Sumitomo Ginkō

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La sede centrale nel quartiere di Nakanoshima a Osaka

La Sumitomo Ginkō (株式会社住友銀行?, Kabushiki-gaisha Sumitomo Ginkō, "Banca Sumitomo s.p.a.") è stata una delle maggiori banche giapponesi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'attività bancaria della famiglia Sumitomo risale al 1743 con il cambiavalute Izumiya Rihei[1].

La Sumitomo Ginkō venne fondata nel 1895 a Osaka da Sumitomo Kichizaemon VII[1] come banca privata all'interno dello zaibatsu Sumitomo, di cui era una componente importante.

Nel 1912 fu trasformata in società per azioni con 15 milioni di yen di capitale[2]. Durante la prima guerra mondiale, ampliò la propria attività all'estero, insieme a tutto lo zaibatsu, e aprì numerose filiali all'estero[3]. In particolare nel 1916 aprì le filiali a San Francisco e Honolulu[1].

La banca fondò delle consociate in California nel 1925 e in Brasile nel 1958[1].

Dopo la seconda guerra mondiale lo zaibatsu fu smembrato e le imprese che ne facevano parte ebbero il divieto di utilizzare il nome "Sumitomo". La Banca scelse di chiamarsi Ōsaka Ginkō nel 1948[3].

Nel 1952 la banca poté riprendere il nome originario di Sumitomo Ginkō[2]. Negli anni del dopoguerra la Sumitomo fu la banca di riferimento per molte grandi industrie, fra cui la NEC e la Panasonic (Matsushita)[3].

L'agenzia di Tokyo

Negli anni settanta subì perdite significative per salvare la Ataka & Co. e la Mazda[4]. Tuttavia, ne ebbe un ritorno positivo di immagine, in quanto tali vicende dimostrarono la dedizione della Sumitomo Ginkō verso i clienti. In quest'epoca era la maggior banca giapponese per raccolta, prima della fusione fra Dai-Ichi Ginkō e Nihon Kangyo Ginkō[3].

Nel 1986 la Sumitomo comprò il 12,5% della Goldman Sachs[3].

Negli anni novanta la Sumitomo subì grosse perdite durante la bolla speculativa giapponese, maggiori di quelle delle altre banche[3]. Dovette vendere la Sumitomo Bank of California, che era la sesta maggiore banca della California[5].

Nel 1999, in una fase di concorrenza sempre più accesa e seguendo una tendenza delle banche in Giappone e nel mondo, la Sumitomo annunciò la fusione con la Sakura Bank[3]. L'operazione combinava la forte presenza al dettaglio e nel Giappone orientale della Sakura (ex Mitsui Ginkō) con la rilevante attività della Sumitomo nelle operazioni all'ingrosso e la presenza nel Giappone occidentale[6]. Dalla fusione nacque la Sumitomo Mitsui Banking Corporation, all'epoca la terza più grande banca del mondo, dopo la Deutsche Bank e la Mizuho Bank[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Sumitomo Bank, Ltd. su Japan. An illustrated encyclopedia, Tokyo, Kodansha, 1993.
  2. ^ a b History, su smbc.co.jp, Sumitomo Mitsui Banking Corporation. URL consultato il 7 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2020).
  3. ^ a b c d e f g Sumitomo Mitsui Banking Corporation, su referenceforbusiness.com, Reference for Business. URL consultato il 7 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2017).
  4. ^ Takashi Oka, A positive management style takes root in Japan, in Christian Science Monitor, 24 dicembre 1982. URL consultato il 7 aprile 2015.
  5. ^ Debora Vrana, Sumitomo to Sell California Subsidiary to Utah Company, 26 marzo 1998. URL consultato il 7 aprile 2015.
  6. ^ STRATEGIC INTENT AND SUMITOMO MITSUI BANKING CORPORATION (PDF), su smfg.co.jp, Sumitomo Mitsui Banking Corporation. URL consultato il 7 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  7. ^ Japan Banks to Merge, With Wider Effects, in New York Times, 15 ottobre 1999. URL consultato il 7 aprile 2015.

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