Ippia (tiranno): differenze tra le versioni
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Versione delle 17:46, 4 feb 2013
Ippia | |
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Tiranno di Atene | |
In carica | 528 a.C.-527 a.C. fino al 511 a.C.-510 a.C. |
Predecessore | Pisistrato |
Successore | Clistene (con la fine della tirannide) |
Casa reale | Pisistratidi |
Ippia (greco Ἱππίας; ... – ...) figlio di Pisistrato e fratello di Ipparco fu tiranno di Atene dal 528 a.C.-527 a.C. fino al 511 a.C.-510 a.C..
Biografia
Succeduto al padre Pisistrato insieme al fratello, quando egli morì nel 528 a.C.-527 a.C.,[1] Ippia però fu il vero detentore del potere sulla città Attica. Sotto di lui continuò quel processo di culturizzazione di Atene iniziato sotto Pisistrato. Intervenne a favore dei Tessali contro i Beoti ed ebbe simpatie per i Persiani. Con l'assassinio del fratello Ipparco nel 514/513 a.C., inasprì la sua tirannide, risvegliando l'opposizione dell'aristocrazia.[2] Quando gli aristocratici ateniesi, capeggiati dalla famiglia degli Alcmeonidi, insieme all'esercito spartano (nonostante Sparta fosse amica della famiglia dei Pisistratidi) guidato da re Cleomene I, cacciarono via la tirannide dopo due tentativi, il primo con la sconfitta degli Spartiati e il secondo con la cacciata dei tiranni (511/510 a.C.).[3] Ippia si situò nell'Ellesponto, in un suo possedimento, il Sigeo,[4] dove esercitò il potere in condizione di vassallo del re di Persia.
Nel 500 a.C. visto il crescente potere di Atene sotto Clistene, Cleomone chiamò a Sparta Ippia, dicendogli che lo avrebbe rimesso al potere di Atene nuovamente come suo tiranno. Ma l'assemblea federale peloponnesiaca non permetterà di fare una nuova guerra con Atene, vista l'assoluta opposizione di Corinto.[5] A Ippia non rimase altro da fare che tornare nel Sigeo.
Quando nel 490 a.C. Dario invase la Grecia, Ippia lo seguì e partecipò alla Battaglia di Maratona, con la speranza di ristabilire il vecchio potere perduto. Forse caduto nello scontro, probabilmente non sopravvisse comunque a lungo da quell'evento.
Note
Bibliografia
- Elena Pastorio, Storia Greca, lineamenti essenziali, Monduzzi editore, Parma, 2006, ISBN 978-88-323-6028-8