriella Poli ottiene il Premio Giornalistico Saint Vincent per il miglior servizio di cronaca dell’anno 1972 che, a maggio dell’anno successivo, le viene consegnato al Quirinale dall’allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone.

Con la direzione di La Stampa di Arrigo Levi, nel 1973 viene inviata a fare un viaggio in Unione Sovietica, a percorrere le strade di Mosca e Volvograd. Al tramonto del ’77, lei ha 56 anni e un’enorme esperienza quando, indifferente allo scandalo Arrigo Levi spezza quella regola non scritta, ma radicata e rispettata, che pretendeva le donne fuori dal direttivo: le affida la guida della cronaca di Torino, allora considerata la migliore d’Italia. Contava 30 giornalisti di cui 3 donne. Quella nomina costituisce un fatto rivoluzionario.

Il percorso giornalistico di Gabriella Poli a La Stampa si conclude il 30 settembre 1981 per sua richiesta.

L’amicizia con Primo Levi[modifica | modifica wikitesto]

Si reca nei luoghi della tragedia dello sterminio in un viaggio di lavoro a Buchenwald nel 1954 occasione nella quale incontra per la prima volta Primo Levi. Dopo quel viaggio le opportunità di incontro sono costituite da manifestazioni e commemorazioni; frequenti sono gli scambi di opinione su fatti, libri e recensioni. Gabriella lo introduce a La Stampa di cui dal 1975 Levi diventa collaboratore. Lei aveva il privilegio di far parte di quella piccola cerchia di amici-colleghi ai quali Levi sottoponeva i suoi scritti prima che venissero stampati. Dalla lunga frequentazione nasce il libro pensato con il collega Giorgio Calcagno e da lei scritto “Echi di una voce perduta”. E’ un autoritratto costruito come un mosaico, riunendo le tessere che si erano sparpagliate su giornali e riviste, in nastri radiofonici e televisivi, rapporti di conferenze, registrazione di dibattiti, incontri con studenti, memorie di colloqui personali. L’amicizia tra i due intellettuali durò fino alla morte di Levi. Un cippo in memoria della prigionia di Primo Levi in campo di concentramento è stato posato per volontà di Gabriella Poli nel parco Keren Kayemeth in Israele nel 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cura due volumi di Prima Pagina della Stampa.
  • Scrive con Giorgio Calcagno Echi di una voce perduta. Incontri interviste e conversazioni con Primo Levi, ed. Mursia, 1992 Milano, tradotto in inglese, francese, giapponese.

Iniziative[modifica | modifica wikitesto]

  • Il 14 novembre 2013 ad un anno dalla morte di Gabriella Poli il Centro Studi Sereno Regis inaugura una struttura multimediale dedicata all’arte e alla ricerca per la pace e la intitola a Gabriella Poli, prima giornalista capocronista in Italia; un bene comune a disposizione di tutta la cittadinanza che si rivolge specialmente agli appassionati, agli studiosi e agli artisti e in particolare ai giovani.
  • il 6 dicembre 2014 si inaugura al Museo della Stampa di Torino la teca dedicata a Gabriella Poli
  • il 29 maggio 2019 è dedicata alla memoria di Gabriella Poli la scuola statale primaria di via Fiocchetto 29, Torino

Riferimenti[modifica | modifica wikitesto]