Santuario di Giove Dolicheno: differenze tra le versioni
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Il tempio era segnalato sui [[Cataloghi Regionari]] e grazie a vari ritrovamenti è stato collocato nell'area vicino alle chiese la [[Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio|di Sant'Alessio]] e [[basilica di Santa Sabina|di Santa Sabina]]. Venne rinvenuto nel [[1935]] in occasione dell'apertura di via San Domenico, scavando lungo il lato settentrionale e parte dei lati brevi, dove è stato rinvenuto un cortile e tracce di una fase più antica, probabilmente augustea. La pianta totale del complesso misurava 22,60 x 12 metri. Era presente una sala più vasta, preceduta da atrio e seguita da un terzo vano quasi quadrato. |
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L'ambiente centrale era il più importante e qui vennero rinvenuti i resti di un altare e una grande iscrizione a [[Giove Dolicheno]] da parte di tali ''Annius Iulianus'' e ''Annius Victor''. Nell'edificio vennero scoperte numerose statue, rilievi e iscrizioni, che evidenziavano un culto [[sincretismo|sincretico]], che tendeva a aggregare le divinità più varie, in particolar modo quelle di edifici sacri vicini sull'Aventino: [[Diana]], [[Iside]], [[Serapide]], [[Mitra (divinità)|Mitra]], i [[Dioscuri]], il [[Sole (divinità)|Sole]] e la [[Luna (divinità)|Luna]]. Questi oggetti oggi sono esposti nei [[Musei Capitolini]]. |
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* [[Filippo Coarelli]], ''Guida archeologica di Roma'', Verona, Arnoldo Mondadori Editore, 1984. |
* [[Filippo Coarelli]], ''Guida archeologica di Roma'', Verona, Arnoldo Mondadori Editore, 1984. |
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[[Categoria:Templi antichi di Roma|Giove Dolicheno]] |
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Versione delle 23:30, 7 mar 2016
Il santuario di Giove Dolicheno (in latino Dolocenum) era un tempio di Roma, situato sul colle Aventino.
Risaliva al tempo di Antonino Pio e i mattoni bollati testimoniano una data di costruzione posteriore al 138 d.C., mentre un'iscrizione è datata 150. Nella seconda metà del II secolo venne dotato di copertura (inizialmente era all'aperto), come segnalano i bolli delle tegole. Fu restaurato più volte, soprattutto nel III secolo, quando il culto di Giove Dolicheno, divinità originaria dell'Asia Minore protettrice dei soldati, raggiunse il suo apogeo.[1]
Il tempio era segnalato sui Cataloghi Regionari e grazie a vari ritrovamenti è stato collocato nell'area vicino alle chiese la di Sant'Alessio e di Santa Sabina. Venne rinvenuto nel 1935 in occasione dell'apertura di via San Domenico, scavando lungo il lato settentrionale e parte dei lati brevi, dove è stato rinvenuto un cortile e tracce di una fase più antica, probabilmente augustea. La pianta totale del complesso misurava 22,60 x 12 metri. Era presente una sala più vasta, preceduta da atrio e seguita da un terzo vano quasi quadrato.
L'ambiente centrale era il più importante e qui vennero rinvenuti i resti di un altare e una grande iscrizione a Giove Dolicheno da parte di tali Annius Iulianus e Annius Victor. Nell'edificio vennero scoperte numerose statue, rilievi e iscrizioni, che evidenziavano un culto sincretico, che tendeva a aggregare le divinità più varie, in particolar modo quelle di edifici sacri vicini sull'Aventino: Diana, Iside, Serapide, Mitra, i Dioscuri, il Sole e la Luna. Questi oggetti oggi sono esposti nei Musei Capitolini.
Note
- ^ Tina Squadrilli,Vicende e monumenti di Roma, Staderini Editore,1961,Roma,pag.204
Bibliografia
- Filippo Coarelli, Guida archeologica di Roma, Verona, Arnoldo Mondadori Editore, 1984.