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Museo WinterLine: differenze tra le versioni

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==Storia dell'associazione==
==Storia dell'associazione==
L’associazione Winterline Venafro
L’associazione Winterline Venafro nasce grazie ad un’idea del dott. Renato Dolcigno e del dott. Luciano Bucci che decidono di creare una mostra storico-militare permanente denominata Winterline, riguardante gli eventi bellici che hanno interessato il comune di Venafro e le terre limitrofe. Ai due promotori dell'iniziativa si aggiunge Donato Pasquale, altro socio fondatore dell'associazione. I tre fondatori, oltre al ritrovamento ne hanno curato il restauro, la catalogazione e il mantenimento. L'associazione ha coinvolto personalità importanti nel campo della conservazione della memoria storica della seconda guerra mondiale, tra queste Mary Baghan e Paul Hooton, rispettivamente responsabile della First Special Service Force Veterans Association e responsabile della London Irish Rifle Veterans Association. Altri soci dell'associazione sono: il dottor Domenico Vecchiarino, l'avvocato Alessandro Campagna e i signori Fabrizio Bertoni, Francesco Iorio, Stefano Giuliani, Rosario Malfatti, Nicola Verrecchia, Andrea Ottaviano. Sono soci onorari l'architetto Franco Valente, l'architetto Marco Chiaverini e l'ingegnere Antonio Buono.
<ref>''Informazioni estrapolate dal sito web del museo'', {{cita web|url=http://www.winterlinevenafro.it/}} </ref> nasce grazie ad un’idea del dott. Renato Dolcigno e del dott. Luciano Bucci che decidono di creare una mostra storico-militare permanente denominata Winterline, riguardante gli eventi bellici che hanno interessato il comune di Venafro e le terre limitrofe. Ai due promotori dell'iniziativa si aggiunge Donato Pasquale, altro socio fondatore dell'associazione. I tre fondatori, oltre al ritrovamento ne hanno curato il restauro, la catalogazione e il mantenimento. L'associazione ha coinvolto personalità importanti nel campo della conservazione della memoria storica della seconda guerra mondiale, tra queste Mary Baghan e Paul Hooton, rispettivamente responsabile della First Special Service Force Veterans Association e responsabile della London Irish Rifle Veterans Association. Altri soci dell'associazione sono: il dottor Domenico Vecchiarino, l'avvocato Alessandro Campagna e i signori Fabrizio Bertoni, Francesco Iorio, Stefano Giuliani, Rosario Malfatti, Nicola Verrecchia, Andrea Ottaviano. Sono soci onorari l'architetto Franco Valente, l'architetto Marco Chiaverini e l'ingegnere Antonio Buono.


[[File:Articolo giornale winterline.jpg|thumb|Articolo di giornale sulla winterline|sinistra]]
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== Winterline - La linea d'inverno ==
== Winterline - La linea d'inverno ==
Venafro e i monti circostanti sono stati sede di una linea difensiva tedesca denominata "Bernard - Rehinard" che fu sopraffatta durante l'inverno del '43/'44; da qui il nome winterline.
Venafro e i monti circostanti sono stati sede di una linea difensiva tedesca denominata "Bernard - Rehinard" che fu sopraffatta durante l'inverno del '43/'44; da qui il nome winterline. Venafro, inspettatamente, il 15 marzo 1944 veniva bombardata erroneamente dagli aerei americani a causa di una valutazione sbagliata fatta da un bombardiere leader che, scambiando Venafro per Cassino, diede via al lancio di bombe, seguito nell'errore dalle squadriglie al seguito.


==Venafro - Il bombardamento del 15 marzo 1944==
==Venafro - Il bombardamento del 15 marzo 1944==
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==Le testimonianze==
==Le testimonianze==
Tra le numerose testimonianze dei superstiti di guerra, ciò che ha lasciato il segno sono sicuramente le parole dell'ufficiale dell’esercito del Corpo di Spedizione Francese in Italia, R. Derennes. Egli raccontò che si trovava a Venafro durante i bombardamenti e come da accordi, tutti sapevano che in quel giorno dalle 8 a mezzogiorno, milleduecento apparecchi avrebbero dovuto bombardare Cassino e anche il suo comando di artiglieria sarebbe dovuto intervenire. La vallata che si estende per oltre 15 kilometri, che va da Venafro a Cassino, divenne, in quelle interminabili quattro ore, una incredibile ecatombe. Le bombe destinate ai Tedeschi, per un errore umano, piovvero su tutti; prima sui Francesi, poi sulle artiglierie e sulle fanterie Inglesi, Neozelandesi, Polacche ed infine sugli stessi Americani. Le prime ondate scagliarono, erroneamente, i loro carichi di bombe su Venafro, incendiando e distruggendo la cittadina. Le ondate successive arrivavano a distanza di un quarto d’ora, vedendo il fumo sganciavano le micidiali bombe. Alcune ondate si diressero su Cassino, in quanto i piloti conoscevano bene il territorio. Non appena le bombe cessarono di cadere dal cielo, i superstiti uscirono dai loro ripari si sopravvivenza per soccorrere i feriti, mentre all’ospedale regnava il caos. Numerose furono le case rase al suolo, in nuvole di polvere in mezzo alla fiamme, erano la cornice in questa situazione apocalittica.
Tra le numerose testimonianze dei superstiti di guerra, ciò che ha lasciato il segno sono sicuramente le parole dell'ufficiale dell’esercito del Corpo di Spedizione Francese in Italia, R. Derennes. Egli raccontò che si trovava a Venafro durante i bombardamenti e come da accordi, tutti sapevano che in quel giorno dalle 8 a mezzogiorno, milleduecento apparecchi avrebbero dovuto bombardare Cassino e anche il suo comando di artiglieria sarebbe dovuto intervenire. La vallata che si estende per oltre 15 kilometri, che va da Venafro a Cassino, divenne, in quelle interminabili quattro ore, una incredibile ecatombe. Le bombe destinate ai Tedeschi, per un errore umano, piovvero su tutti; prima sui Francesi, poi sulle artiglierie e sulle fanterie Inglesi, Neozelandesi, Polacche ed infine sugli stessi Americani. Le prime ondate scagliarono, erroneamente, i loro carichi di bombe su Venafro, incendiando e distruggendo la cittadina. Le ondate successive arrivavano a distanza di un quarto d’ora, vedendo il fumo sganciavano le micidiali bombe. Alcune ondate si diressero su Cassino, in quanto i piloti conoscevano bene il territorio. Non appena le bombe cessarono di cadere dal cielo, i superstiti uscirono dai loro ripari si sopravvivenza per soccorrere i feriti, mentre all’ospedale regnava il caos. Numerose furono le case rase al suolo, in nuvole di polvere in mezzo alla fiamme, erano la cornice in questa situazione apocalittica.
<ref> Informazioni riguardanti il bombardamento di Venafro del 15 marzo 1944 concesse dal Centro Documentazione Studi Cassinate sul sito web https://www.cdsconlus.it/index.php/2016/10/07/la-devastazione-di-venafro-fu-un-tragico-errore-di-molti-bombardieri-alleati/ </ref>
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==Ritrovamenti==
==Ritrovamenti==
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===La lettera del colonnello Robert Frederick alla famiglia del SGT. Frank Harvey===
===La lettera del colonnello Robert Frederick alla famiglia del SGT. Frank Harvey===
Nel museo è conservata la lettera originale, inviata alla famiglia del sergente Harvey, da parte del colonnello Frederick, creatore e comandante della First Special Service Force, presente all'interno del museo in seguito alla visita della nipote canadese.
L'associazione riuscendo ad entrare in contatto con un'importante gruppo di reduci e parenti di ex combattenti della First Special Service Force, ha avuto l'onore di avere come ospite Mary Bhagan, donna canadese e nipote del Sgt Frank Harvey, soldato della FSSF caduto in battaglia sui monti di [[Conca Casale]]. In seguito alla visita presso il museo, la donna decise di donare all'associazione la lettera originale, inviata alla famiglia del sergente Harvey, da parte del colonnello Frederick, creatore e comandante della First Special Service Force.
[[File:Frank Harvey.jpg|thumb|Foto raffigurante il sergente Frank Harvey|sinistra]]
[[File:Frank Harvey.jpg|thumb|Foto raffigurante il sergente Frank Harvey|sinistra]]
[[File:Fredericks letter.jpg|thumb|Lettera del colonnello Robert Frederick|centro]]
[[File:Fredericks letter.jpg|thumb|Lettera del colonnello Robert Frederick|centro]]
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==Oggetti particolari==
==Oggetti particolari==
===L'anello delle truppe marocchine===
===L'anello delle truppe marocchine===
Un anello, d'argento, con incise quattro cifre 1083, di fattura arabeggiante. Ritrovato insieme ad altri oggetti che hanno fatto ipotizzare che il proprietario l'avesse poggiato sul bordo della trincea prima dell'attacco e che l'abbia lasciato lì o per fuggire in maniera precipitosa in un posto più sicuro.
Un anello, d'argento, con incise quattro cifre 1083, di fattura arabeggiante. Ritrovato insieme ad altri oggetti che hanno fatto ipotizzare che il proprietario l'avesse poggiato sul bordo della trincea prima dell'attacco e che l'abbia lasciato lì per fuggire in maniera precipitosa in un posto più sicuro.
[[File:Anello.jpg|thumb|Anello Marocchino|centro]]
[[File:Anello.jpg|thumb|Anello Marocchino|centro]]


===Il soldato innamorato===
===Il soldato innamorato===
Cuoricino intagliato con il classico metodo americano, probabilmente apparteneva ad un soldato, giovane ed innamorato, che incideva il nome della sua amata, forse conosciuta durante i tempi di guerra.
Un oggetto emerso dalle ricerche e conservato nel museo, che ha colpito particolarmente, è un cuoricino intagliato con il classico metodo con cui si incidevano nomi e altre informazioni sulle gavette o sulle borracce. Probabilmente apparteneva ad un soldato, giovane ed innamorato, che incideva il nome della sua amata, forse conosciuta durante i tempi di guerra.
[[File:O SURDAT.jpg|thumb|oggetti First special service force|sinistra]]
[[File:O SURDAT.jpg|thumb|oggetti First special service force|sinistra]]
[[File:O SURDAT NNAMURAT.jpg|thumb|cuoricino fatto e inciso a mano|centro]]
[[File:O SURDAT NNAMURAT.jpg|thumb|cuoricino fatto e inciso a mano|centro]]
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===Lettera di una madre devota===
===Lettera di una madre devota===
[[File:Lettera.jpg|300px|Lettera di una madre devota|destra]]
[[File:Lettera.jpg|300px|Lettera di una madre devota|destra]]
Durante delle ricerche in una casa, adibita ad ospedale militare durante la guerra, sono state ritrovate alcune lettere che le madri mandavano ai propri figli in guerra. Questa è una di esse:
"Ciao figlio;
"Ciao figlio;


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==Note==
==Note==
<references/>
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Versione delle 20:17, 10 apr 2018

Museo WinterLine
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàVenafro
IndirizzoVia Cristo, Palazzo De Utris
Coordinate41°29′11.98″N 14°02′41.1″E
Caratteristiche
TipoStorico
Intitolato aLinea Gustav
Istituzione15 marzo 2008
FondatoriLuciano Bucci, Renato Dolcigno, Donato Pasquale
Apertura15 marzo 2008
Sito web

Il Museo WinterLine di Venafro è un museo militare italiano gestito dalla Associazione WinterLine Venafro ONLUS. È situato nel centro storico della città, presso il Palazzo De Utris, ed espone una mostra permanente basata su reperti storici risalenti alla seconda guerra mondiale. Il Museo WinterLine è una tra le principali strutture presenti in Molise che caratterizza e valorizza la riscoperta del territorio molisano.

Logo del museo Winterline

Storia dell'associazione

L’associazione Winterline Venafro [1] nasce grazie ad un’idea del dott. Renato Dolcigno e del dott. Luciano Bucci che decidono di creare una mostra storico-militare permanente denominata Winterline, riguardante gli eventi bellici che hanno interessato il comune di Venafro e le terre limitrofe. Ai due promotori dell'iniziativa si aggiunge Donato Pasquale, altro socio fondatore dell'associazione. I tre fondatori, oltre al ritrovamento ne hanno curato il restauro, la catalogazione e il mantenimento. L'associazione ha coinvolto personalità importanti nel campo della conservazione della memoria storica della seconda guerra mondiale, tra queste Mary Baghan e Paul Hooton, rispettivamente responsabile della First Special Service Force Veterans Association e responsabile della London Irish Rifle Veterans Association. Altri soci dell'associazione sono: il dottor Domenico Vecchiarino, l'avvocato Alessandro Campagna e i signori Fabrizio Bertoni, Francesco Iorio, Stefano Giuliani, Rosario Malfatti, Nicola Verrecchia, Andrea Ottaviano. Sono soci onorari l'architetto Franco Valente, l'architetto Marco Chiaverini e l'ingegnere Antonio Buono.

Articolo di giornale sulla winterline
Fondatori e membri del museo Winterline
Mappa Winterline

Winterline - La linea d'inverno

Venafro e i monti circostanti sono stati sede di una linea difensiva tedesca denominata "Bernard - Rehinard" che fu sopraffatta durante l'inverno del '43/'44; da qui il nome winterline. Venafro, inspettatamente, il 15 marzo 1944 veniva bombardata erroneamente dagli aerei americani a causa di una valutazione sbagliata fatta da un bombardiere leader che, scambiando Venafro per Cassino, diede via al lancio di bombe, seguito nell'errore dalle squadriglie al seguito.

Venafro - Il bombardamento del 15 marzo 1944

Nel febbraio 1944, dopo un primo bombardamento all'Abbazia di Monte Cassino del 15 febbraio i Francesi, avendo capito che la battaglia sarebbe andata avanti ancora per molto, iniziarono a convincere la popolazione del luogo a lasciare le loro abitazioni. Esattamente un mese dopo, il 15 marzo, un bombardamento a tappeto completò la distruzione di Cassino e del monastero con oltre 1000 tonnellate di bombe ad alto esplosivo. Purtroppo, durante questo bombardamento, Venafro venne erroneamente bombardata dagli aerei americani a causa di una valutazione sbagliata fatta da un bombardiere leader che, scambiando Venafro per Cassino, diede via al lancio di bombe, seguito nell'errore dalle squadriglie al seguito. Verso le 9:30 una flotta di aerei scambiò il monte Santa Croce di Venafro per Montecassino sganciando il suo carico di bombe. Poco dopo una seconda formazione aerea, con il fumo ancora ben visibile, credendo che quello fosse il bersaglio sganciò un altro carico di bombe sulla cittadina venafrana e così altre ancora nella mezz’ora successiva creando una vera e propria scena apocalittica che si abbatté soprattutto sulla parte nord di Venafro, quella che oggi corrisponde al centro storico, dov’è situato il museo. A seguito di quel fatale errore, moltissime furono le vittime tra i cittadini inermi.

Le testimonianze

Tra le numerose testimonianze dei superstiti di guerra, ciò che ha lasciato il segno sono sicuramente le parole dell'ufficiale dell’esercito del Corpo di Spedizione Francese in Italia, R. Derennes. Egli raccontò che si trovava a Venafro durante i bombardamenti e come da accordi, tutti sapevano che in quel giorno dalle 8 a mezzogiorno, milleduecento apparecchi avrebbero dovuto bombardare Cassino e anche il suo comando di artiglieria sarebbe dovuto intervenire. La vallata che si estende per oltre 15 kilometri, che va da Venafro a Cassino, divenne, in quelle interminabili quattro ore, una incredibile ecatombe. Le bombe destinate ai Tedeschi, per un errore umano, piovvero su tutti; prima sui Francesi, poi sulle artiglierie e sulle fanterie Inglesi, Neozelandesi, Polacche ed infine sugli stessi Americani. Le prime ondate scagliarono, erroneamente, i loro carichi di bombe su Venafro, incendiando e distruggendo la cittadina. Le ondate successive arrivavano a distanza di un quarto d’ora, vedendo il fumo sganciavano le micidiali bombe. Alcune ondate si diressero su Cassino, in quanto i piloti conoscevano bene il territorio. Non appena le bombe cessarono di cadere dal cielo, i superstiti uscirono dai loro ripari si sopravvivenza per soccorrere i feriti, mentre all’ospedale regnava il caos. Numerose furono le case rase al suolo, in nuvole di polvere in mezzo alla fiamme, erano la cornice in questa situazione apocalittica. [2]

Ritrovamenti

Caricatore del Johnson LMG41

All' interno del museo è esposto il caricatore del Johnson LMG 41, ritrovato in seguito ad una perlustrazione dei monti intorno Venafro. È reperto molto raro ed è stato ritrovato in ottime condizioni. Il Johnson light machine gun 1941 era un'arma che presentava un caricatore a banana da 20 colpi ed un serbatorio interno "d'emergenza" di 5 colpi. Prodotta in poche migliaia di esemplari, fu data in dotazione alla First Special Service Force nell'area della winterline fu largamente usata in quanto arma versatile e adatta al combattimento.

Caricatore Johnson LMG41

La lettera del colonnello Robert Frederick alla famiglia del SGT. Frank Harvey

L'associazione riuscendo ad entrare in contatto con un'importante gruppo di reduci e parenti di ex combattenti della First Special Service Force, ha avuto l'onore di avere come ospite Mary Bhagan, donna canadese e nipote del Sgt Frank Harvey, soldato della FSSF caduto in battaglia sui monti di Conca Casale. In seguito alla visita presso il museo, la donna decise di donare all'associazione la lettera originale, inviata alla famiglia del sergente Harvey, da parte del colonnello Frederick, creatore e comandante della First Special Service Force.

Foto raffigurante il sergente Frank Harvey
Lettera del colonnello Robert Frederick



Il "tesoro" del mulino

In seguito a dei lavori di ristrutturazione di un vecchio mulino presente nell'area dei combattimenti è stato rinvenuto numeroso materiale bellico composto da: cassette, taniche, un cappotto americano in lana, due porta maschere antigas tedesche (modello corto da polizia), una canna da mitragliatrice pesante calibro 50, uno zainetto Haversack americano completo, due manici per ascia americana, un paio di ghette americane, quattro scatole di cartone (due perfettamente conservate) per razioni alimentari e due barattoli (uno di succo d'arancio e uno di spaghetti al pomodoro con polpette) ancora con l'etichetta.

Tesoro del mulino
Barattoli di succo d'arancio e di spaghetti al pomodoro con polpette


Le piastrine del monte Sammucro

La battaglia del Monte Sammucro, a confine tra Lazio, Molise e Campania, è stata una delle più dure ed importanti lungo la Winterline. Il Sammucro infatti controlla direttamente il corridoio di passaggio della Statale 6 Casilina, strada fondamentale per lo spostamento delle truppe Alleate verso Roma. Nelle prime settimane di dicembre del 1943 si è combattuto per la conquista di questo monte. Le ricerche, negli ultimi anni, hanno portato alla luce due piastrine appartenenti a due soldati.

  • La prima piastrina è appartenuta al 2nd Lieutenant Douglas W. House, del 143º reggimento di fanteria della trentaseiesima divisione "TEXAS", ufficiale al comando del suo plotone è stato ucciso in battaglia,all'età di 23 anni probabilmente a causa di un'esplosione di artiglieria, il 14 dicembre 1943. Il corpo fu recuperato e adesso riposa con i suoi familiari nel paese da dove proveniva, East Longmeadow, Massachusetts.
  • L'altra piastrina apparteneva al soldato semplice Thomas J. Peretich, inquadrato nel 3º battaglione dei Rangers Americani. La sua storia è ancora incompleta, in quanto il corpo non fu mai recuperato, seppur dichiarato morto nei rapporti ufficiali.
Lieutenant Douglas W. House
Thomas J. Peretich

Oggetti particolari

L'anello delle truppe marocchine

Un anello, d'argento, con incise quattro cifre 1083, di fattura arabeggiante. Ritrovato insieme ad altri oggetti che hanno fatto ipotizzare che il proprietario l'avesse poggiato sul bordo della trincea prima dell'attacco e che l'abbia lasciato lì per fuggire in maniera precipitosa in un posto più sicuro.

Anello Marocchino

Il soldato innamorato

Un oggetto emerso dalle ricerche e conservato nel museo, che ha colpito particolarmente, è un cuoricino intagliato con il classico metodo con cui si incidevano nomi e altre informazioni sulle gavette o sulle borracce. Probabilmente apparteneva ad un soldato, giovane ed innamorato, che incideva il nome della sua amata, forse conosciuta durante i tempi di guerra.

oggetti First special service force
cuoricino fatto e inciso a mano


Lettera di una madre devota

Lettera di una madre devota
Lettera di una madre devota

Durante delle ricerche in una casa, adibita ad ospedale militare durante la guerra, sono state ritrovate alcune lettere che le madri mandavano ai propri figli in guerra. Questa è una di esse: "Ciao figlio;

sei ancora a Flint ora che ti scrivo. Quando tornerai al campo non dimenticare tutto il divertimento che hai avuto durante le tue vacanze. Io ho provato ad aiutarti in tutti i modi che conoscevo. Da quando hai finito le tue vacanze ti senti un po' giù. Ma superalo e goditi i tuoi passi. Ci sarà una fine per ogni cosa eccetto Dio. Voglio che mi fai un favore, vai in chiesa, presentati al prete e lascia che ti battezzi. Ho sempre voluto aspettare che tu e Sylvia ne sentiate il desiderio, ma Dio ha risposto alle mie preghiere figlio, perciò vai da un prete e fatti battezzare. Non farci più ricevere notizie solo dalla tua assicurazione. Se vai oltreoceano e succede che ti ammali o che ti ferisci scrivicelo in questo modo: "Il tuo canarino malato sta meglio oppure scrivi sono contento che i tuoi canarini stanno migliorando" se vieni ferito scrivi "La zampa o l'ala del tuo canarino si è rotta oppure la zampa o l'ala è ferita" Se mi parli di te sempre come se fossi un canarino sono sicuro che non verrà censurato. Se ti trasferiscono in INGHILTERRA potresti dire che ti fa piacere sapere che a Sylvia piace la sua GIACCA ETON o le NUOVE..... se vai in IRLANDA A Shanon piacciono ancora le patate fritte. SCOZIA ti ricordi la mia cravatta di pleid NELLE ISOLE DELLA GIAMAICA usi il ginger nella torta di zucche ITALIA ti ricordi i miei nuovi stivali che ho comprato? AFRICA puoi ancora comprare delle gomme? Oppure potresti usare un altro sistema più semplice. Potresti scrivere una serie di frasi dove la prima lettera mi indica la nazione dove ti trovi o quello che vuoi dirmi come così:

A A glass.. Un bicchiere di latte sarebbe buono ora.

F For ... Ho la gola secca adesso che arriva l'ora di pranzo

R Russell non scrive da molto tempo

I Io penso che la vita al campo non è male

C Can you... Puoi ancora comprare banane e gomme?

A A Buddy... Un mio compagno mi ha dato delle sigarette

Guarda cosa intendo su come fare lo spelling di quello che vuoi dirmi.
Non preoccuparti molto per Molly e ascolta i consigli che Russell ti ha dato. E tieniti pulito per la madre dei miei nipoti. Bene figlio mio parlami dei miei canarini se sei malato o ferito. E mi aiuteresti molto se mi dicessi dove sei o quello che vuoi usando le frasi come ti ho spiegato. Bene figliolo scrivi più spesso che puoi e telefona se puoi. La mancanza di casa è uno stato mentale. Mantieniti impegnato con le mani e anche con la mente e vedrai che non avrai tempo di sentire la mancanza di casa. Io faro' lo stesso per non sentire la tua mancanza.

La tua mamma devota."

Il Gesù delle trincee

In una delle trincee presenti sui monti venafrani, è stata ritrovata una statuetta di Gesù che testimonia come un soldato, ritrovandosi in uno dei momenti più difficili della propria vita, quello in cui l'uomo combatte contro l'uomo, l'aveva con sé e sicuramente pregava per proteggere sé e i suoi commilitoni.

Statuetta di Gesù ritrovata in trincee sui monti venafrani

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ Informazioni estrapolate dal sito web del museo, winterlinevenafro.it, http://www.winterlinevenafro.it/.
  2. ^ Informazioni riguardanti le testimonianze concesse dal Centro Documentazione Studi Cassinate, cdsconlus.it, https://www.cdsconlus.it/index.php/2016/10/07/la-devastazione-di-venafro-fu-un-tragico-errore-di-molti-bombardieri-alleati/.

Collegamenti esterni