Adelaide di Vilich

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Santa Adelaide di Vilich
 

Badessa

 
NascitaGeldern, 960 circa
MorteColonia, 5 febbraio 1015
Venerata daChiesa cattolica
Canonizzazione27 gennaio 1966 da papa Paolo VI
Ricorrenza5 febbraio
Attributipane e bastone
Patrona dimalati agli occhi

Adelaide, nota anche come Alice (Geldern, 960 circa – Colonia, 5 febbraio 1015), fu badessa del monastero di Vilich, in cui introdusse la regola di san Benedetto, e poi del monastero di Santa Maria in Capitolio di Colonia. Fu proclamata santa, per equipollenza, da papa Paolo VI nel 1966.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era figlia del conte Megingaudo di Gheldria e di sua moglie Gerberga. Studiò a Colonia, al monastero di Sant'Orsola; alla morte del fratello, i genitori destinarono una parte dell'eredità di questo alla costruzione del monastero di Vilich (vicino a Bonn) in cui Alice sarebbe dovuta diventare prima badessa. Così avvenne e, per le sue doti, Alice fu nominata, intorno all'anno mille, badessa anche del monastero di Santa Maria a Colonia di cui era stata badessa, fino alla morte, la sorella Bertranda. Nel 994 aveva adottato per il primo monastero la regola di San Benedetto. Dopo la morte avvenuta nel 1015, fu sepolta a Vilich e iniziò a diffondersi il culto, essendole stati attribuiti numerosi miracoli ed essendo note le sue opere di carità per i poveri.

I simboli di Sant'Alice sono il pane e il bastone ed è patrona contro i problemi di salute che riguardano gli occhi.

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Il 27 gennaio 1966 papa Paolo VI ne riconobbe il culto. Se ne celebra la memoria il 5 febbraio.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

in lingua tedesca:

  • Friedrich Albert Groeteken, Sankt Adelheid von Vilich, Herrin und Magd, Die rheinisch fränkische Volksheilige und ihre Familie, Butzon & Becker, Kevelaer, 1937, 184 Seiten.
  • Jakob Schlafke, Leben und Verehrung der Heiligen Adelheid von Vilich, Köln 1968.
  • Josef Niesen, Bonner Personenlexikon, Bouvier Verlag, Bonn 2007.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN10639377 · CERL cnp00577384 · LCCN (ENnr98001509 · GND (DE118646982 · WorldCat Identities (ENviaf-10639377