Ceneo: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
ZimbuBot (discussione | contributi)
m WikiCleaner 0.99 - null - Sesso, Maschio
WikitanvirBot (discussione | contributi)
m r2.7.1) (Bot: Aggiungo: ca:Ceneu
Riga 27: Riga 27:


[[bg:Кеней]]
[[bg:Кеней]]
[[ca:Ceneu]]
[[de:Kaineus]]
[[de:Kaineus]]
[[el:Καινέας]]
[[el:Καινέας]]

Versione delle 13:11, 5 apr 2011

Cenide e Poseidone, incisione di Virgil Solis per il libro VIII delle Metamorfosi di Ovidio, 1563

Cenis o Cenide (greco Καινις Kainis) è una figura della mitologia greca, era una ninfa figlia secondo alcuni di Elato il Magnesio, oppure secondo altri di Corono, un Lapita. Secondo un'altra versione del mito suo padre era Atrace. Appare comunque strettamente connessa con alcune importanti vicende mitiche che riguardano i Lapiti. Nel culto lunare antecedente all'avvento della religione olimpica Cenide impersonava probabilmente il novilunio (il suo nome significa infatti "nuova")

La sua assoluta singolarità nel panorama della mitologia greca sta nel suo mutamento di sesso, che a un certo punto della sua vita la fece diventare un uomo; si tratta probabilmente del più antico caso di cambiamento di sesso ricordato nella cultura occidentale. È indubbiamente significativo come archetipo, sebbene comunque in questa vicenda sia il prodigio soprannaturale a determinare gli eventi.

Il mito

Infatti Cenis fu amata dal dio Poseidone, che le volle offrire un dono: qualsiasi cosa lei desiderasse. Cenis domandò di essere trasformata in uomo, e di essere invulnerabile; il dio eseguì la richiesta.

Ceneo, raffigurato qui solo, protetto solo da uno scudo, davanti ad un centauro, lekythos attico con decorazione a colori, circa 500-490 a.C., musée du Louvre (CA 2494)

Cenis mutò il nome in Ceneo (greco Καινεύς Kaineús, latino Caenus), divenendo un fortissimo guerriero e guidando con successo gli eserciti lapiti in battaglia. Ceneo generò anche un figlio, chiamato anche lui Corono, che fu ucciso molti anni dopo da Eracle durante uno scontro. Ceneo si fece presto prendere la mano, e pieno di orgoglio per il suo successo arrivò a piantare una lancia nel mezzo della piazza del mercato della città in cui risiedeva, e costrinse tutti a venerarla come se fosse stata una divinità. Zeus si indispettì per questo comportamento e decise di punirlo. Quando Ceneo partecipò al matrimonio di Piritoo e Ippodamia, durante il quale si scatenò la celebre lotta tra Lapiti e Centauri (vedi: Storia di Teseo e Piritoo), Zeus indusse i Centauri ad accanirsi contro di lui e ucciderlo. Ceneo ebbe la meglio su molti di loro, perché grazie alla sua invulnerabilità gli attacchi dei Centauri andavano a vuoto; alla fine però venne sotterrato a colpi di tronchi d'albero e finito con terra e pietre, morendo soffocato.

Secondo quanto racconta Ovidio (libro XII delle Metamorfosi), Mopso scorse la sua anima volare via da sotto la catasta d'alberi in forma d'uccello dalle ali fulve, visto solo in quell'occasione.

Al momento del funerale ci si accorse che il corpo di Ceneo aveva ripreso forme femminili.

Altri progetti

  Portale Mitologia greca: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mitologia greca