Desco da parto: differenze tra le versioni

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*Cecilia De Carli, I deschi da parto e la pittura del primo rinascimento toscano, Torino 1997.
*Cecilia De Carli, I deschi da parto e la pittura del primo rinascimento toscano, Torino 1997.
*Claudia Däubler-Hauschke, Geburt und Memoria. Zum italienischen Bildtyp der "deschi da parto", München/Berlin 2003.
*Claudia Däubler-Hauschke, Geburt und Memoria. Zum italienischen Bildtyp der "deschi da parto", München/Berlin 2003.
*Christiane Klapisch-Zuber, ''Les coffres de mariage et les plateaux d’accouchée, « dischi da parto », à Florence''
*Christiane Klapisch-Zuber, ''Les coffres de mariage et les plateaux d'accouchée, « dischi da parto », à Florence''
* Ajmar-Wollheim, Marta e Flora Dennis, ''At Home in Renaissance Italy'', catalogo dell'esposizione, V&A, Londra 2006.
* Ajmar-Wollheim, Marta e Flora Dennis, ''At Home in Renaissance Italy'', catalogo dell'esposizione, V&A, Londra 2006.
* Brown, Patricia Fortini, ''Private Lives in Renaissance Venice: Art, Architecture, and the Family'', Yale University Press, New Haven 2004.
* Brown, Patricia Fortini, ''Private Lives in Renaissance Venice: Art, Architecture, and the Family'', Yale University Press, New Haven 2004.

Versione delle 17:11, 24 gen 2016

Masaccio, Desco da parto (1426), Berlino

Un desco da parto è un tondo dipinto su entrambi i lati che durante il Rinascimento veniva offerto come dono cerimoniale alle donne delle famiglie più abbienti che avevano appena partorito. Veniva usato come vassoio per portare le vivande alla nuova madre, finché si riposava a letto.

Descrizione

Pontormo, Desco da parto con Natività di san Giovanni Battista (1526), Uffizi

Il desco da parto (stessa radice di "disco") era un oggetto della vita quotidiana delle donne dell'alta società, soprattutto a Firenze, insieme al cassone nuziale. Il desco poteva essere appeso.

Spesso il desco veniva dipinto da un grande pittore e le scene raffigurate erano legate alla nascita in chiave religiosa (della Vergine, di San Giovanni battista, ecc.) o profana e non mancavano figure allegoriche, soggetti letterari (come I Trionfi di Petrarca). Il retro era di solito dipinto con simboli araldici o scene familiari.

La forma era quasi sempre tonda, più rari sono i deschi poligonali.

Esisteva anche il desco da nozze, che, regalato durante il matrimonio, era un augurio per la nascita dei figli.

Opere e artisti

Note

Bibliografia

  • Cecilia De Carli, I deschi da parto e la pittura del primo rinascimento toscano, Torino 1997.
  • Claudia Däubler-Hauschke, Geburt und Memoria. Zum italienischen Bildtyp der "deschi da parto", München/Berlin 2003.
  • Christiane Klapisch-Zuber, Les coffres de mariage et les plateaux d'accouchée, « dischi da parto », à Florence
  • Ajmar-Wollheim, Marta e Flora Dennis, At Home in Renaissance Italy, catalogo dell'esposizione, V&A, Londra 2006.
  • Brown, Patricia Fortini, Private Lives in Renaissance Venice: Art, Architecture, and the Family, Yale University Press, New Haven 2004.
  • Currie, Elizabet, Inside the Renaissance House, V&A, Londra 2006 ISBN 1-85177-490-4
  • AA.VV., Nascere a Siena: Il parto e l'assistenza alla nascita dal medioevo all'età moderna, catalogo dell'esposizione a Santa Maria della Scala, Siena, dal 17 dicembre 2005 aa 19 febbraio 2006 [2]
  • Luciano Bellosi, Pittura domestica del rinascimento fiorentino: Giovanni di Ser Giovanni, detto lo Scheggia.

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