Tesserantha connectens

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Tesserantha connectens
T. connectens, secondo Haeckel in "Deep sea Medusae" (1881).
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Radiata
Phylum Cnidaria
Classe incertae sedis - Staurozoa(?)
Famiglia Tesseranthidae
Genere Tesserantha
Specie Tesserantha connectens
Nomenclatura binomiale
Tesserantha connectens
Haeckel, 1880

Tesserantha connectens Haeckel, 1880 è una specie di cnidari della famiglia monospecifica Tesseranthidae.

Le Tesseranthidae sono note unicamente attraverso i lavori di Ernst Haeckel, da quattro esemplari raccolti dalla spedizione Challenger[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La T. connectens, secondo la descrizione di Haeckel, si distingue per la peculiare forma conica e dai tentacoli senza nematocisti sulla punta e dall'assenza di lobi marginali. Le meduse T. connectens non sarebbero neanche fissate ad un substrato roccioso, come tutte le altre specie di Stauromedusae, ma nuoterebbero liberamente. Queste caratteristiche hanno fatto dubitare sin dal principio la loro vicinanza alle stauromeduse[2].

L'anatomia della specie è semplice: un unico anello muscoloso circolare corre lungo la subombrella, non diviso in sezioni, senza gambo per ancorarsi ad un substrato solido e senza nematocisti alla punta dei 16 tentacoli. La cavità gastro-vascolare è divisa in quattro sacche gastriche con numerosi cirri gastrici. Quattro sono anche le gonadi, a forma di ferro di cavallo. Le dimensioni della medusa adulta sono di 9 mm di lunghezza dell'ombrella, per 6 mm di diametro[3].

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La classificazione della T. connectens è dubbia: per questo motivo viene attualmente considerata incertæ sedis. Malgrado ciò, alcune classificazioni conservano la sistematica indicata da Haeckel nel 1880, piazzando la T. connectens fra le stauromeduse[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mayer, 1910, p. 522.
  2. ^ Già nel 1910, Alfred Mayer scriveva: "Their relationship with Stauromedusae is uncertain" (La loro relazione con le Stauromedusae è incerta).
  3. ^ Mayer, 1910, p. 523.
  4. ^ Haeckel, 1880, p. 373.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Ernst Haeckel, System der Medusen, Jena, 1880, pp. 373-375, 633.
  • (EN) A.G. Mayer, the Scyphomedusae, collana Medusae of the world, vol. 3, Washington DC, Carnegie Institution, 1910.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]