Castello Pandone (Venafro): differenze tra le versioni

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Il “Castello Pandone Lombardi” è un’antica fortezza, trasformata poi in palazzo medievale, situata a Venafro, in Molise.
Il '''Castello Pandone Lombardi''' è un’antica fortezza, trasformata poi in palazzo medievale, situata a Venafro, in Molise.
Il sito è collocato in un punto strategico: Venafro è, infatti, soprannominata anche “La porta del Molise”, perché punto di incontro tra tre regioni italiane: Lazio, Campania e Abruzzo.
Il sito è collocato in un punto strategico: Venafro è, infatti, soprannominata anche “La porta del Molise”, perché punto di incontro tra tre regioni italiane: Lazio, Campania e Abruzzo.


Particolarità del castello è che nella sua struttura vi siano solamente tre torri, al posto delle quattro canoniche.
Particolarità del castello è che nella sua struttura vi siano solamente tre torri, al posto delle quattro canoniche.


==Storia==



'''STORIA'''

Il nome “Castello Pandone Lombardi” deriva dai cognomi familiari rispettivamente dei primi e ultimi proprietari.
Il nome “Castello Pandone Lombardi” deriva dai cognomi familiari rispettivamente dei primi e ultimi proprietari.


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Agli inizi del 1700 il complesso feudale divenne proprietà della famiglia Carafa, mentre, gli ultimi proprietari del castello sono la famiglia Lombardi, i quali lo acquisirono nel secondo decennio del 1800 e che ne detengono tuttora la proprietà.
Agli inizi del 1700 il complesso feudale divenne proprietà della famiglia Carafa, mentre, gli ultimi proprietari del castello sono la famiglia Lombardi, i quali lo acquisirono nel secondo decennio del 1800 e che ne detengono tuttora la proprietà.

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Versione delle 15:35, 21 ago 2023

Il Castello Pandone Lombardi è un’antica fortezza, trasformata poi in palazzo medievale, situata a Venafro, in Molise. Il sito è collocato in un punto strategico: Venafro è, infatti, soprannominata anche “La porta del Molise”, perché punto di incontro tra tre regioni italiane: Lazio, Campania e Abruzzo.

Particolarità del castello è che nella sua struttura vi siano solamente tre torri, al posto delle quattro canoniche.

Storia

Il nome “Castello Pandone Lombardi” deriva dai cognomi familiari rispettivamente dei primi e ultimi proprietari.

È possibile sezionare la struttura del castello in più nuclei, derivanti dalle diverse modifiche poste in atto dalle varie famiglie che si sono susseguite nella proprietà del castello.

Il primo nucleo è una struttura megalitica, i cui resti sono visibili alla base del mastio lombardo. La posizione della fortezza infatti assumeva una grande importanza strategica, controllando l'ingresso dell'alta valle del Volturno. Il castello viene distrutto dal terremoto del 1349. La sua ricostruzione permette lo sviluppo del complesso fortificato. La fortezza è rafforzata dall'elevazione di un recinto quadrangolare con almeno due torri. La seconda metà del X secolo vide la costruzione di un fossato di cinta e di tre grandi torri circolari a base tronconica, poste agli spigoli settentrionale, occidentale e meridionale della costruzione. Le tre torri furono probabilmente inglobate nell’originario assetto, poi andato distrutto, che ne prevedeva probabilmente quattro.

Nel 1443, con l'arrivo degli Aragonesi, il castello passò nelle mani della famiglia Pandone. Il conte Francesco fece allargare il fossato e rafforzò la struttura difensiva, mentre Enrico, all'inizio del XVI secolo, trasformò l'edificio in una residenza 'rinascimentale', con la loggia e il giardino. Egli, inoltre, commissiona anche la realizzazione di una decorazione pittorica ad affresco (1522 - 1527) che rappresenta i migliori cavalli del suo allevamento. Dopo la decapitazione di Enrico a seguito del suo tradimento nei confronti di Carlo V, il feudo passiamo successivamente a varie famiglie tra cui quella dei Lannoy, che apportano nuove modifiche all'architettura e alle decorazioni, accentuando il carattere residenziale del castello.

Agli inizi del 1700 il complesso feudale divenne proprietà della famiglia Carafa, mentre, gli ultimi proprietari del castello sono la famiglia Lombardi, i quali lo acquisirono nel secondo decennio del 1800 e che ne detengono tuttora la proprietà.