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Versione delle 11:04, 8 apr 2021

Dagmar Mann (Kołobrzeg, 27 Giugno 1944) è una pittrice tedesca naturalizzata italiana.

Acquerellista autodidatta, è vissuta e ha lavorato in diverse città europee e altri Paesi dove ha potuto esporre le proprie opere: Amburgo, Oslo, Stoccolma, Copenaghen, Venezia, Napoli, New York [1]. Vive a Milano, dove si è stabilita definitivamente dagli anni Settanta.[2]

Acquerelli di Dagmar Mann

Il suo percorso artistico si sviluppa viaggiando per l'Europa Settentrionale, facendo l'artista di strata a Stoccolma lavorando coi pastelli e a Venezia coi ritratti a carboncino. A Napoli, nel 1965, ha mostrato per la prima volta le proprie opere alla Galleria San Carlo.

Quella di Mann è una produzione intensa, caratterizzata dai colori e dai temi onirici. Già dalla sua mostra alla Biblioteca Nazionale Braidense del 1972, essa è caratterizzata dalla padronanza del disegno e della composizione, oltre che da uno stile distinto e di grande ottimismo.[2]

Mann si definisce un'autodidatta, capace di produrre uno stile che definisce "autoappreso": omogeneo sia nei contenuti sia nelle forme, e pertanto distinto dagli altri operatori nel campo dell'arte. Il loro istinto li porta a soluzioni basate sulla loro naturale creatività fuori da imitazioni e insegnamenti tradizionali realizzando armonie di forme e colori assolutamente uniche e personali. La forza espressiva di Dagmar Mann scaturisce invece da un percorso personale: una formazione difficile, esperienze faticose che partono dall'arte di strada, per lei anche fonte di gioia, attraverso il contatto diretto con la realtà delle diverse città che ha visitato. [1]

La sua produzione artistica appare costruita su un binomio espressivo che si muove da una genuina semplicità ad un intreccio di immagini la cui origine rimanda a emozioni che emergono da contenuti assorbiti con un contatto diretto con la realtà. Natura, animali e architetture sembrano provenire da una lontana e felice realtà. Figure di donne invece promuovono riflessioni complesse su una realtà vissuta e forse anche sofferta. Nel contenuto complessivo dell'arte di Dagmar Mann i due aspetti emergono secondo un'esigenza personale nel momento creativo. Durante il suo lavoro rivive le emozioni che si addensano e si dispongono sulla carta secondo raffigurazioni che le provocano una immensa felicità.[1]

La tecnica di Dagmar Mann

Il foglio viene steso per terra e spruzzato d'acqua dopodiché l'artista lavora dall'alto stendendoci il colore. I contorni invece vengono tracciati a china. Con la scelta dell'acquerello come tecnica prevalente, che normalmente intimidisce chi manca di esperienza perché non concede ripensamenti, dimostra una grande determinazione nelle sue decisioni sulla scelta dei soggetti. Il senso del volume viene conferito con la naturale predisposizione del colore a distribuirsi diversamente a seconda della quantità d'acqua di cui è impregnata la carta: pertanto, spesso i colori sconfinano rendendo necessario un sapiente riconfinamento delle sue fantasie formali con il pennino nero.[1]

La critica dice di Dagmar Mann

"Se è impossibile incasellare i suoi acquerelli in una corrente artistica specifica, è ancor più difficile non riuscirne ad apprezzare la poesia, l’ironia e la genuinità della sua produzione. Con pennellate delicate, ma mai banali, Mann dipinge i soggetti più svariati: dall’elefante steso ad asciugare, a paesaggi innevati, conservando sempre la gioie di vivere che caratterizza ogni suo quadro".[3] Dei suoi animali così ha scritto Mario Monteverdi: "Oggi, Dagmar, vedo questi tuoi gatti che rassomigliano ai fidanzati di Chagal, questi tenerissimi elefanti che sembrano arrivare dritti dritti al paradiso terrestre. Mi pare che questi animali siano personaggi con caratteri e sentimenti umani e, per di più, con una bontà negli occhi che molto raramente i cosiddetti umani possiedono".[1]

Mostre di Dagmar Mann

  • 1965 Galleria San Carlo - Napoli
  • 1966 Bottega delle arti - Caserta
  • 1968 Art Club - Stoccolma

Mostre collettive

  • 1967 Bohmanns Gallery - Stoccolma
  • 1970 Art Club - Stoccolma

Mostre personali

A Milano, dove si stabilisce definitivamente, mette in atto uno straordinario evento artistico "l'invito del pubblico a casa sua" invece della solita e costosa mostra. L'iniziativa denota oltre ad una straordinaria originalità, una totale disponibilità verso i fruitori della sua arte e un'ammirevole capacità di risolvere qualsiasi tipo di problema che la vita le pone.[2]

  • 1972 Centro Culturale Braidense - Milano
  • 1973 Hotel Miramonti - Cortina d’Ampezzo
  • 1973 Hotel des Alpes - Madonna di Campiglio
  • 1974 Galleria Schubert - Milano
  • 1976 Galleria Zibetto - Milano
  • 1978 Galleria d’Arte Moderna Gino Negri - Vigevano
  • 1978 National Art Club - New York
  • 1980 Hotel Triton - Sellia Marina Calabria
  • 1981 Palazzo Ottoni - Mostra comunale Matelica
  • 1982 Galleria La Conca - Milano
  • 1984 International Art Gallery - Monza
  • 1984 Club del collezionista - Milano
  • 1985 Galleria La conca - Milano
  • 2017 MiMuMo - Monza[4]


Bibliografia

Note

  1. ^ a b c d e AL MiMuMo gli acquerelli di Dagmar Mann, da quibrianzanews, 4 gennaio 2018
  2. ^ a b c Dagmar Mann - Mostra in casa, Cronache Italiane, RAI2 (18/07/1972)]
  3. ^ WEMI Stelline, al Palazzo Stelline
  4. ^ Dagmar Mann - Mostre, sito ufficiale

Collegamenti esterni