Sleparis

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Sleparis è il nome, verosimilmente etrusco, di una donna associata a Faone.

Il nome Sleparis, scritto con l'alfabeto etrusco, appare in uno specchio etrusco, conservato nel British Museum, accanto all'immagine di una donna, coperta da un pallio[1], posta davanti all'immagine di Faone, il personaggio mitologico che, secondo una tradizione, sarebbe stato oggetto dell'amore della poetessa Saffo e causa della sua morte volontaria dalla rupe di Leucade[2]. L'esistenza del nome Sleparis in ambito etrusco è testimoniato anche dall'iscrizione su un mattone tombale per una liberta di Chiusi conservato nel Museo Archeologico di Firenze[1]. La stessa figura di donna coperta da un pallio, con un piccolo uccello nelle vicinanze, e posta davanti a Faone, è visibile in un altro specchio etrusco conservato nel Museo gregoriano etrusco: qui Faone è rappresentato mentre suona la lira e verosimilmente sta accompagnando la danza di una donna indicata come "Rutapis"[3]. Non abbiamo altre testimonianze classiche greco-latine sui rapporti di Faone con Sleparis e Rutapis. Nell'800 sono state fatte ricostruzioni più o meno fantasiose secondo le quali in genere Sleparis corrisponderebbe a Saffo[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Cesare Saletti, Op. cit.
  2. ^ Franz Stoessl, «Phaon». In: Realencyclopädie der Classischen Altertumswissenschaft, Vol. XIX, 2, Stuttgart; J. B. Metzler, 1938, pp. 1790–1795
  3. ^ Deutsches Archäologisches Institut, Annali dell'Istituto di Corrispondenza archeologica, Vol. XXXIII, 1861, p. 169 (Google libri)
  4. ^ Antonio Cipollini, Saffo, Milano: Fratelli Dumolard Edit., 1889, pp. 351-52 (e-text in www.archive.org)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cesare Saletti, «SLEPARIS». In: Enciclopedia dell'arte antica classica ed orientale, Vol. VII (Sar-Zurv), Roma, Istituto Enciclopedia Treccani, 1966.