Sosia Galla

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Sosia Galla (in latino Sosia Galla; ... – ...; fl. I secolo) è stata una nobildonna romana dell'età giulio-claudia.

Origini familiari[modifica | modifica wikitesto]

Non si ha nessuna notizia certa sulla famiglia di Sosia Galla: era probabilmente figlia di Gaio Sosio, console nel 32 a.C., di cui si conosce con certezza un'altra figlia, Sosia, moglie di Sesto Nonio Quintiliano, console nell'8. Il cognomen Galla è però estraneo alla famiglia e quindi è probabilmente derivato da imprese del padre in Gallia.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sosia Galla era la moglie di Gaio Silio, console nel 13 e militare sotto Germanico Giulio Cesare, e amica della moglie di Germanico, Agrippina maggiore.[2] Nel 24 lei e il marito vennero accusati dal console Lucio Visellio Varrone, nemico di Silio, di maiestas a causa dei loro rapporti con Agrippina, che era entrata in pieno contrasto con l'imperatore Tiberio.[3] Silio si uccise prima della sentenza, mentre Sosia venne condannata all'esilio per giudizio di Gaio Asinio Gallo.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Szramkiewicz 1975, p. 11.
  2. ^ Tacito, Annales, IV, 18-19.
  3. ^ Tacito, Annales, IV, 19.
  4. ^ Tacito, Annales, IV, 19-20.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
  • Tacito, Annales.
    • (IT) Annali — traduzione in italiano di Progettovidio;
    • (EN) Annals — traduzione in inglese di Alfred J. Church e William J. Brodribb.
Fonti storiografiche moderne