Inerte (chimica): differenze tra le versioni

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In [[chimica]], è detta '''inerte''' una [[specie chimica]] o un [[materiale]] presente nell'[[ambiente di reazione|ambiente]] in cui si svolge una determinata [[reazione chimica]], ma non ne prende parte e non ne modifica il [[meccanismo di reazione]] (come invece succede nel caso dei [[catalizzatore|catalizzatori]]).
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Versione delle 18:50, 23 lug 2014

In chimica, è detta inerte una specie chimica o un materiale presente nell'ambiente in cui si svolge una determinata reazione chimica, ma non ne prende parte e non ne modifica il meccanismo di reazione (come invece succede nel caso dei catalizzatori).

Ad esempio l'azoto e i gas nobili si comportano da inerti nei confronti di molte reazioni chimiche.[1]

Sebbene gli inerti non partecipino alla reazione nel ruolo di reagenti o catalizzatori, possono avere influenza sulle condizioni in cui avviene la reazione; in particolare la presenza di un inerte può avere influenza sul trasporto di calore (ad esempio facilitando lo smaltimento del calore generato da una reazione esotermica) e sulla velocità di reazione, soprattutto se è presente ad elevate concentrazioni.

Utilizzo degli inerti

I gas inerti sono utilizzati per evitare lo svolgimento di reazioni chimiche indesiderate, ad esempio nella conservazione di sostanze chimiche altamente reattive e nella conservazione degli alimenti.

Nell'industria chimica, l'aggiunta dei gas inerti può essere finalizzata ad aumentare la sicurezza dell'impianto.

Materiali inerti vengono inoltre utilizzati per la produzione di vetreria da laboratorio e per la realizzazione di apparecchiature chimiche.

Nell'ambito edilizio, gli inerti (chiamati in quest'ambito specifico anche "aggregati") vengono aggiunti al calcestruzzo per migliorarne le proprietà meccaniche e ridurne i costi.

Influenza degli inerti sulla cinetica della reazione

La presenza di fluidi inerti può aumentare o diminuire il rischio di esplosione di una miscela, che viene determinato confrontando il valore della concentrazione del combustibile con i limiti di esplosione; i limiti di esplosione identificano l'intervallo di concentrazione di combustibile in una miscela all'interno del quale la miscela rischia di esplodere in seguito a innesco; tale intervallo è racchiuso tra il "limite di esplosione inferiore" (LEL) e il "limite di esplosione superiore" (UEL); aggiungendo un inerte ad una miscela la cui concentrazione di combustibile è un poco più alta del limite di esplosione inferiore (quindi potenzialmente pericolosa), se ne diminuisce la concentrazione, uscendo dall'intervallo di esplosività e quindi diminuendo le probabilità che l'esplosione avvenga; invece aggiungendo un inerte ad una miscela miscela la cui concentrazione di combustibile è un poco più alta del limite di esplosione superiore (quindi potenzialmente sicura), se ne diminuisce la concentrazione, entrando nell'intervallo di esplosività e quindi aumentando le probabilità che l'esplosione avvenga.

Considerazioni impiantistiche

Nell'ambito di un impianto chimico, la presenza di fluidi inerti aumenta le portate circolanti nell'impianto, aumentando i costi associati alla movimentazione dei materiali.

Inoltre nel caso in cui una corrente di alimentazione dell'impianto contenga inerti e sia presente una corrente di ricircolo, nell'anello di ricircolo si può assistere ad un continuo accumulo degli inerti, per cui è necessario prevedere uno spurgo per mantenere costante la quantità di inerti all'interno dell'anello di ricircolo.

Note

Voci correlate

Collegamenti esterni