Vela latina: differenze tra le versioni

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== Bibliografia ==
* [http://www.uhpress.hawaii.edu/journals/jwh/jwh061p001.pdf I. C. Campbell, "The Lateen Sail in World History"], ''Journal of World History'', '''6'''.1 (1995), 1–23


== Altri progetti ==
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* [http://www.uhpress.hawaii.edu/journals/jwh/jwh061p001.pdf I. C. Campbell, "The Lateen Sail in World History"], ''Journal of World History'', '''6'''.1 (1995), 1–23





Versione delle 23:10, 22 mag 2014

Barca con vela latina.

La vela latina è un tipo di vela. Il termine deriva probabilmente dall'aggettivo latino nell'antica accezione di "facile", "agevole".[1]

Storia

Apparsa nel IX secolo, d'ispirazione araba, si è rapidamente diffusa in tutto il Mar Mediterraneo, sostituendo la vela quadra in uso sin dall'età antica.
Oggi questo armo conosce una rinascita in tutto il Mar Mediterraneo ed in particolare in Sardegna. La Regata della Vela Latina di Stintino è l'evento che dal 1983 ha portato alla ribalta internazionale il mondo della vela latina e da allora decine di eventi hanno seguito questa intuizione.
Carloforte, Porto Torres, Olbia, La Maddalena, Bosa, Alghero, sono i centri maggiormente interessati da questo fenomeno dove inoltre operano ancora diversi mastri d'ascia: Del Giudice e Carrano a La Maddalena, Polese a Porto Torres, Sanna a Carloforte. Alcune di queste imbarcazioni, perfettamente restaurate, svolgono inoltre attività di charter nelle isole dell'arcipelago della Maddalena. La diffusione di tali imbarcazioni interessa un numero sempre maggiore di località che riscoprono antiche tradizioni di marineria. Tra questi Marina di Pisciotta (SA) dove dal 2005 si svolge una manifestazione velica denominata "TRE TORRI regata tra imbarcazioni a vela latina" e dove opera G.Cammarano maestro d'ascia che dedica molta parte della propria attività al restauro ed alla ristrutturazione di queste imbarcazioni

Struttura

È composta da un albero e da un'antenna che viene issata diagonalmente sull'albero. La vela è inferita sull'antenna mediante appositi legacci denominati matafioni, in modo che l'antenna possa sostenerla per tutta la lunghezza. La vela, essendo triangolare ha tre angoli: l'angolo di mura, l'angolo di drizza e l'angolo di scotta. Il lato della vela che viene inferito sull'antenna è quello compreso tra l'angolo di drizza e l'angolo di mura. L'angolo di scotta resta libero. Una volta che l'antenna è issata sull'albero in posizione obliqua, l'angolo di mura resta in basso in prossimità delle prua delle barca, l'angolo di drizza va in alto in una posizione superiore alla cima dell'albero e l'angolo di scotta resta libero verso la poppa, dove potrà essere manovrato appunto con la scotta . La dimensione della vela può cambiare in funzione della forza del vento, e assume di volta in volta nomi diversi: "bastarda" (la più grande), "borda" (la media) e "marabutto" (la piccola). La lunghezza dell'antenna deve essere tale da poter reggere la vela più grande, cioè la bastarda.

Tipologie

Nelle regate di vela latina gareggiano varie classi che si differenziano per grandezza e per conformazione dello scafo (poppa tronca o poppa tonda, ad esempio): lancette, lance, guzzette, gozzi, velieri, leudi, filughe ed altri ancora.


Note

  1. ^ Treccani.it L'enciclopedia italiana, vocabolario, s.v. Latino: http://www.treccani.it/vocabolario/latino/

Bibliografia

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