Tradizione (Chiesa cattolica): differenze tra le versioni

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La [[Chiesa cattolica]] affianca la tradizione alle scritture, intendendola come dottrina, sentimenti e usanze non desumibili dal [[Bibbia|testo biblico]], che sono state trasmesse oralmente di generazione in generazione a partire da un'autorità ispirata. La subordinazione della tradizione alle scritture è estranea già ai [[Padri della Chiesa]], per i quali è valida la ''regula fidei'' e la tradizione viva rappresenta l'ambiente vitale entro il quale leggere le stesse scritture<ref>{{it}}{{cita libro| Enrico | Cattaneo | Patres ecclesiae. Un'introduzione alla teologia dei padri della Chiesa | Il pozzo di Giacobbe| 2007 |}}</ref>.
La [[Chiesa cattolica]] affianca la tradizione alle scritture, intendendola come dottrina, sentimenti e usanze non desumibili dal [[Bibbia|testo biblico]], che sono state trasmesse oralmente di generazione in generazione a partire da un'autorità ispirata. La subordinazione della tradizione alle scritture è estranea già ai [[Padri della Chiesa]], per i quali è valida la ''regula fidei'' e la tradizione viva rappresenta l'ambiente vitale entro il quale leggere le stesse scritture<ref>{{it}}{{cita libro| Enrico | Cattaneo | Patres ecclesiae. Un'introduzione alla teologia dei padri della Chiesa | Il pozzo di Giacobbe| 2007 |}}</ref>.


== Tradizione divina ed ecclesiastica ==
== Tradizione apostolica ed ecclesiali ==
[[File:Image - Deposito della fede.jpg|thumb|500px|La tradizione all'interno della trasmissione del [[deposito della fede]].]]
[[File:Image - Deposito della fede.jpg|thumb|500px|La tradizione all'interno della trasmissione del [[deposito della fede]].]]
La tradizione si può distinguere in divina oppure ecclesiastica, in basa alla sua origine. La ''traditio'' è divina se l'origine prima è [[Dio]], ed è pertanto eterna e non mutabile. La ''traditio'' è ecclesiastica se c'è una trasmissione attraverso la Chiesa, ovvero passa per [[san Pietro]] e i suoi successori, perciò in materia di ordini disciplinari sulle feste e sui digiuni è mutabile; pertanto si appresta a una suddivisione pratica in dogmatica e morale. Le tradizioni divine sono talora anch'esse dette ecclesiastiche, perché custodite e trasmesse dalla Chiesa e contenute nella ''Professio fidei tridentina'' ([[1564]]) emanata da [[papa Pio IV]] e regolate dal ''Decreto tridentino'' ([[1548]]). La tradizione derivante dagli insegnamenti degli apostoli, divulgatori della [[rivelazione]], può essere considerata ''apostolico-divina'' o ''apostolico-ecclesiastica'', in base alla distinzione di origine.
La tradizione si può distinguere in apostolica oppure ecclesiali, in basa alla sua origine e provenienza. La ''traditio'' è apostolica se "proviene dagli [[apostoli]] e trasmette ciò che costoro hanno ricevuto dall'insegnamento e dall'esempio di Gesù e ciò che hanno appreso dallo Spirito Santo" (CCC 83), ed è pertanto eterna e non mutabile. La ''traditio'' ecclesiale se c'è una trasmissione attraverso la Chiesa, ovvero passa per [[san Pietro]] e i suoi successori, perciò in materia di "ordini teologici, disciplinari, liturgici o devozionali sono nate nel corso del tempo nelle Chiese locali" (CCC 83), pertanto è mutabile e "queste «tradizioni» possono essere conservate, modificate oppure anche abbandonate sotto la guida del Magistero della Chiesa" (CCC 83).

La tradizione apostolica è custodita e trasmessa dalla Chiesa; contenuta nella ''Professio fidei tridentina'' emanta nel [[1564]] da [[papa Pio IV]] e regolata per la prima volta dal ''Decreto tridentino'' ([[1548]]).


=== Il Concilio di Trento ===
=== Il Concilio di Trento ===

Versione delle 16:31, 12 lug 2013

«Nei primi trent’anni della vita della Chiesa, non vi fu che la Tradizione, ovvero la testimonianza e l’insegnamento degli apostoli. La Tradizione cattolica non è altro che l’insegnamento di Gesù tramandato agli Apostoli e da loro ritrasmesso di generazione in generazione»

Il termine Tradizione o Sacra Tradizione, nell'ambito della Chiesa cattolica, indica la trasmissione di notizie e fatti riguardanti la fede, avvenuta dapprima oralmente e poi conservata in forma scritta. Fa parte delle modalità di trasmissione della Rivelazione o del Depositum fidei della Chiesa cattolica, unitamente con le Scritture sacre e il Magistero della Chiesa.

La Chiesa cattolica affianca la tradizione alle scritture, intendendola come dottrina, sentimenti e usanze non desumibili dal testo biblico, che sono state trasmesse oralmente di generazione in generazione a partire da un'autorità ispirata. La subordinazione della tradizione alle scritture è estranea già ai Padri della Chiesa, per i quali è valida la regula fidei e la tradizione viva rappresenta l'ambiente vitale entro il quale leggere le stesse scritture[1].

Tradizione apostolica ed ecclesiali

File:Image - Deposito della fede.jpg
La tradizione all'interno della trasmissione del deposito della fede.

La tradizione si può distinguere in apostolica oppure ecclesiali, in basa alla sua origine e provenienza. La traditio è apostolica se "proviene dagli apostoli e trasmette ciò che costoro hanno ricevuto dall'insegnamento e dall'esempio di Gesù e ciò che hanno appreso dallo Spirito Santo" (CCC 83), ed è pertanto eterna e non mutabile. La traditio ecclesiale se c'è una trasmissione attraverso la Chiesa, ovvero passa per san Pietro e i suoi successori, perciò in materia di "ordini teologici, disciplinari, liturgici o devozionali sono nate nel corso del tempo nelle Chiese locali" (CCC 83), pertanto è mutabile e "queste «tradizioni» possono essere conservate, modificate oppure anche abbandonate sotto la guida del Magistero della Chiesa" (CCC 83).

La tradizione apostolica è custodita e trasmessa dalla Chiesa; contenuta nella Professio fidei tridentina emanta nel 1564 da papa Pio IV e regolata per la prima volta dal Decreto tridentino (1548).

Il Concilio di Trento

Il Decreto tridentino indica che la verità dogmatica e la disciplina morale sono parimenti contenute sia nelle scritture sacre sia nella tradizione non scritta, ricevuta dagli apostoli dalle stesse parole di Gesù, e dagli stessi trasmessa grazie all'opera dello Spirito Santo di bocca in bocca fino all'epoca presente. Il Concilio tridentino afferma di rispettare sullo stesso piano le scritture nell'Antico e del Nuovo Testamento e le tradizioni della fede e della morale, perché dettate a voce da Cristo o suggerite dallo Spirito Santo, poi conservate per successione dalla Chiesa cattolica. Inoltre afferma che le scritture sacre non siano interpretate contrariamente alla tradizione poiché nella storia della rivelazione, questa è stata insegnata alle genti soprattutto per via della tradizione sia nell'Antico Testamento, prima e dopo le legge scritta di Mosè, sia nel Nuovo Testamento con la testimonianza evangelica nella predicazione apostolica.

Con tali parole il Concilio Tridentino chiarisce la posizione cattolica e sottolinea che la differenza con i protestanti è rappresentata dalla loro non inclusione della tradizione tra le forme di trasmissione della rivelazione, ponendo invece in assoluto la regola della sola scriptura e del libero esame. Secondo il Concilio, i protestanti sarebbero inciampati in un contraddizione, non considerano cioè che il numero, il contenuto e l'autorità dei testi sacri è data anch'essa per tradizione.

Il Concilio Vaticano II

Nella costituzione dogmatica Dei Verbum (1965) emanata dal Concilio Vaticano II e riguardante la rivelazione, al numero 7, si afferma che "la trasmissione del vangelo, secondo il comando del Signore, è stata fatta in due modi: oralmente dagli apostoli, i quali nella predicazione orale, negli esempi e nelle istituzioni trasmisero ciò che o avevano ricevuto dalla bocca, dalla vita in comune e dalle opere di Cristo, o avevano imparato per suggerimento dello Spirito Santo; per iscritto, da quegli apostoli e uomini della loro cerchia, i quali, sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, misero in iscritto l'annunzio della salvezza".

Ancora, al numero 8, si ribadisce la differenza con la Scrittura: "La predicazione apostolica, espressa in modo speciale nei libri ispirati, doveva essere conservata con successione continua fino alla fine dei tempi. Questa trasmissione viva, compiuta nello Spirito Santo, è chiamata Tradizione, in quanto è distinta dalla Sacra Scrittura, sebbene sia ad essa strettamente legata. Per suo tramite la Chiesa, nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto, perpetua e trasmette a tutte le generazioni, tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede. Le asserzioni dei santi Padri attestano la vivificante presenza di questa Tradizione, le cui ricchezze sono trasfuse nella pratica e nella vita della Chiesa che crede e che prega".

Bibliografia

  • C. Ant., E. Ro., "Tradizione" in Enciclopedia Italiana Treccani, 1937

Note

  1. ^ (IT) Enrico Cattaneo, Patres ecclesiae. Un'introduzione alla teologia dei padri della Chiesa, 2007, Il pozzo di Giacobbe.