Teofilo Erotico

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Teofilo Erotico (in greco Θεόφιλος Ἐρωτικός?; ... – ...; fl. XI secolo) è stato un generale bizantino dell'XI secolo, governatore in Serbia e a Cipro, dove guidò una ribellione di breve durata nel 1042.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Rivota serba[modifica | modifica wikitesto]

Intorno al 1034, secondo Giovanni Scilitze, i Serbi abbandonarono il dominio bizantino; Stefano Vojislav, un signore serbo che controllava Zeta e Ston, organizzò una rivolta mentre i Bizantini organizzavano la successione al trono. Vojislav fu sconfitto e imprigionato a Costantinopoli, e i suoi possedimenti furono ripristinati sotto il controllo di Erotico, che aveva il titolo di "stratego di Serbia". Vojislav riuscì comunque a sfuggire alla prigionia nella capitale bizantina e organizzò un'altra rivolta alla fine del 1037 o all'inizio del 1038, prendendo di mira i signori serbi filo-bizantini delle regioni limitrofe della Doclea: Travunia e Zaclumia. Vojislav riuscì ad estromettere Erotico e si proclamò "Principe dei Serbi"[1][2][3].

Cipro[modifica | modifica wikitesto]

Erotico fu comunque nominato governatore di Cipro e nel 1042, alla morte di Michele V e con la conseguente instabilità del governo imperiale, decise di approfittare della situazione: incitò la popolazione locale alla rivolta, soprattutto contro il krites locale (alto funzionario fiscale e giudiziario), che fu accusato di eccessiva tassazione e ucciso dai ribelli[3][4]. Il nuovo imperatore, Costantino IX Monomaco, inviò una flotta al comando di Costantino Chage, che represse rapidamente la ribellione e arrestò Erotico. Il ribelle fu portato a Costantinopoli, dove fu fatto sfilare a cavallo nell'Ippodromo vestito con abiti femminili. Dopo questa umiliazione pubblica, i suoi beni e la sua patrimonio furono confiscati, ma Erotico stesso fu liberato[3][5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fine 1991, p. 206.
  2. ^ Scilitze, 408.74–76.
  3. ^ a b c Finlay 1853, p. 506.
  4. ^ Scilitze, 429.4–12; Zonaras XVII.22.20–21.
  5. ^ Scilitze, 429.12–17; Zonaras XVII.22.22.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]