Torre Blues Point

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Torre Blues Point
Blues Point Tower
Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Australia Australia
Stato federatoNuovo Galles del Sud
LocalitàSydney
Coordinate33°50′57.12″S 151°12′10.8″E / 33.8492°S 151.203°E-33.8492; 151.203
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1962
Stilemoderno
Piani25
Realizzazione
ArchitettoHarry Seidler

La Torre Blues Point (in inglese: Blues Point Tower) è un grattacielo residenziale di Sydney in Australia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I lavori di costruzione vennero completati nel 1962, facendo della torre l'edificio residenziale più alto d'Australia fino al 1970.[1]

L'architetto che la progettò fu Harry Seidler, che aveva pianificato una riqualificazione ad alta densità per l'intero sobborgo di McMahons Point, dove sorge la torre.[2][3] In risposta a una proposta del 1957 che suggeriva di destinare l'area all'uso industriale, Seidler propose invece di costruire centinaia di appartamenti, tutti con vista sull'acqua.[1] Nonostante il rifiuto della proposta di zonizzazione industriale, il sostegno politico per il piano di Seidler svanì rapidamente e la Torre Blues Point fu l'unico elemento del progetto ad essere realizzato.

Seidler fu incaricato da Dick Dusseldorp, attraverso la sua azienda Civil & Civic.[4] L'ufficio di cantiere dell'azienda durante i lavori di costruzione si trovava in una villa vittoriana degli anni 1870, chiamata Bellvue, che occupava precedentemente il sito.[2]

Nel febbraio del 2011 un'antenna radar alta 6 metri è stata aggiunta alla sommità dell'edificio.[5][6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio presenta uno stile internazionale.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) David Dale, Eyeful tower, su The Sydney Morning Herald, 17 maggio 1991. URL consultato il 14 aprile 2011.
  2. ^ a b (EN) Léonie Masson, From Track to Tarmac (PDF), su northsydney.nsw.gov.au, North Sydney Council. URL consultato il 30 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2011).
  3. ^ (EN) Harry Seidler, Seidler's scrapbooks, su sl.nsw.gov.au, State Library of NSW. URL consultato il 30 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2011).
  4. ^ (EN) Stephen Lacey, Towering ambition, su The Sydney Morning Herald, 28 settembre 2002. URL consultato il 14 aprile 2011.
  5. ^ (EN) Boel Eriksson, Heritage woe on the radar, su The Mosman Daily, 23 agosto 2010. URL consultato il 30 marzo 2011.
  6. ^ (EN) Phil Whitten, New maritime radar, su Peewitppl, 25 febbraio 2011. URL consultato il 30 marzo 2011.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]