Torre dell'Orologio del Palais de la Cité
Torre dell'Orologio del Palais de la Cité | |
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La Torre dell'Orologio nel settembre 2012. | |
Localizzazione | |
Stato | Francia |
Regione | Île-de-France |
Località | Parigi |
Coordinate | 48°51′21.96″N 2°20′44.41″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | visitabile |
Costruzione | 1350-1353 |
Altezza |
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Realizzazione | |
Committente | Giovanni II il Buono |
La Torre dell'Orologio del Palais de la Cité è una torre del palazzo di giustizia di Parigi, che fa parte della Conciergerie.
Costruzione
[modifica | modifica wikitesto]A nord-est del Palais de la Cité, dimora dei re di Francia da Ugo Capeto, re Giovanni II il Buono fece costruire una torre tra il 1350 e il 1353, su un ex terreno paludoso, il cui campanile era dominato da una lanterna e che in seguito divenne la Torre dell'Orologio del Palais de la Cité[1]. Nel tempo ha svolto un ruolo di guardia per la sicurezza del palazzo.
È rettangolare, massiccia, alta 47 metri e le sue mura erano spesse quasi un metro quando fu costruita.
Sopra l'altissimo basamento su cui poggiava, il corpo murario della torre formava una leggera rientranza[1]. Le facciate nord ed est avevano due finestre, in due file sovrapposte. In alto, un piccolo padiglione rettangolare era sormontato da un campanile.
L'orologio
[modifica | modifica wikitesto]- Nel 1370 ospitò il primo orologio pubblico di Parigi, costruito da Henri de Vic, orologiaio lorenese.
- Nel 1371, la torre dell'orologio del Palais de la Cité fu dotata di una campana d'argento.
- Nel 1418 il comune richiese che l'orologio avesse un quadrante esterno" in modo che gli abitanti della città potessero occuparsi dei loro affari giorno e notte".
- Nel 1472 furono eseguiti importanti restauri del quadrante da Philippe Brille.
- Nel 1585, Enrico III fece installare un nuovo quadrante, incorniciato dallo scultore Germain Pilon, che fu restaurato nel 1685. Le grandi figure allegoriche che rappresentano Legge e Giustizia, eliminate durante la Rivoluzione, furono nuovamente restaurate nel 1852 e poi nel 1909, date che compaiono nella parte inferiore del quadrante.
L'orologio è incorniciato da due grandi figure allegoriche che rappresentano Legge e Giustizia.
Due targhe poste sopra e sotto l'orologio recano iscrizioni latine:
- sopra: "QUI DEDIT ANTE DUAS TRIPLICEM DABIT ILLE CORONAM", allusione alle corone di Polonia e Francia indossate dal suo contemporaneo Re Enrico III;
- sotto: "MACHINA QUÆ BIS SEX TAM JUST DIVIDIT HORAS JUSTITIAM SERVARE MONET LEGES QUE TUERI".
L'attuale quadrante è di forma quadrata, con un diametro di un metro e mezzo ed è adornato al centro da raggi sgargianti e dorati; è posto sul manto reale di Francia azzurro con gogli bianchi.
Le lancette in rame sbalzato e bronzato, la grande punta di lancia per i minuti, il finale piccolo in fleur-de-lis ed esteso da una lancetta che termina con una mezzaluna per le ore, si spostano su numeri romani colorati in rilievo sul quadrante.
Restauri
[modifica | modifica wikitesto]La Torre dell'Orologio ha subito ampi restauri. Una prima campagna fu condotta dal 1840 al 1843 per consolidare la parte inferiore e stabilire un corpo di guardia alla sua base.
Altri interventi vennero realizzati tra il 1843 e il 1848, poi tra il 1860 e il 1861, e le restituirono un aspetto medievale, soprattutto nelle sue parti superiori. La sala a volta del quarto piano, detta della "Regina Bianca", rinforzata all'esterno da dieci contrafforti, conservava ancora tracce della sua decorazione policroma interna. È stata completamente restaurata, come il livello superiore della torre, dove sono stati evocati merli che non c'erano, come illustrato da disegni a partire dalla fine del XVIII secolo e fino all'inizio del XIX.
Dal 2011 la torre è stata oggetto di un'importante campagna di restauro terminata nel novembre 2012. L'orologio è stato restaurato in maniera coerente con i più antichi documenti disponibili negli archivi della Biblioteca Nazionale. Sono state rifatte le dorature e le pitture. Il cambiamento più notevole è stato il restauro del fondo azzurro cosparso di gigli di disegno diverso da quelli risalenti al restauro del 1686.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (FR) Herveline Delhumeau, Le palais de la Cité, Actes Sudª ed., 2011, p. 73, ISBN 978-2-7427-7207-0..
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