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Sei cecchini serbi vennero arrestati, ma vennero scambiati quando i serbi minacciarono di uccidere il comandante dell'accademia di polizia bosniaca, catturato il giorno precedente, dopo che i serbi avevano fatto irruzione nell'accademia. |
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Versione delle 22:38, 16 feb 2014
Suada Diliberović o Dilberović (Ragusa di Dalmazia, 24 maggio 1968 – Sarajevo, 5 aprile 1992) è stata la prima vittima del'Assedio di Sarajevo in Bosnia ed Erzegovina. I suoi familiari erano bosgnacchi.
La morte
Suada si trovava a Sarajevo per studiare medicina e frequentava il sesto anno quando, nei primi giorni di aprile, iniziò il conflitto.
Il 5 aprile 1992, in seguito agli eventi bellici, 100.000 persone di ogni nazionalità si riunirono per una marcia della pace a Sarajevo. I cecchini serbi di stanza all'Holiday Inn, allora sede del Partito Democratico Serbo, nel cuore di Sarajevo, aprirono il fuoco sulla folla causando 6 vittime e ferendone altre.
Suada Dilberović e una donna di etnia croata, Olga Sučić (1958-1992), si trovavano sul Ponte Vrbanj dove vennero colpite a morte. Il ponte oggi porta il nome Diliberović-Sučić in onore delle vittime.
Sei cecchini serbi vennero arrestati, ma vennero scambiati quando i serbi minacciarono di uccidere il comandante dell'accademia di polizia bosniaca, catturato il giorno precedente, dopo che i serbi avevano fatto irruzione nell'accademia.
In realtà Suada non fu la prima vittima del conflitto in Bosnia-Erzegovina. Le prime morti, infatti, si verificarono a Bijelina il 1º aprile 1992, quando la città fu attaccata dall'Armata Popolare Jugoslava e dall'Esercito volontario serbo e centinaia di bosniaci vennero assassinati. Tuttavia, Suada Dilberović fu la prima persona ad essere uccisa a Sarajevo quando la città fu raggiunta dal conflitto e iniziò l'Assedio di Sarajevo.
Il 15 novembre 2007 la Facoltà di Medicina dell'Università di Sarajevo la insignì della laurea postuma in Medicina.