Urali subpolari

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Urali subpolari
Il monte Manaraga visto da 1500 m di altezza.
ContinenteAsia
StatiBandiera della Russia Russia
Catena principaleUrali
Cima più elevataMonte Narodnaja (1894,5 m s.l.m.)
Lunghezza230 km
Larghezza150 km
Superficie32.000 km²
Tipi di roccequarzite, rocce metamorfiche

Gli Urali subpolari, indicati anche come Urali subartici, (in lingua russa: Приполярный Урал; Pripoljarnj Ural) sono una porzione della vasta catena dei monti Urali, in Russia, posizionati tra gli Urali polari a nord e gli Urali settentrionali a sud.

Si estendono dalle sorgenti del fiume Ljapin e il tratto superiore del fiume Chulga (bacino idrografico dell'Ob') a nord (latitudine 65° 40' N), fino al monte Telposiz (Nido dei venti, 1617 metri di altezza) a sud (latitudine 64° N).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Come il resto della catena degli Urali, fungono da confine geografico tra l'Europa (a est) e l'Asia (a ovest). Dal punto di vista amministrativo, la parte orientale a est dello spartiacque principale, fa parte del circondario autonomo degli Chanty-Mansi-Jugra, mentre la parte ovest appartiene alla Repubblica dei Komi.[1]

Gli Urali subpolari si estendono in direzione sudovest-nordest per una lunghezza di 230 km e una larghezza che arriva fino a 150 km. La superficie coperta è di 32.000 km2.

L'altezza dei rilievi è perlopiù compresa tra 600 e 1500 metri. La cima più elevata degli Urali subpolari è il Monte Narodnaja, alto 1894,5 metri, che è anche la cima più elevata dell'intera catena degli Urali. Ma sono presenti anche numerose altre vette con altezze superiori ai 1.600 metri: Karpinski (1878 m), Manaraga (1662 m), Zachita (1808 m), Sverdlova (1800 m), Mansi-Nyer (1778 m), Komsomola (1729 m), Kolokolnja (1724 m).

Il monte Sablja,[2] situato nella parte sud-occidentale della regione, pur raggiungendo solamente i 1497 metri di altezza, è molto popolare tra gli alpinisti e gli appassionati di scalate.[3]

La catena montuosa degli Urali subpolari si trova in una zona scarsamente popolata e può essere raggiunta solo tramite la ferrovia settentrionale che la percorre fino a Vorkuta.

Nel dicembre 2009, una delle vette senza nome (posta alle coordinate 65° 04.4' N; 59° 57.5' E) e alta 1582 m situata nella Repubblica di Komi, ha ricevuto il nome di "Monte Santo Stefano di Perm",[4][5] diventando il primo monte della Russia a portare il nome del santo ortodosso.[5]

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene siano situati più a sud degli Urali polari, gli Urali subpolari hanno un clima più rigido. La temperatura media va dai -23 °C di gennaio (con minime fino a -45 °C), fino ai 14-16 °C a luglio nelle valli (le temperature massime possono superare i 30 °C). Alle altitudini di 1600-1800 metri, la temperatura estiva oscilla attorno ai 2,5-3 °C.

Nelle zone più elevate, tra gennaio e febbraio sono frequenti le tempeste di neve, che possono durare anche una settimana, con venti che possono arrivare a 20–30 m/s. Nel corso dell'anno i giorni di tempesta di neve sono compresi tra 80 e 100. Nelle valli il numero di giorni di tempesta di neve è di solito 2-3 volte inferiore e la velocità del vento non supera in genere i 10 m/sec. L'area è nota per il rischio di valanghe.

Negli Urali subpolari sono presenti 50 piccoli ghiacciai, che si estendono su una superficie totale di 7,5 km², oltre a un gran numero di campi di neve.

Vegetazione[modifica | modifica wikitesto]

L'area è coperta da foreste di conifere, la tipica taiga boreale, fino a un'altezza di 500 metri. A quote più elevate sopravvive solo la vegetazione bassa delle specie della tundra di ambiente montano oppure si incontra la roccia esposta, anche con pareti ripide.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Кеммерих А. О., "Urali subpolari". 1970 (it), in Физкультура и спорт, М., 1970.
  2. ^ (RU) Саблинский хребет., su akme.ru. URL consultato il 27 maggio 2010.
  3. ^ (RU) Приполярный Урал. Описание района, su old.risk.ru. URL consultato il 27 maggio 2010. Константин Бекетов
  4. ^ (RU) Постановление Правительства Российской Федерации № 1043 от 21 декабря 2009 года [collegamento interrotto], su gov.consultant.ru. URL consultato il 27 maggio 2010.
  5. ^ a b Уральскую вершину назвали именем святителя Стефана Пермского, su pravoslavie.ru, 24 декабря 2009 г.. URL consultato il 24 dicembre 2009.

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